Poi tra il passaparola, l’attenzione mediatica posta dai siti specializzati e qualche attenzione troppo mainstream, è diventato il classico telefilm da vedere per non essere fuori moda o per non rimanere emarginato dalle conversazioni seriali fatte con gli amici. E come questo cambiamento di status quo si è riscontrato tra il pubblico, così è stato anche a livello produttivo e di sceneggiature. Prima il sorprendente successo di critica e pubblico, poi il cambio di cast dovuto o meno a scelte compiute dagli stessi attori ed infine la decisione di chiudere il tutto con una quinta stagione che rendesse onore a ciò che era il Misfits dei primi due anni.
Bene, il risultato di questa metamorfosi, in parte riuscita ed in parte no, è evidente in questo trittico di episodi, 2/3 dei
quali completamente privi di quella verve iniziale di cui si fregiava la serie agli inizi. Le idee iniziano a scarseggiare, e questo era evidente sin da “Episode Two” in cui si è costruita dal nulla una storyline sentimentale tra Rudy e Jess, ma la scelta di far ruotare la già labile trama orizzontale intorno a questo evento è parsa subito sbagliata e noiosa. Magari a qualcuno sarà anche piaciuta ma far cuocere a fuoco lento un inguaribile assetato di patata come Rudy per una ragazza che non ha mai straveduto per lui, ma che anzi lo ha sempre disprezzato per modi e maniere, è quanto mai surreale.
A questo si può poi aggiungere la scelta di replicare l’ormai classico triangolo televisivo tra lui, lei ed il migliore amico di lui ed il gioco è fatto: ripetitività a gogo. E poco importa se si deraglia lungo il percorso per raccontare la storia di una ragazza che vive nel cyberverso o se si ricicla, tra l’altro da “Episode Four”, l’ennesimo ragazzo capace di assorbire linfa vitale dal prossimo pur di vivere più a lungo.Qui il problema è uno solo ed è il papà di Misfits: Howard Overman.
Ebbene il creatore della serie è il responsabile primario della crisi d’identità e di idee della serie, questo non perché non abbia creatività, ma semplicemente perché l’ha esaurita riciclandosi più volte e finendo per produrre sceneggiature che sono solo copie sbiadite di quelle di un tempo. Non a caso è sua la firma di “Episode Five” ed “Episode Six” mentre è di Jon Brown quella del nettamente migliore superlativo penultimo episodio della serie, una puntata ben fatta, imprevedibile e che riporta alla mente l’indimenticata episodio a base di latticini e viaggi nel tempo. Overman è stanco e si vede, il contrario di Brown che a quanto sembra è una fucina di idee inespresse pronte ad invadere il nostro piccolo schermo.
L’ecstasy come prodotto per invertire le capacità superumane è un espediente nuovo ed ancora misterioso ma di grande impatto e soprattutto delirante se applicato al contesto scanzonato e assurdo dei “disadattati” con la tuta arancione, ed i risultati infatti non si fanno aspettare e rasentano il sublime, anche e principalmente se confrontate con gli altri episodi. L’inversione dei poteri scatena il genio creativo di Brown che sfrutta l’occasione per rendere umano il ragazzo tartaruga ma fondamentalmente per far esplodere il pandemonio tramite le botte e via che Alex From The Bar dà ogni giorno ma che stavolta (con buona pace dei sensi) restituisce i poteri tolti. Ecco quindi che si crea una E.E.P. (aka Epic Evil Pussy) praticamente invincibile se non fosse per il “potere della sfiga” che viene scatenato, come nei migliori cartoni animati, da una buccia di banana.
Ok che il potere delle “tette ipnotiche” è trash come pochi altri, ma ha il suo perché e non sfigura nel complesso dell’episodio e della serie stessa e merito di ciò va dato interamente alla scrittura vivace e impazzita dell’episodio, una vivacità che troppo spesso è venuta a mancare in questi ultimi anni.
PRO:
- Sceneggiatura “Episode Seven”
- Alex e la banana
- Evoluzione della trama a base di maglioni.
- L’inutilità e l’importanza attribuita alla relazione Rudy-Jess
- Dico in maniera molto generica “Episode Five” ed “Episode Six”, i perchè li trovate nella recensione ma sono veramente tanti
Arrivati ad un episodio dalla fine è giunta l’ora di fare i conti con sè stessi e capire se si sono buttate via circa 5 ore della propria vita dietro questa quinta stagione o se alla fine ne è valsa la pena, anche in vista del gran finale. Personalmente sono contento di aver sopportato il buono ed il cattivo tempo anche solo per assaggiare ancora una volta il vecchio Misfits, quello di “Episode Seven”, un assaggio che vale tutte le mie 5 ore, spese bene o male che siano.
VOTO EMMY 5×05
VOTO EMMY 5×06
VOTO EMMY 5×07
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.