Caleidoscopio – GialloTEMPO DI LETTURA 3 min

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Caleidoscopio Giallo RecensioneINFORMAZIONE DI SERVIZIO
Ogni recensione di Caleidoscopio è stata scritta come se fosse il primo episodio visto della serie, pertanto non tiene conto di informazioni viste e sentite in altre puntate proprio per rispettare il modo in cui la serie di Netflix è stata concepita per la sua fruizione.

Ed effettivamente chi scrive nulla sa di cosa sia accaduto in altri episodi, soprattutto di cosa i colleghi abbiano scritto nelle altre recensioni.
L’esperienza caleidoscopica del nuovo lavoro prodotto da Netflix estende così la sua peculiare caratteristica anche a chi di questa serie dovrà parlare. O di chi dovrà semplicemente spegnere il cervello e godersela.

COME FRUIRE DEL CALEIDOSCOPIO DI NETFLIX


Veramente si è di fronte ad un lavoro sperimentale, audace, coraggioso e vincente dal punto di vista dell’originalità? Sicuramente è da applaudire la voglia di una piattaforma streaming di guardare sempre al futuro, di abbattere schemi consolidati da decenni di televisione.
Ma l’idea di Kaleidoscope vuole fungere da stimolo per lo spettatore, oppure strizza l’occhio ad un ulteriore nuovo forma di fruibilità delle opere seriali? Riflettendoci oggi non è più necessario un televisore, talvolta nemmeno un pc, per poter divorare film o serie tv. Basta uno smartphone, un tablet o comunque accessori facilmente trasportabili in giro. Di conseguenza è facile pensare di guardare serie anche mentre si fa dell’altro.
Netflix deve incoraggiare qualcosa del genere o invitare ad uno sguardo attento e critico?
Ha veramente senso questa domanda?
Quanto è importante il consumo compulsivo per chi sforna continuamente prodotti inediti e non, originali e non, divisi in episodi e non?
Guardare uno show con poca attenzione richiede la reiterazione di dettagli, la possibilità di perdersi frammenti narrativi perché poi in qualche modo vengono comunque rigirati e riproposti, la possibilità di sbagliare ordine degli episodi.
In questo senso Caleidoscopio si pone come uno show per cui si può anche essere un po’ disattenti. Almeno questa è l’impressione dopo la visione di “Yellow – Giallo”.

ORDINE TEMPORALE


Quello che emerge fino a questo momento è che c’è una grande rapina in atto. Se la struttura narrativa della serie, mascherata da innovativa, sembra invece incoraggiare una visione disattenta e senza criterio, non è da meno il centro della narrazione. Pur presentata in maniera accattivante, la trama sembra non cercare nell’originalità il suo punto forte. Basti pensare che La Stangata è del 1973 e Ocean’s Eleven è del 2001.
Il genere dell’heist movie gioca di per sé sulla discontinuità temporale, basti pensare alla classica sequenza in cui, nell’illustrare un piano, allo spettatore ne viene già mostrato lo svolgimento. In questo caso sembra che il tutto sia stato espanso in un complesso e confuso puzzle di 8 episodi. Nello specifico, i momenti cardine che vengono presentati sono:

  • presentazione i personaggi, con un particolare occhio su Hannah (anche se non si sa ancora chi possa essere il padre del nascituro);
  • raggruppamento della crew;
  • Il colpo utile a raggranellare il capitale iniziale;
  • presentazione delle vittime della rapina più importante;
  • far presente allo spettatore che ci sono buchi qui e lì quindi è importante che guardi anche gli altri episodi.

PERSONAGGI


La presentazione dei personaggi sembra, anche in questo caso, non volersi distaccare da stereotipi di genere: donne in carriera, teste calde, personaggi fenomenali con delle fisse particolari, veterani delle rapine che si sono ritirati ma che quando fiutano il colpo della vita non ci pensano due volte a tornare in pista.
Il cast azzeccato (chi più, chi meno) e il nome prestigioso di Giancarlo Esposito contribuiscono ad una crescente curiosità, anche di fronte ad accattivanti stratagemmi per catturare il pubblico e ad un genere non di primissimo pelo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La struttura comunque accattivante
  • Giancarlo Esposito
  • Si intravedono vuoti narrativi che potrebbero essere colmati negli altri episodi, quindi la curiosità aumenta
  • Lo stile innovativo potrebbe essere una forma di generalizzazione della struttura a episodi, volta ad incitare lo spettatore ad utilizzare meno attenzione
  • Stile non certo innovativo
  • Qualche personaggio stereotipato

 

Episodio e show a cui concedere il beneficio del dubbio. La struttura irregolare potrebbe rappresentare un enorme rivoluzione seriale come una paraculata cosmica.

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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