È capacità assai rara, nelle serie televisive, combinare alla perfezione una singola storia chiusa in sé stessa con una molteplicità di punti di vista che proseguono in maniera orizzontale. Una serie corale come Orange Is The New Black riesce in questo compito, pur con la sua affollatissima schiera di protagoniste.
Regalando spazio al background di un personaggio che di spazio ne ha avuto finora ben poco, veniamo a conoscere la bizzarra storia di Marisol. Marisol è uno di quei personaggi che, nello show, hanno sempre faticato ad imporsi individualmente. Nell’ambito della separazione razziale della prigione, lei fa semplicemente parte delle frivole latine, mai considerate troppo intelligenti, forse addirittura catalogabili come figure antagoniste (seppur nella tridimensionalità dei punti di vista sui personaggi che OITNB ci regala). Veniamo così a sapere che Marisol era una ragazza emo/goth (o quello che è), all’apparenza superficiale e fragile, ma in realtà piena di risorse e soprattutto molto ambiziosa. Ed è l’ambizione il vero tema dell’episodio.
Prigioniere e spettatori vengono tenuti all’oscuro fino alla fine dell’episodio su quale sia questo misterioso lavoro, così ben pagato, che i nuovi gestori della prigione vanno promettendo. La competizione che si aggira spettrale tra le detenute rivela insicurezze, pensieri e lati del carattere che finora non potevamo ancora avere modo di immaginare. Se infatti Marisol bonariamente si reca in cucina per salutare le “ex-colleghe”, se ne andrà poi mandandole al diavolo; in parallelo, nel suo flashback, la vediamo pagare direttamente le conseguenze delle sue gesta che tanto superficialmente aveva sottovalutato.
Ma questa non deve essere una sorpresa, la premessa stessa del telefilm è che tutti i personaggi presi in esame (e sono tanti) hanno fatto qualcosa di sbagliato. Come punto di partenza, la perfezione deve essere esclusa. La prigione, ambientazione principale della serie, è un mondo ovattato dove le possibilità non potranno mai superare certi standard. La selezione per il nuovo e misterioso lavoro, effettuata tramite un oscuro test, quindi, non potrà che rivelarsi un pigro e noncurante sistema totalmente basato sul caso. Allo stesso modo il sognare continuo che avviene durante l’arco di questa 3×05 non potrà che ridursi ad uno stanzone pieno di macchine da cucire. Esattamente il tipo di lavoro che Marisol voleva scongiurare prima di darsi allo spaccio di acidi fasulli.
“Fake It Till You Fake It Some More” è un episodio estremamente riuscito in quanto quasi tutte le sue vicende di contorno si sposano perfettamente con la leggera (diciamo così) tematica principale. La finzione del titolo è sicuramente richiamata dall’esilarante flirt tra Red e Healey. I due personaggi forse più simili della serie danno vita ad un mix di momenti niente male. Ed anche qui vi è la possibilità di vedere come l’ambiente purgatoriale della prigione faccia crollare tutto. Red entra in confidenza, cerca complicità, ma alla fine della fiera Healey è pur sempre una guardia e questa differenza, soprattutto nei modi di approcciarsi, si farà sempre sentire.
Interessante, e sicuramente diretta verso importanti sviluppi, è la porzione di episodio dedicata a Pussey e alla sua ricerca delle riserve alcoliche scomparse. Lo sviluppo del mistero arriverà a improbabili ipotesi di animali ubriaconi, e anche in questo caso la realtà ha un volto completamente diverso. Taystee si conferma personaggio paternale (ma non paternalista) e riduce una fosca storia di alcool e furti ad una semplice precauzione da amica preoccupata.
Sottotono, invece, quella che dovrebbe essere la protagonista tra le protagoniste della serie, cioè Piper. È indubbio che qualcosa avverrà durante questa terza stagione: i discorsi paranoici di Alex lasciano presagire che qualcosa di pericoloso stia bollendo in pentola. Tuttavia si può dire che, in questi primi cinque episodi di questa terza stagione, sia sparita totalmente anche quella minima percentuale di gerarchia che regnava precedentemente. È un bene questo? Non si sa, soprattutto perché tuttora è difficile definire OITNB. Forse è proprio questa incapacità di capire cosa noi spettatori vogliamo effettivamente vedere che ci lascia assolutamente esterrefatti negli sviluppi continui delle detenute di Litchfield.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Finger In The Dyke 3×04 | ND milioni – ND rating |
Fake It Till You Fake It Some More 3×05 | ND milioni – ND rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.