Caleidoscopio – RosaTEMPO DI LETTURA 4 min

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INFORMAZIONE DI SERVIZIO
Ogni recensione di Caleidoscopio è stata scritta come se fosse il primo episodio visto della serie, pertanto non tiene conto di informazioni viste e sentite in altre puntate proprio per rispettare il modo in cui la serie di Netflix è stata concepita per la sua fruizione.

“Pink – Rosa” narra gli accadimenti che avvengono 6 mesi dopo la rapina.
La natura poliedrica della serie dona all’episodio una duplice funzionalità: da una parte la conclusione dei percorsi tracciati sino ad ora, dall’altra un nuovo punto di vista iniziale dal quale trarre le proprie personali considerazioni su come gli eventi si siano svolti. L’episodio presenta sfumature malinconiche e scoraggianti, relative a personaggi che sono alla fine della corsa.

NONE OF US ARE FREE


Le conseguenze della rapina perseguitano la banda e, come suggerisce l’azzeccatissima colonna sonora di Solomon Bourke, nessuno di loro è libero dagli eventi passati. Senza la visione completa dei capitoli precedenti, i voltafaccia e le dinamiche iniziali risultano piacevoli sorprese dalle quali nascono immediate domande sui capitoli precedenti. In una visione “shuffle“, “Pink – Rosa” funge da flashforward che interroga lo spettatore e suggerisce la domanda “come si è arrivati a questo punto?”.
Per quanto riguarda la riuscita dell’episodio come singolo, il risultato è decisamente positivo, grazie ad una storyline verticale che accompagna senza sosta per tutta la durata dell’episodio, che allo stesso tempo è un buon epilogo per coloro che giungeranno a “Pink – Rosa” come ultimo capitolo. Un ultimo capitolo di vendette relative a tutto ciò che non ha funzionato.

ONE OF US IS CHAINED


Chi in fuga, chi alla ricerca di risposte, tutti i personaggi appaiono provati da un’esperienza che ha sicuramente visto tradimenti inaspettati, di cui non si è a conoscenza, e questo funziona. La verità è che si sta osservando solo una versione della vicenda e la mancanza di informazioni precedenti confonde ed intriga lo spettatore.
La tensione costruita lungo l’episodio è efficace, lasciando la libertà di fidarsi del punto di vista dell’episodio o di rimandare pareri e conclusioni al finale. Chi ha tradito chi e chi ha agito dietro le quinte?
A livello temporale è l’ultimo capitolo dei personaggi, perciò inevitabilmente “Pink – Rosa” possiede elementi conclusivi che gli altri capitoli non hanno. I membri della banda sono al loro canto del cigno, incastrati dalle scelte compiute in precedenza che ora si ripercuotono su di essi. La pressione e l’apprensione crescono durante l’episodio grazie alla colonna sonora. L’atmosfera è perfetta per far splendere un pazzesco Giancarlo Esposito, ma anche Jai Courtney e Emanuela Fanelli Paz Vega se la cavano bene con i loro personaggi che, seppur nei binari del genere heist, risultano avvincenti.
Ci si ritrova a fare il tifo per questi criminali, anche senza saperne il background, e ogni qual volta questo succede è un centro per la regista. Altri fronti purtroppo non sono altrettanto memorabili, mentre, nonostante l’esigua presenza, Rufus Sewell risulta una delle figure più interessanti grazie alle spontanee domande su come il suo personaggio sia finito in una precisa posizione.

NONE OF US ARE FREE


Il tema della serie più che sulla fiducia sembra indirizzato alla dispercezione delle motivazioni che spingono a compiere certe scelte e su come queste cambiano colore quando si analizza da un differente punto di vista.
Le scelte compiute condizionano gli eventi a cui si andrà incontro, rendendo prigionieri delle proprie ossessioni. Come è in questo capitolo per la vendetta. L’unico modo per liberarsi di queste catene è lasciarle andare, anche quando ormai si è andati troppo oltre.
L’episodio purtroppo non è esente da difetti, fra tutti la risoluzione di alcune storyline, leggermente fuori contesto (la fine della scena in salotto) e che parzialmente invalidano le motivazioni con le quali alcuni personaggi hanno agito.
Lo spettro del possibile sequel, tra l’altro probabilmente basato sui personaggi meno riusciti dell’episodio (e forse anche della serie), risulta l’ennesima paraculata malizia di casa Netflix.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La banda messa all’angolo dalle conseguenze della rapina
  • La crescente tensione condita dalla colonna sonora
  • La scena della spiaggia
  • Le domande che nascono riguardo a come si è arrivati a questo epilogo
  • Lo spettro di una seconda stagione assolutamente non necessaria basata su alcuni comprimari
  • Chiusura di alcune storyline non troppo convincente

 

Considerando “Pink – Rosa” sia come un epilogo che come prologo, non si può che lodare la scrittura dell’intreccio che collega gli eventi alla rapina e l’ottima tensione crescente lungo tutto l’episodio. La chiusura di alcune storyline non convince appieno, ma allo stesso tempo i punti di vista esplorati fanno venire voglia di sapere cosa sia successo prima. Rimane la speranza che la serie non abbia un seguito, mantenendo intatto lo spirito sperimentale di Caleidoscopio.

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