Tagliamo la testa al toro e diamo a Cesare quel che è di Cesare: il diciassettesimo episodio di Once Upon A Time, andato in onda la scorsa domenica, è stato il migliore di questa quarta stagione. Finalmente abbiamo potuto assaporare di nuovo il profumo e il sapore delle vecchie puntate, con il loro stile accattivante e ritmo incalzante che ci hanno fatto innamorare di questo show. E come amanti delusi, ma sempre pronti a perdonare, accettiamo questa puntata come un “chiedo venia” da parte degli autori, che ci regalano una chicca, come non se ne vedevano da tempo immemore.
Il telefilm dà il meglio di sé quando la trama orizzontale prevale su quella verticale, delineando un percorso chiaro e coerente (per quanto possa essere coerente il mondo delle fiabe) ed evitando di perdersi in un bicchier d’acqua o in sotto-trame troppo complesse e arzigogolate. Via i personaggi inutili dunque e via anche il riciclo di attori dei quali ci eravamo completamente dimenticati. In un momento di lucidità, a quanto pare l’effetto di qualsivoglia sostanza avessero assunto Horowitz e Kitsis è svanito, i due autori si sbarazzano di ogni castroneria, come il naso posticcio inguardabile di August o l’alito da fogna di Crudelia, per portare avanti una puntata che non pretende di strafare. “Best Laid Plans”, infatti, si focalizza sui veri protagonisti di Once Upon A Time (e così dovrebbe essere sempre, perché sinceramente a noi di Ariel o Ursula non frega assolutamente nulla), ovvero Charming, Snow ed Emma, il cui rapporto viene ancora messo sotto una lente di ingrandimento e subisce vari scossoni che, forse, porteranno a un cambiamento. Josh Dallas e Ginnifer Goodwin, dunque, riprendono i loro ruoli nella Enchanted Forest pre-maledizione di Regina e la loro recitazione subisce un’impennata, dato che sono molto più credibili in queste vesti, piuttosto che nelle loro controparti storybrookiane. La loro storyline si intreccia a doppio filo con quella di Malefica e scopriamo, senza esagerare troppo nel trash e di questo ringraziamo Horowitz e Kitsis, a quale destino sia andato incontro il Malefica’s baby (usiamo un termine volutamente neutrale, per non spoilerare nulla ai nostri eventualmente ignari lettori), con un colpo di scena che riesce nel suo intento e continua ad aggiungere tasselli nel passato della Swan.
Anche la storyline dell’autore del libro viene gestita con maestria, tenendo lo spettatore con il fiato sospeso fino all’ultimo, giocando tra allusioni che strizzano l’occhio ai fans della Disney, e un plot twist dell’ultimo secondo che nessuno si aspettava e che ci lascia con la voglia di vedere subito una nuova puntata.
Personaggi chiave, i due story archs più importanti che avanzano e fugano qualche dubbio, recitazione buona e un ritmo giusto fanno risaltare il diciassettesimo episodio come una perla rara e di questi tempi è tutto grasso che cola.
Ricordando quello che è stato detto riguardo lo scorso episodio, aggiungiamo una postilla inerente al rapporto tra Once Upon A Time e Walt Disney. Appare infatti abbastanza chiaro di come il nome dell’autore intrappolato, Walt, sia un esplicito richiamo al padre di Mickey Mouse e co. Ciò che viene da chiedersi è: l’omaggio continua a vele spiegate, oppure vi è un sarcastico riferimento a quell’autore che, una volta prese le fiabe originali, le ha stravolte secondo una sua personale e visionaria angolazione?
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Poor Unfortunate Soul 4×16 | 5.79 milioni – 1.9 rating |
Best Laid Plans 4×17 | 5.4 milioni – 1.7 rating |
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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.