Assassinio a Venezia recensione
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Assassinio A Venezia

Kenneth Branagh torna nei panni del detective Hercule Poirot per il terzo capitolo tratto dai romanzi di Agatha Christie.

4.7
(3)
Venezia 1947, il detective Hercule Poirot si è ormai ritirato nella città che affonda e ha assunto un bodyguard per tenere a bada i clienti che non smettono di cercarlo. Sebbene non sia intenzionato a tornare in servizio, un’amica di vecchia data, Ariadne Olivier, lo convince ad accettare un nuovo caso. A pochi passi da loro, in uno spettrale palazzo veneziano, vive una cantante lirica che ha perso la figlia in circostanze sospette e che, disperata per la sua perdita, vuole ricorrere ai servizi di una Medium. Il famoso detective si ritroverà in una situazione ben più complessa, dove i misteri da risolvere e gli omicidi da spiegare saranno più di uno. Hercule Poirot è tornato. 

 

Il 14 settembre è uscito in tutte le sale italiane il terzo capitolo della saga che vede protagonista Hercule Poirot, iconico detective nato dalla penna della leggenda del genere giallo Agata Christie. Il film Assassinio A Venezia si ispira al libro del 1969 dal titolo “Halloween Party” e, come i due capitoli precedenti Assassino Sull’Orient Express e Assassinio Sul Nilo, vede sempre alla regia lo stesso Kenneth Branagh.
L’attore e interprete del protagonista, sebbene abbia mantenuto il classico impianto whodunit che caratterizza l’opera dell’autrice, questa volta ha deciso di cambiare alcuni personaggi chiave nel libro e adattarli ad una nuova storia e, soprattutto, ha spostato l’ambientazione dalle campagne inglesi alla misteriosa e crepuscolare Venezia.
Il racconto originale, infatti, ha delle atmosfere ben precise, ispirate alle credenze e alle leggende della notte di Halloween che Branagh e lo sceneggiatore Micheal Green hanno cercato di ricreare nel film. Rispetto ai due film precedenti, la terza pellicola si rivela decisamente più dark e cupa e per la prima volta i toni si spostano sul genere horror finora inesplorato nella saga di Poirot\Branagh.
Il cast vede, oltre al “one man show” Kennteh Branagh, due stelle più luminose delle restanti: Tina Fey nei panni di Ariadne Oliver e Michelle Yeoh in quelli della Medium Joyce Reynolds. Insieme a loro anche Jamie Dornan, Kelly Reilly, Riccardo Scamarcio, Camille Cottin, Kyle Allen e il giovane Jude Hill che fanno parte del classico cast corale dei gialli della Christie e ormai anche della loro rivisitazione cinematografica.

LA VENDETTA DEI BAMBINI


La trama di Assassinio A Venezia è solo ispirata al libro della Christie, il regista e il suo sceneggiatore infatti si sono concessi non poche licenze poetiche che hanno reso il film più contemporaneo e più allineato ai blockbusters da jumpscare. Le atmosfere horror condite con un tocco di soprannaturalità sono apprezzabili, ma forse le classiche scene da salto sulla sedia sono state piazzate con poco senso rispetto alla fluidità del racconto.
Come sempre la storia ha per protagonista Hercule Poirot e anche in questo terzo capitolo Kenneth Branagh regala un’ottima interpretazione. Il rischio che il film risulti Branagh-centrico è sempre alto, ma l’attore e regista regge bene il colpo e dà spazio anche al resto del cast, in particolar modo alle protagoniste femminili e al giovane attore.
Se i jumpscare sembrano stonare, la regia ha adoperato altre scelte davvero azzeccate. Il film inizia infatti con una ripresa in diagonale che verrà ripetuta spesso nel corso dei 103 minuti di durata. Un effetto che permette allo spettatore di intuire che qualcosa di irregolare sta intervenendo negli eventi. A intervallare le diagonali, sono presenti anche molte inquadrature girate con lenti anamorfiche che restituiscono un effetto che rende le figure ovali.

A OGNUNO I PROPRI FANTASMI


Poirot è il ritratto della razionalità, un uomo che è abituato a risolvere i casi scomponendo e analizzando ogni dettaglio, una persona in grado di leggere con cura quasi ossessiva ogni gesto e movimento del suo prossimo tanto da poterne ricostruire perfino l’infanzia in pochi minuti. Elementi che restituiscono la figura di un detective che usa pedissequamente un metodo.
Le doti di Poirot sono sorprendenti e sono un classico del genere giallo. Sebbene la lucidità e la perfezione del ragionamento siano affascinanti, il momento più iconico dei tre film di Poirot risulta sempre il finale in cui il detective spiega la verità e soprattutto in che modo vi è giunto. Questa volta, però, il soprannaturale prende il sopravvento rendendo ancor più affascinante il conflitto interiore del detective.
Il protagonista per quasi tutto il film ha delle visioni e vacilla un po’: nonostante dal suo punto di vista razionale sembra impossibile che il Palazzo sia realmente infestato, il dubbio sull’esistenza di una forza soprannaturale lo mette in crisi. Alla fine però, svelato l’inganno della trama, più che sulle esperienze soprannaturali Poirot lascia lo spettatore a riflettere sul potere dei fantasmi personali.


Assassinio A Venezia è un buon film soprattutto grazie alle atmosfere, alla regia, e alla scelta di una location mozzafiato come Venezia. Il capitolo è decisamente il più riuscito dei tre e traspare quanto il suo fautore Kenneth Branagh sia innamorato del suo personaggio e di questo progetto. Qualcosa nella trama e nello svolgimento poteva essere approfondito e rivisto, ma in generale il tutto rimane piacevole.

 

TITOLO ORIGINALE: A Haunting in Venice
REGIA: Kenneth Branagh
SCENEGGIATURA: Michael Green
INTERPRETI: Kenneth Branagh, Tina Fey, Michelle Yeoh , Joyce Reynolds, Jamie Dornan, Kelly Reilly, Riccardo Scamarcio, Camille Cottin, Kyle Allen e Jude Hill 
DISTRIBUZIONE: 20th Century Studios
DURATA: 103′
ORIGINE: USA 2023
DATA DI USCITA: 14/09/2023 

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Vivo a Milano, ma sono una romana doc, guardo tante serie tv e film e nel mio tempo libero lavoro, faccio sport e viaggio tanto.
Mi piacciono molto i cani e amo le mezze stagioni, anche se non ci sono più.

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