);

Misfits 5×08 – Episode EightTEMPO DI LETTURA 5 min

/
()

It’s over, thanks God.
La fine è questa, e per fortuna. Della parabola ascendente di Misfits s’era già parlato più volte e, nella scorsa tripla recensione, si era dedotto che la causa di tutto fosse lo stesso creatore della serie, Overman. Tuttavia le speranze che porta con sè ogni series finale sono quelle di un episodio grandioso o almeno autocelebrativo per concludere al meglio e con un sorriso sulle labbra il progetto portato avanti negli anni. E se casi illustri come Lost (si Lost, io faccio parte di quella schiera di persone che sentono di aver perso 6 anni della loro vita), Dexter o X-Files vanno a posizionarsi nella colonna delle occasioni mancate clamorosamente, altri casi come il series finale di Scrubs, quello di Breaking Bad, Fringe o perfino Gossip Girl dimostrano che si può aspirare ad ottenere qualcosa di pregiato che chiuda il cerchio. E Misfits? Va ad incasellarsi esattamente al 1° posto scalzando poderosamente Lost, non tanto per la speranza di assistere ad un’ultima puntata degna del ruolo che dovrebbe ricoprire, quanto perchè rappresenta in assoluto la peggiore della serie.
È difficile non proseguire la recensione elencando una serie di offese e bestemmie per ogni cosa assurda che si è vista oggi, ma proviamoci lo stesso.
Partiamo innanzitutto da ciò che ad occhio nudo è più evidente: gli effetti speciali. Personalmente ritengo scontato che uno sceneggiatore nel momento in cui scrive qualcosa sappia anche il budget a disposizione e di conseguenza quante e quali cose si possano portare su schermo, quindi la scelta di compiere riprese dall’alto o anche semplicemente di far volare qualcuno devono essere accompagnate da adeguati effetti speciali che quanto meno non sembrino fatti da dei talebani in una qualche grotta in Afghanistan. Se pensavate quindi che certi effetti speciali di Once Upon A Time fossero improponibili per una serie tv di un certo livello, quelli di questo episodio urlano vendetta e reclamano a gran voce il premio ai peggiori effetti speciali di una serie tv, cose che neanche noi italiani potremmo fare insomma. Come se già non fossero sufficienti i danni fatti dalla computer grafica, si aggiungono le scelte scellerate e inspiegabili di far accoppiare Alex in volo con Sam, il ragazzo volante, e con il solo scopo di risultare il più kitsch possibile, si spera. Missione compiuta specialmente se l’effetto sperato è quello di essere peggiori di un qualsiasi Mega Shark VS Giant Octopus.
“Episode Eight” è un’accozzaglia di idee che si scontrano tra loro come un incidente a catena in tangenziale dove rimani paralizzato e non puoi far altro che aspettare che il tutto si risolva il prima possibile anche se sai che ci vorrà molto tempo. Il fatto è che se parti con l’idea del viaggio nel tempo non puoi non considerare tutte le implicazioni che esso porta, incongruenze comprese ad esempio, e quindi mandarsi un videomessaggio dal futuro e riceverlo nel passato è a) impossibile e b) meno credibile della verginità di Pamela Anderson. E questo solo per non dilungarmi in frasi che finirebbero in inevitabili imprecazioni.
Ma c’è qualcosa che si può salvare o è tutto da dimenticare? Di salvabile non c’è praticamente nulla perchè se perfino Joseph Gilgun diventa una brutta copia di sè stesso allora vuol dire che questo episodio più che un fiasco è una vera mattanza. Quando un attore legge un copione e sa che dovrà sembrare credibile quando si piscia addosso con la certezza che la pozza di pipi arriverà a lambire le scarpe di qualcuno distante almeno 2-3 metri, o quando ti obbligano a fare sesso ad alta quota per sodomizzare un uomo volante, l’attore in quel momento deve avere prendere coscienza di quello che andrà a fare e avere l’ardire di opporsi ad un tale scempio per il suo bene e per il bene stesso della serie che sta girando, altrimenti i risultati sono quelli che abbiamo appena visto: neanche lontanamente commentabili.
Spendiamo anche due parole sull’epilogo, così giusto per chiarire, come se ce ne fosse bisogno, che questo è un enorme vaffanculo alla nostra intelligenza ed al nostro cuore di fan che ci è stato strappato dal petto per darlo da mangiare a qualche avvoltoio. Jess convince tutti ad usare i loro poteri per diventare dei supereroi ma nessuno si domanda che tipo di poteri usare: se Finn e Jess hanno un potere con una qualche parvenza di utilità, Alex sicuramente non ce l’ha visto che il suo potere non funziona sodomizzando gente normale, invece Rudy e Abbey non ne hanno praticamente nessuno di utile. E quindi? Niente, bisognava dare una “morale” alla serie e quindi in due secondi sono stati tutti convertiti da cazzoni nullafacenti a supereroi snaturando tutto lo snaturabile.
Alla fine la frase che deve fungere da mantra personale per Overman è la stessa che dice Rudy 2 e cioè “mai basare le proprie scelte su un maglione che predice il futuro”, e come dargli torto. La quinta ed ultima stagione di Misfits ha galleggiato sulla sufficienza offrendo comunque un prodotto leggermente migliore di quello dello scorso anno salvo poi cadere nel baratro del kitsch e del no sense invece che elaborare qualcosa di sofisticato e degno di un series finale. Non che ci potessimo aspettare un capolavoro ma è palese che questa serie abbia sprecato un’infinità di occasioni per migliorarsi finendo per scherzare troppo su sè stessa diventando così una copia sbiadita e sporca di ciò che era. La delusione è cocente ma ce ne faremo una ragione visto che da fin troppo tempo avevamo visto l’andazzo, quello che però difficilmente passerà è la sensazione di essere stati presi in giro da una serie che è terminata nella maniera peggiore che ci fosse, diventando surreale, brutta da vedere e priva di qualsiasi logica. E se pensavate che al peggio non ci fosse fine, ora avete la risposta.

