Inside No. 9 9×04 – CTRL, ALT, ESCTEMPO DI LETTURA 4 min

/
5
(2)

Lo spunto narrativo delle escape room non era mai stato preso in considerazione da Shearsmith e Pemberton. Forse per un’abbondanza di tematiche che non sono mai apparse ripetitive, forse per una banale distanza anagrafica tra gli sceneggiatori e il boom di queste avventure interattive.
Chi può dirlo?
Tuttavia, proprio a ridosso del termine dello show, ecco che la tematica escape room viene sfoderata e utilizzata come ambientazione di questo “CTRL, ALT, ESC”.

L’ESCAPE ROOM CHE NON TI ASPETTI


Si può spesso intuire quale dei creatori di Inside No. 9 abbia preso il comando in specifici episodi. A volte è evidente dal tema trattato, altre volte dal tono. Generalmente, sono piuttosto riservati su questo, ma Reece Shearsmith ama la magia e ha dichiarato di preferire gli episodi più comici, mentre Steve Pemberton ha sempre avuto una predilezione per quelli più drammatici, oltre che per tutto ciò che coinvolge enigmi.
Pemberton interpreta Jason, un padre di famiglia appassionato di puzzle e rompicapi, che porta sua moglie Lynne (Katherine Kelly) e le loro due figlie, la riluttante adolescente Millie (Kalli Tant) e l’entusiasta sorella minore Amy (Maddie Evans), in una escape room a tema horror. La stanza si chiama The Killer’s Lair, gestita da un attore (Shearsmith), e le tensioni sembrano essere in costante crescita tra i membri della famiglia, apparentemente a causa della partenza di Millie per l’università. Anche se parte dei dialoghi lascia trasparire altre dinamiche in atto: Millie e Lynne, infatti, si ritrovano a discutere di ciò che sarebbe accaduto dopo, sottolineando come Jason non se lo aspetti minimamente.

LA SOLITA PUNTATA IMPECCABILE


C’è spesso una divisione in Inside No. 9 tra episodi in cui un colpo di scena scioccante avviene negli ultimi momenti della puntata e quelli in cui il colpo di scena si verifica relativamente presto. Il primo è efficace, ma può spesso sembrare affrettato, senza la possibilità di concludere la storia in modo soddisfacente, lasciando punti della trama irrisolti. Quando invece il colpo di scena si verifica prima, potrebbe essere meno scioccante, ma l’episodio nel suo complesso ne risulta generalmente più forte. Questo è il caso di “CTRL/ALT/ESC”, dove il grande colpo di scena arriva intorno al minuto venti.
Potrebbe sembrare tardi nell’episodio, ma dieci minuti sono un tempo significativo in un episodio di trenta minuti. Fondamentalmente, dà alla storia abbastanza spazio per respirare e permette alla trama di svilupparsi in modo più elegante e coerente. L’episodio si diverte con il concetto dell’escape room, ma dedica anche abbastanza tempo ai personaggi dopo il colpo di scena, in modo che il peso emotivo del finale sia meritato, risultando in uno degli episodi più toccanti e commoventi da un po’ di tempo a questa parte.

UNO SGUARDO AL PASSATO


La struttura e la narrativa di questo episodio inevitabilmente invitano a fare paragoni con “The 12 Days Of Christine”, ma come toni richiama di più “Love’s Great Adventure”.
Questo episodio è una combinazione efficace di due tipi di storie di Inside No. 9, quelle che trattano situazioni più pesanti e sentite come, per l’appunto, “The 12 Days Of Christine” e “Bernie Clifton’s Dressing Room”, e quelle in cui gli interessi personali di Pemberton e Shearsmith plasmano la storia. Esempi precedenti includerebbero l’amore di Pemberton per i cruciverba in “The Riddle Of The Sphinx”, o l’amore di Shearsmith per la magia in “Misdirection”.
È anche una grande parodia horror, con un’ambientazione e una cinematografia che danno all’episodio la sensazione distinta di trovarsi all’interno di un film di Saw. Fortunatamente, si tratta solo di una breve deviazione, ma è comunque piacevole vedere un altro sottogenere horror venire depennato dalla lista di “omaggi” fatti dai due creatori/interpreti: il gotico (“The Harrowing”), il giallo (“Private View”), l’horror folk (“Mr King”) e questo senza nemmeno menzionare le personali lettere d’amore a Nigel Kneale (“The Devil of Christmas”) o MR James (“The Bones Of Saint Nicholas”) o le loro interpretazioni dei testi horror tradizionali in “The Stakeout” e “How Do You Plead?” Mentre l’estetica è stata apprezzata, è gratificante appurare come i due non si siano accontentati di fare semplicemente un episodio su un’escape room, ma abbiano optato per qualcosa di decisamente più stimolante.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Un episodio completo sotto tutti i punti di vista: background e personaggi, colpi di scena, finale, drammaticità e (questa volta) pure un lieto fine o apparente tale. Quanto mancherà questa serie tv?
  • Veramente nulla

 

“CTRL/ALT/ESC” è uno degli episodi più emotivamente risonanti che Inside No. 9 abbia mai prodotto, mescolando intensità, commozione e calore in un modo che pochi altri episodi riescono a fare. Una considerazione, quella dove si appunta che l’episodio sia “uno dei migliori”, che continua a essere riportata all’interno delle nostre recensioni. Sintomatico di uno show che trova sempre il modo di migliorarsi, acquistando di qualità con il passare del tempo. Questa nona stagione potrebbe facilmente diventare la migliore dello show se gli ultimi due episodi riusciranno a reggere il peso.

Quanto ti è piaciuta la puntata?

5

Nessun voto per ora

Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

Precedente

Inside No. 9 9×03 – Mulberry Close

Prossima

Kind Of Kindness

error: Nice try :) Abbiamo disabilitato il tasto destro e la copiatura per proteggere il frutto del nostro duro lavoro.