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Per come si erano messe le cose, Misfits si era trovato di fronte ad un grande bivio. Poteva concludere il tutto in maniera epica, trovando la quadratura del cerchio, oppure poteva accontentarsi di mantenere le cose al loro stato attuale senza grandi exploit narrativi (come poi era stato, più o meno, negli altri finali di serie).
Vedendo questo quarto episodio l’impressione è che la scelta si sia spostata sulla seconda opzione. Può essere difficile dedurlo da un episodio così autoconclusivo e sinceramente spero di sbagliare, ma ormai si capisce come stiano gestendo le cose gli sceneggiatori. In altra sede avevo lodato la coerenza del mantenere i ritmi sempre abbastanza statici e non uscire mai dal seminato. Questo però andava bene quando si doveva chiudere una breve storyline come quella di Abby, non quando ci si deve dirigere verso il finale.
Vedendo questo quarto episodio l’impressione è che la scelta si sia spostata sulla seconda opzione. Può essere difficile dedurlo da un episodio così autoconclusivo e sinceramente spero di sbagliare, ma ormai si capisce come stiano gestendo le cose gli sceneggiatori. In altra sede avevo lodato la coerenza del mantenere i ritmi sempre abbastanza statici e non uscire mai dal seminato. Questo però andava bene quando si doveva chiudere una breve storyline come quella di Abby, non quando ci si deve dirigere verso il finale.
La facilità nella scelta di alcune soluzioni si riflette sia nella trama verticale che in quella orizzontale. Sinceramente mi sarei aspettato una scelta un pochino più innovativa per quanto riguarda la storia di “Rudy Two”. Lo scambio di età con un anziano che vuole godersi nuovamente la giovinezza. Ma davvero? Solo su Misfits, che in totale conta meno episodi di due serie di qualsiasi altro telefilm, una tematica simile è stata presentata almeno un altro paio di volte (e sto andando a memoria). Parlo della frequentazione di Nathan con l’anziana signora, oppure dello scambio di persona della ragazza in coma con Kelly. Posso poi citare un episodio di Angel, in cui il vampiro subisce uno scambio di corpo con un anziano signore (sempre andando a memoria, tanto per evidenziare la grandezza dello stereotipo). Sinceramente a 5 puntate dal series finale è lecito aspettarsi un qualcosa di più e magari di più ampio respiro.
Solitamente possiamo però sorvolare su certe facilonerie quando queste portano ad altre evoluzioni della trama. Purtroppo in questo caso non è comunque abbastanza. La cura dell’anziano Rudy Two avvicina ancora di più Rudy con Jess, in una love story veramente poco necessaria e di dubbia veridicità. Vengono poi percorsi i passi del samaritano alter ego di Rudy il quale, nell’ordine: aiuta la tessitrice indovina (tra i poteri bizzarri che sono riusciti ad inventarsi questo è il meno brillante), aiuta Tim che vive la vita come un videogioco (davvero sarà lui l’unico punto di contatto con le precedenti stagioni?) e, naturalmente, va a trovare il signore che lo farà improvvisamente invecchiare. Tra l’altro il tutto è stato telefonatissimo. Inquadrare più volte quel ragazzo vestito da anziano non è stata una scelta saggia.
Passiamo quindi oltre questa poco convincente trama verticale e veniamo ai (pochi e ancora troppo sfuggenti) riferimenti alla trama orizzontale. Grazie alla visita all’anziana signora da parte di Rudy One “sotto copertura”, non è solo Rudy Two a sapere dell’esistenza del maglione indovino sul quale si iniziano anche a delineare i profili dei protagonisti. Ci viene presentata la ragazza-Pikachu, c’è il ragazzo volante, Rudy (forse) e un tipo invisibile. Tutto qui. O meglio, ci sarebbe un cliffhanger che vede la signora tessere i nostri protagonisti in un bagno di sangue. Che novità! Finora su Misfits non era mai morto nessuno dei protagonisti, questo sì che è sconvolgente…
Sorvolo sulla storyline del ragazzo che non riesce a parlare della propria omosessualità. Se non fosse che Finn fa ridere tantissimo quando cerca di fare il perfido con Alex (a dire il vero Finn fa ridere sempre), troverei totalmente fuori luogo una scelta così allegorica e quasi buonista, soprattutto in un telefilm esplicito come Misfits. Un po’ meglio la storia della tartaruga, anche se sinceramente dà l’impressione di sgonfiarsi rispetto alla sua misteriosa presenza del primo episodio.
In tutto ciò alla fine dell’episodio quello che ci resta è un paio di facepalm di fronte ad una love story poco credibile, un grosso WTF per la scelta di “diventare un eroe” di Alex ed un grosso punto interrogativo sull’utilità di certi personaggi quali Abby, Jess e lo stesso Alex from the bar. Al giro di boa di quest’ultima stagione si può fare un calcolo e notare come si è partiti bene, si è calato un pochino il livello, ed infine si è arrivati ad un episodio insoddisfacente come questo. Se tanto mi da tanto, questa curva discendente ci porterà nel baratro più profondo giusto per il series finale. Che gioia.
In tutto ciò alla fine dell’episodio quello che ci resta è un paio di facepalm di fronte ad una love story poco credibile, un grosso WTF per la scelta di “diventare un eroe” di Alex ed un grosso punto interrogativo sull’utilità di certi personaggi quali Abby, Jess e lo stesso Alex from the bar. Al giro di boa di quest’ultima stagione si può fare un calcolo e notare come si è partiti bene, si è calato un pochino il livello, ed infine si è arrivati ad un episodio insoddisfacente come questo. Se tanto mi da tanto, questa curva discendente ci porterà nel baratro più profondo giusto per il series finale. Che gioia.
PRO:
- “Noi uccidiamo le persone. Ripetutamente.”
- Rudy che dorme nudo.
- Finn che sfrutta il potere di Alex.
- Greg patriota.
CONTRO:
- Scelte narrative troppo troppo facili.
Che dire? Il prodotto è quello di sempre, il voto non potrà mai essere troppo basso. Momenti esilaranti li troviamo, anche grazie agli attori. Però perchè questa paura di fare quel passettino in più? Stiamo pur sempre parlando di una serie simil-fantascientifica. Ci sono ancora quattro episodi per sistemare le cose, speriamo bene. Misfits non merita di essere ricordato come un telefilm senza picchi, con grande comicità, black humour e tanta mediocrità nei momenti cardine.
VOTO EMMY
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.