Quando guardo certi pilot non posso non domandarmi quanto peggio fossero gli altri ordinati dalla rete. Mi ricordo che verso maggio quando lessi di questo Mixology rimasi un po’ perplesso ed infatti venne bollato con un bel “Seriously?“. E’ più che normale leggere il plot di una nuova serie, magari guardare il trailer e poi venire prontamente smentiti dal pilot, quando succede o si viene sorpresi in positivo o in negativo. Mixology non fa ne l’una nè l’altra, semplicemente si conferma quel prodotto privo di anima che ci avevano presentato durante gli Upfronts di Maggio. D’altronde anche le premesse erano scoraggianti: 11 persone, stesso bar alla moda chiamato Mix, una notte. Quante cose possono succedere quando si cerca di rimorchiare?
L’idea della serie sarebbe stata più adatta ad un format cinematografico per il semplice fatto che difficilmente si riesce a trovare una trama orizzontale portante che riesca a trascinare avanti la serie per 13 puntate, figurarsi per una seconda stagione. Mixology rappresenta il classico caso di una serie che è predestinata a morte certa ancor prima di essere trasmessa ed il perchè, a parte le premesse del plot, appare evidente durante i 20 lunghissimi minuti del pilot.
Intanto se si guarda su Wikipedia la serie è etichettata sotto il genere sit-com ma Mixology non ha nessuna caratteristica di una sit-com, al massimo forse di una comedy ma visto che durante la visione del pilot o si sbadiglia o ci si deprime sarebbe meglio etichettarlo come dramedy, ma giusto perchè bisogna metterlo sotto qualche categoria. I personaggi, tutti pressochè indefiniti e indegni di nota, non fanno breccia nello schermo e soprattutto non aiutano una sceneggiatura scialba che deve andare a parare in svariati flashback pur di rendere appetibile la visione, e se per caso vi ritorna in mente How I Met Your Mother diciamo che non è proprio un caso. Tralasciando il personaggio di Adam Campbell che a parte l’accento inglese ricorda fin troppo il buon Barney Stinson, l’idea di inscenare il tutto in un bar e presentare i protagonisti tramite flashback appartiene a HIMYM.
Detto ciò bisogna anche riconoscere che la patina di falsità che pervade il pilot è degna del produttore esecutivo dello show, quel Ryan Seacrest che sta sbancando oltreoceano con reality di dubbio gusto sulle Kardashian, uno dei Jonas Brothers e tutti quei programmi di dubbio gusto che trasmette E! per le casalinghe americane depresse. In Mixology il tocco di Seacrest è palese visto che alla sceneggiatura troviamo il duo che ha sceneggiato Una Notte Da Leoni, Jon Lucas e Scott Moore, prodotto di ben altra fattura e di ben altro stampo. Qui è come se fossero stati castrati della loro inventiva per cercare di emulare le classiche commedie americane di Garry Marshall come Capodanno A New York o Appuntamento Con L’Amore dove alla fine tutti i protagonisti erano collegati in qualche modo tra loro. Qui stessa solfa ma con cast di quart’ordine e senza uno script portante ed il risultato sono venti minuti di apatia mista a sofferenza.
Se confidavate in questa serie avete preso un abbaglio, e bello grosso. Questa serie è da evitare come la peste.
PRO:
- I brevi e salvabili flashback
- Protagonisti che non bucano lo schermo
- Contesto ed atmosfera fin troppo lounge
- E’ prodotto da Ryan Seacrest dovrebbe essere già di per sè un buon deterrente
- La sceneggiatura. Perchè c’è una sceneggiatura?
Tom & Maya 1×01 | 4.98 milioni – 1.7 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.