Oggettivamente, come per la scorsa “Game Day“, questa è finalmente un’altra bella puntata. Corale, in quanto non c’è un singolo character primario o secondario che non viene tirato in ballo; sentimentale, soprattutto in alcuni momenti del funerale; utile, visto che tutte le trame vengono in qualche modo portate avanti. Di fatto quindi rappresenta un’altra boccata d’aria fresca che permette allo show di rinvigorirsi proprio nel momento in cui viene fatto il giro di boa per gli ultimi 5 episodi di stagione. Coincidenza?
Marty: “Listen, before you get We don’t need to make a big deal of this.”
Wendy: “Yeah? Jonah is laundering money under his second identity. Charlotte is stealing drug cartel cash and telling secrets to Wyatt Langmore, who, incidentally, thinks that you killed his dad. So, you know, I think, even for us, we need to make a big fucking deal about this.”
Se già “Game Day” aveva riportato Ozark ai bei e gloriosi fasti a cui eravamo abituati, “Outer Darkness” conferma quanto di buono visto nello scorso episodio ma, quasi in maniera complementare con quest’ultimo, brilla di luce propria senza bisogno di tanta azione. Al centro di tutto ci sono infatti i sentimenti che emergono prepotentemente per Buddy e la sua morte, un evento atteso (“Buddy was sick. This was his time.“) che però arriva anche in un momento tutto sommato abbastanza appropriato visto che altrimenti si sarebbe potuto accusare gli sceneggiatori di aver tirato la situazione troppo per le lunghe. Ecco quindi allora che il funerale è un ottimo modo per dare l’estremo saluto ed al contempo sancire il nuovo status quo dei Byrde agli occhi della società di Ozark (“Marty’s been working for them for over ten years. You’re not just involved with the cartel. You are the cartel.“). Omaggi da parte di Kansas City Mob compresi.
“Outer Darkness” è un ottimo episodio e lo si può constatare anche dalla bravura con cui si è fatto passare una puntata filler in maniera inosservata. La trama orizzontale è infatti rimasta pressoché invariata se non si considera il plot twist finale a base di cagne simpatiche damigelle e microfoni nascosti: l’FBI continua a fare buchi nell’acqua, i Byrde non sono stati arrestati, il casinò continua a non essere stato approvato, gli Snell sono sempre pronti a far scoppiare un putiferio così come il cartello messicano. L’unica differenza la fa la morte di Buddy ed un insieme di trame secondarie che riescono magicamente a nascondere un immobilismo narrativo non di poco conto, se si considera oggettivamente i cambiamenti effettivamente avvenuti in 65 minuti di puntata. Sembra che se ne stia parlando male ma in realtà sono parole di miele nei confronti di regia, recitazione e sceneggiatura che sono riusciti nel difficile compito di farsi amare grazie ad una tridimensionailità rara di questi tempi.
L’unico difetto che si può riscontrare fino a qui è semplicemente il mondo molto romanzato con il quale le ossa degli avi degli Snell vengano fatte apparire magicamente nel mezzo del laboratorio. Ok la sconsacrazione delle tombe, ok avere le mani in pasta con la polizia, ma un minimo di “passaggio di consegne” tra i vari addetti ai lavori doveva e poteva essere aggiunto per mantenere il realismo. Invece, proprio per evitare questo meccanicismo, si è fatto accadere tutto off screen. Opinabile.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Game Day 2×05 | ND milioni – ND rating |
Outer Darkness 2×06 | ND milioni – ND rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.