PRO:

  • E’ stata finalmente messa la parola fine a questo progetto. Non ci mancherà.
CONTRO:
  • Tutto quello che potevano sbagliare è stato sbagliato, dalla trama fino agli effetti speciali. Non c’è nessuna logica, nessuna coerenza e soprattutto nessun rispetto per delle persone che hanno reso possibile il proseguimento dello show per 5 anni non abbandonandolo come si sarebbe meritato.

So che per molti versi non dare il peggior voto possibile ad una puntata come questa significa ammettere la possibilità che ci sia qualcosa di ancor più osceno di questi 45 minuti però, un po’ per affetto verso la serie, un po’ perchè se ripenso a Rudy che beve il proprio latte sorrido, mi “limito” ad assegnare il secondo voto peggiore in assoluto, perchè comunque è un series finale indifendibile. Detto ciò, facciamocene una ragione e ripristiniamo il ricordo positivo della serie che avevamo fino alla fine della 3° stagione. Addio Misfits.

VOTO EMMY

Quanto ti è piaciuta la puntata?

Nessun voto per ora

Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

1 Comment

  1. Ho da fare un appunto personale: i continui richiami alla prima stagione di Misfits sono indicibili.
    Basti pensare alla musica che parte quando Sam e CO. indossano le tute dei servizi sociali: la stessa dei primissimi minuti della prima puntata della serie stessa, quando Nathan, Curtis, Simon, Kelly, Alisha e Gary indossano per la prima volta le loro tute. Ah, che (bei) ricordi.
    Altro richiamo è la frase conclusiva della serie proferita da Rudy: "Me lo sento nelle palle".
    La frase detta da Nathan quando ancora cercava di capire di che tipo di potere era dotato.
    Qui è scattato il mio "OH MIO DIO" finale.

    Comunque complimenti per le recensioni ed i commenti, li ho letti con piacere e dedizione. Specialmente quelli della (stupenda!) ultima stagione. 😀

Rispondi

Precedente

Grey’s Anatomy 10×12 – Get Up, Stand Up

Prossima

Arrow 2×08 – 2×09 – The Scientist – Three Ghosts

error: Nice try :) Abbiamo disabilitato il tasto destro e la copiatura per proteggere il frutto del nostro duro lavoro.