Inside No.9 9×05 – Curse Of The NinthTEMPO DI LETTURA 3 min

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Inside No.9 9x05 RecensioneNon potevano certo esimersi gli autori di Inside No.9 ad affrontare una delle più celebri maledizioni riguardanti il numero 9. Famose sono le none sinfonie di molti compositori nella storia della musica occidentale, altrettanto famose sono le vicende riguardanti incompiute decime sinfonie.
Shaersmith e Pemberton decidono questa volta di condensare, nella solita scarsa mezz’ora, una storia con al centro la musica, dal sapore un po’ gotico un po’ horror. Una puntata forse vagamente approssimativa, per quanto riguarda il colpo di scena, e frammentata nella scansione della storia. Si può quasi dire sia il bottle episode meno bottle episode dell’intero show.

EPISODIO A TEMA


Va riconosciuto agli autori che decidono di trattare un argomento poco viene lasciato al caso. Sarebbe quasi comprensibile che in 29 minuti il tema in questione venisse sfiorato appena, trattato superficialmente, senza comunque perdere la sostanza della storia. “Curse Of The Ninth“, invece, immerge lo spettatore all’interno del mondo della composizione, della storia della musica, dell’estetica musicale.
La 9×05 è infarcita di termini tecnici, riferimenti ad altri compositori (Beethoven e la sua nona sinfonia vengono appena citati), oltre che di reali retropensieri interni al mondo accademico: paranoie, frustrazioni, invidie e, appunto, maledizioni. Sembra quasi come se lo sfondo horror che caratterizza la puntata sia solo un escamotage, utilizzato proprio per dipingere uno scenario di prima metà del Novecento con la musica come tema principe.

FRAMMENTAZIONE TEMPORALE E SPAZIALE


Ciò che colpisce (e forse convince poco) di questa puntata è la sua struttura atipica per gli standard di Inside No.9. Vero è che l’episodio si svolge nella sua totalità all’interno di una villa, ma la scansione degli eventi fa perdere un po’ la sensazione di stesso luogo-stesso tempo che spesso caratterizza la serie.
Non che altri episodi in passato non abbiano visto salti temporali, ma questa volta l’economia della narrazione ha necessitato di diverse angolazioni e punti di vista. Si inizia con il suicidio del compositore, poi arriva il salto temporale con l’arrivo dell’accordatore, ulteriore salto temporale alla sera, fino al ritorno dell’accordatore colpito parzialmente dalla maledizione, per arrivare al passaggio della notte in cui prova a completare la nona sinfonia.
A tutto ciò si aggiunge anche la questione delle diverse ambientazioni. Lo studio del compositore è prevalente, però una certa importanza è rivestita anche dalla sala da pranzo e, soprattutto, la scena clou avviene in giardino, quindi in un esterno. Facile obiettare che lo spirito di Inside No.9 rimane comunque intatto, ma non si può negare che viene meno la struttura da singolo palcoscenico che è ormai il DNA della serie.

IL COLPO DI SCENA


Anche il colpo di scena di rito non può considerarsi tale. Soprattutto se si considera che questo avviene per una trovata repentina del protagonista che, con un omicidio sulla coscienza, ha comunque la freddezza di trovare lo stratagemma per non essere lui a completare sulla carta la sinfonia.
Gli eventi che seguono sono una diretta conseguenza: il personaggio di Natalie Dormer viene inseguita dal non meglio precisato mostro che aveva causato il suicidio del marito, cade dalle scale e muore male. Di fatto confermando la maledizione Il sapore gotico rende comunque gradevole il tutto, ma l’unico verso capovolgimento di fronte è rappresentato dal voltafaccia improvviso del personaggio di Shearsmith, che da apparente vittima si trasforma in carnefice.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Episodio che va nel profondo del mondo musicale
  • Atmosfera gotica
  • Frammentazione inusuale per Inside No. 9
  • Colpo di scena debole

 

Sicuramente non si può parlare di un episodio negativo, poiché la fattura di Inside No.9 non è mai in discussione. Lo stile è talmente riconoscibile che quando si recensisce si vanno a inquadrare piccoli punti e particolari che possono variare di episodio in episodio, sempre apprezzando moltissimo il marchio di fabbrica.

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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