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La coralità continua a essere uno dei punti di forza dello show di casa Netflix e questo episodio ne è l’ennesima dimostrazione, visti i numerosi spunti interessanti proposti, nonostante sia assente la tematica immigratoria, vero focus narrativo di questa ultima stagione.
Ma non tutto volge al meglio: la gestione di Alex in questa stagione per ora è stata pessima, un character coinvolto sempre nella stessa storyline, la detenuta spacciatrice in crisi con Piper, e la situazione non è certo migliorata grazie alla relazione con McColllough, anzi. La sensazione è quella di aver sprecato minutaggio importante, per una coppia che non entusiasma, come Shani e Nicky, altro duo che ha aggiunto ben poco alla serie, se non un vago accenno, sicuramente importante, alla tematica della mutilazione dei genitali femminili, purtroppo tutt’ora praticata in diverse parti del mondo.
Visto la staticità che caratterizza il personaggio nel presente, non è un caso allora che siano i flashback riguardanti Vause a essere veramente interessanti, in particolar modo quello sulla sua compagna prima di Chapman e il loro primo incontro in un bar. Ma rimanendo al passato, mentre si aspetta la mossa finale di Zelda, ormai in orbita Piper, non può che far piacere il ritorno di Polly e Larry, personaggi fondamentali delle prime stagioni, in un momento amarcord che sicuramente avrà fatto piacere agli spettatori.
Gli autori hanno gestito in maniera ottimale i crolli di Red e Lorna Morello, disseminando indizi puntata dopo puntata e attribuendo una maggiore profondità narrativa agli eventi tramite diversi flashback. E’ interessante notare al riguardo l’evoluzione di Nichols, che da detenuta tossica in preda alla sua dipendenza è divenuta ormai un sostegno imprescindibile per le sue compagne e vero pilastro per tutto il gruppo di detenute.
Sempre parlando di recluse viene da chiedersi però dove siano finiti numerosi personaggi storici, sempre presenti durante le diverse stagioni, come ad esempio Boo, ma se ne potrebbero nominare tante altre. E’ sicuramente un bene l’introduzione di nuovi character, ma si spera che a soli tre episodi dal termine tutti i presenti dall’inizio, sia dentro che fuori dal carcere, troveranno in un modo o nell’altro una degna conclusione del loro percorso narrativo.
Uno dei momenti migliori di questo decimo appuntamento è senza dubbio il confronto tra Maria e Dillon, una scena gestita al meglio e che si riversa anche su Joe Caputo, che infine decide di dimettersi dal suo incarico.
Complessivamente, nonostante il lungo minutaggio, l’episodio scorre piacevolmente e gli avvenimenti non sono trascurabili e di secondo rilievo, ma destinati ad avere un peso sullo sviluppo della trama orizzontale delle prossime puntate.
Non sarà facile chiudere tutti questi filoni narrativi in sole tre occasioni, visto l’altro numero di personaggi coinvolti, ma Orange Is The New Black raramente ha sbagliato un finale di stagione e le aspettative sono più alte che mai.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un ottimo episodio per Orange Is The New Black che conferma quanto di buono visto in questa settima e ultima stagione. A soli tre episodi dal gran finale, senza dubbio gli autori hanno conservato per questi ultimi appuntamenti il meglio, tuttavia sarebbe errato definire questa decima puntata di transizione, visto gli spunti proposti durante i 60 minuti di visione. La valutazione è alta, aspettando il ritorno di qualche altro personaggio storico, mentre senza dubbio il centro detentivo per le clandestine tornerà al centro della narrazione. Nel frattempo sentiti ringraziamenti.
The Hidey Hole 7×09 | ND milioni – ND rating |
The Thirteenth 7×10 | ND milioni – ND rating |
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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.