A sei mesi di distanza dal finale della settima stagione, Inside No.9 torna in grande stile con uno speciale natalizio a tema horror (che si può considerare come inizio dell’ottava stagione) che rappresenta un po’ la summa di ciò che Pemberton e Shearsmith hanno voluto portare sul piccolo schermo negli ultimi otto anni con il loro piccolo gioiellino televisivo.
“The Bones Of St. Nicholas” riesce così a regalare allo spettatore una storia coinvolgente, molto ben scritta, dai risvolti horror e con il consueto finale a sorpresa a coronare il tutto. Il risultato è un altro ottimo Christmas special che sotto alcuni aspetti ricorda quello del 2016, “The Devil Of Christmas“, perfetto per gli amanti delle storie horror raccontate attorno ad un falò e che come sempre riesce, in soli 30 minuti, a mettere in scena una storia solida e dai protagonisti impeccabilmente caratterizzati.
L’INGANNO DELLA CADREGA MANDIBOLA
La puntata si apre su una vigilia di Natale nevosa e spettrale, con l’arrivo del Dr. Jasper Parkway (Pemberton) in una chiesa – la stupenda St. Mary’s Church di Rostherne, Inghilterra – in cui è possibile pernottare a pagamento in cambio di un soggiorno esclusivo in un ambiente storico ed è anche teatro di leggende e miti come quello che sarà poi al centro dell’intero episodio.
Il direttore della chiesa (Simon Callow), appare fin da subito un individuo cordiale, affabile e stranamente, fatta eccezione per la noncuranza finale nei confronti del cadavere appeso di Parkway, il personaggio non nasconde quel lato oscuro che sicuramente sarà stato immaginato da gran parte del pubblico a casa. Una caratterizzazione volutamente ambigua per confondere lo spettatore ormai avvezzo ai colpi di scena e alle backstory macabre a cui Inside No.9 lo ha abituato in questi otto anni di messa in onda.
Ad affiancare il pomposo dottore arriva quindi la coppia sposata composta da Pierce (Shearsmith) e Posy (Shobna Gulati) ai quali viene affidato il ruolo di comprimari nonché “distrazione” dal misterioso piano che Parkway sembra in procinto di mettere in atto.
Nel corso della sua esplorazione, il dottore sembra essere tormentato da una figura coperta da una lunga tunica rossa, la stessa, parrebbe, indossata dal San Nicola sprovvisto di mandibola esposto nella chiesa e protagonista della storia di fantasmi raccontata dal direttore Callow. A questo si aggiungono candele che si spengono da sole, un raschiare compulsivo e orrorifico sullo sfondo ma, soprattutto, una scarpa misteriosamente piovuta dal cielo. Scarpa che, nella sua effettiva consistenza materiale, solleva qualche dubbio in merito a questa “premonizione” e al suo funzionamento: se si trattasse di semplici presagi di morte, infatti, sarebbe lecito aspettarsi si tratti di visioni e non di presenze effettivamente tangibili. Si tratta comunque di una “licenza poetica” che non intacca minimamente il risultato finale. Semplice pignoleria da recensori.
“I WAS BORN TO BE BELSNICKEL“
Pierce: “Do you believe in ghosts now?”
Dr. Parkway: “Of course not. We are pattern-finding creatures, and we rationalise what we don’t understand with ridiculous stories.“
Dopo aver preso in prestito la mitologia legata ai Krampus per il suo primo speciale di Natale nel 2016, Inside No.9 decide di spostare il focus direttamente sulla figura di San Nicola, Vescovo di Myra, personaggio storico da cui derivano tutte le versioni moderne di Babbo Natale.
San Nicola che, proprio secondo la leggenda narrata dal Dr. Parkway, una volta divenuto vescovo, ritrovò e riportò in vita tre fanciulli, rapiti ed uccisi da un macellaio malvagio che li aveva prima uccisi e poi messi sotto sale per venderne la carne. Da qui la sua “nomina” a santo protettore dei bambini e la meno conosciuta tradizione natalizia di appendere, nascondendolo, un cetriolo all’albero di Natale con la promessa di una ricompensa o di un anno pieno di fortuna per chiunque lo trovi.
Probabilmente il Dr. Parkway il cetriolo lo leva pure dall’hamburger di McDonald, almeno a giudicare dalla fine ingloriosa a lui destinata nei secondi finali dell’episodio, oppure si tratta semplicemente della giusta fine per un cacciatore di reliquie senza scrupoli. Poco importa, perché le risposte che contano arrivano prontamente al termine di questa mezz’ora, rivelando anche il ruolo chiave giocato da Pierce e Posy, quantomeno a livello di storytelling, che da semplici comprimari e “distrazioni”, diventano il ritratto del classico matrimonio felice che in realtà nasconde profonde ferite interiori. In questo caso la perdita del figlio a causa di un incidente avvenuto quando Posy era incinta. Incidente che si configura come l’ennesimo pretesto narrativo per rivelare al pubblico l’ingrediente mancante: quello della premonizione.
Un racconto in pieno stile Inside No.9, scorrevole nella sua leggerezza da comedy e impreziosito da un tocco di malinconia portato dai personaggi di Gulati e Shearsmith. Lo spettatore trascorre a malapena una notte insieme a loro, eppure ben presto si renderà conto che quel pagliaccio irriverente che scambia ostie per Rich Tea, non è lì soltanto per smorzare l’atmosfera spettrale con le sue gag, ma per impreziosire con un tocco di malinconia il già ottimo ordito narrativo imbastito dai due creatori della serie. Se poi aggiungi anche Simon Callow, voce di numerosi audiolibri nonché narratore di Christmas Carol, intento a raccontare una storia di fantasmi con la sua voce calda e avvolgente, il risultato non può che essere perfetto.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
“The Bones Of St. Nicholas” è una brillante storia di Natale – seppur macabra – che parla sì di fantasmi e oscure presenze, ma che si configura anche come vero e proprio racconto con morale, in pieno spirito natalizio, al termine del quale il dr. Parkway viene punito per aver tentato di rubare un antico tesoro, peccando di avidità nel periodo dell’anno in cui, tradizionalmente, bisognerebbe essere più generosi. Insomma, Pemberton e Shearsmith, grazie alla loro creatura, sono riusciti a compiere l’ennesimo miracolo natalizio. Il tutto in 30 minuti, tra l’altro.
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.