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Abbott Elementary 1×01 – PilotTEMPO DI LETTURA 3 min

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Di recente non sempre le commedie ricevono la giusta attenzione da parte del pubblico. Il mondo del cinema e di conseguenza le serie tv hanno indirizzato i loro prodotti verso toni caratterizzati da tensione crescente e un ritmo incessante. L’interesse principale è mantenere alta l’attenzione nello spettatore ricorrendo quindi a colpi di scena sempre più preponderanti a livello di narrativa. Con queste premesse è facile analizzare l’attuale panorama seriale, ricco di thriller, drama, noir, ma povero di commedie valide.
Abbott Elementary appartiene a quelle piacevoli sorprese che ricordano che anche storie semplici e spensierate possano intrattenere, divertire e, perchè no, far riflettere (e magari anche di più rispetto a chi si prende sul serio).
È questo il caso di Abbott Elementary, comedy di ABC che sta continuando a fare incetta di premi sia agli Emmy che ai Golden Globes.

WELCOME TO THE ABBOTT


Il primo episodio introduce il corpo docenti della sottofinanziata e mal gestita Abbott, scuola elementare di Philadelphia. Qui la maggior parte degli insegnanti non dura più di due anni, infatti gli unici insegnanti giovani che sono sopravvissuti all’anno precedente sono Janine Teagues (interpretata da Quinta Brunson, che è anche la creatrice della serie) e Jacob Hill (Chris Perfetti).
Il pilot ruota attorno ad una necessità quotidiana, ovvero l’assenza di stuoini per i ragazzi. Il problema da risolvere è molto semplice ma allo stesso tempo funziona nelle dinamiche dell’episodio perché rappresenta una situazione della vita di tutti i giorni in cui ognuno potrebbe rivedere il proprio ambiente lavorativo. Janine collabora quindi con le veterane Barbara (Sheryl Lee Ralph) e Melissa (Lisa Ann Walter), mentre allo stesso tempo la “sala professori” dà il benvenuto al disilluso supplente Gregory (Tyler Lee Williams).
Quinta Brunson dona spessore all’episodio aggiungendo sottotesti parecchio interessanti. Attraverso la storyline di Janine, idealista e determinata, viene esplorato il tema dell’affermazione di sé stessi tramite l’umiliazione degli altri sul luogo di lavoro. Allo stesso tempo la sagace Melissa, italo-americana con connessioni discutibili, insegna alle matricole una bella lezione. Quando si subiscono ingiustamente dei soprusi, quanto è rilevante usare dei mezzi che non siano totalmente corretti dal punto di vista etico? La “via burocratica” spesso perde contatto con la realtà e questo episodio lo insegna a Janine e Jacob (e anche al pubblico).

LA TRADIZIONE DEI  MOCKUMENTARY


Abbott Elementary è una sitcom che segue il noto stile del mockumentary, un falso documentario realizzato con intenti parodistici. Fra le più famose sitcom appartenenti al genere basti pensare a The Office e Modern Family. Coloro che le hanno apprezzate non possono che dare una possibilità al pilot in cui lo humor frizzante ed i tempi comici azzeccati e mai fuori posto fanno promettere decisamente bene.
Le visibili dinamiche da sitcom fra i protagonisti non stonano e risultano anzi svecchiate e rivisitate grazie ad un paio di accorgimenti. La riscrittura della classica dinamica mentore-allievo in un platonico amore non corrisposto fra Janine e Barbara convince. Inoltre, il duo dei “buddies” che però in questo caso non è rappresentato dai due uomini (tra cui invece c’è una buffa incompatibilità), ma dalle due insegnanti più anziane è vincente.
Il rapporto dei docenti con il cameran che sta a tutti gli effetti girando una docuserie è il fiore all’occhiello dell’episodio, grazie alle reazioni grottesche degli attori in camera che divertono e aggiungono elementi appartenenti al campo del “non detto” alla trama orizzontale della serie.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Le dinamiche da ambiente lavorativo sia familiari ma allo stesso tempo insolite
  • Tutto il cast, in particolare il duo Barbara-Melissa
  • Le reazioni in camera degli attori
  • I sottotesti semplici ma non banali
  • Nulla di rilevante

 

Dopo il primo episodio non si può che consigliare la visione del pilot di Abbott Elementary a tutti coloro che hanno apprezzato le sitcom dei primi anni ’10. Il cast convince e diverte, dimostrando come anche prodotti meno impegnati possano garantire discreto spessore e ottimo intrattenimento. Per tutte queste motivazioni non ci si può stupire del meritato Bless finale in prospettiva degli episodi successivi.

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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