Come una sentenza, arriva marzo e non può che ripartire Grey’s Anatomy con le medesime dinamiche ormai consolidate, dal 2005 a questa parte, dell’episodio post mid season.
I cliffhanger vengono riassorbiti e limitati nel loro effettivo peso specifico quindi mentre tutte le finte attese del precedente episodio vengono progressivamente smontate, si cerca di presentare la seconda parte di stagione e ciò che attende al pubblico. Il risultato? Mika se ne è andata e a livello di impatto emotivo sugli altri specializzandi (fatta eccezione per Jules) sembra fregare veramente poco a tutti; la sparatoria serve solo ad avvicinare Jo e Lincoln in un bel momento famigliare; Lucas ha qualche lieve ripercussione a causa della sparatoria (PTSD o un più semplice attacco di panico) giusto per far tornare utile Ben che altrimenti è nullafacente dopo la fine di Station 19; la coppia Owen-Teddy sembra pericolosamente avvicinarsi al capolinea.
OWEN E TEDDY IN ROTTA DI COLLISIONE?
Quest’ultimo è forse uno dei punti più dolenti dell’intera puntata e stagione: assodata la poca importanza di entrambi i personaggi in termini di storyline e il conseguente fastidio che procurano durante la visione, non sembra una brillante idea gettare nuovamente a vento l’opportunità di lasciare “accasato” Owen. Specialmente considerata la poca capacità del personaggio di saper tenersi stretta la persona che ama.
Con Cristina e Amelia uno dei problemi era sicuramente l’assenza di dialogo e l’incapacità di aprirsi per esternare i propri veri sentimenti e paure. Nel finale di puntata con Teddy si percepiscono le medesime vibe. Una sensazione di già visto che fa accapponare la pelle soprattutto se questo significa riportare al centro di una sottotrama Owen, la sua solitudine, la sua tristezza. E Teddy? Tornata in Grey’s Anatomy principalmente per dare una spalla su cui piangere ad Hunt dopo il divorzio con Amelia, se tutto dovesse crollare cosa significherebbe per il personaggio interpretato da Kim Raver? Considerati anche alcuni dialoghi e il suo modo di fare non troppo simpatico (con Ben, ma anche con Simone e Owen stesso) lo show sembra quasi voler tenere aperta la porta di uscita.
ALTRI VARI PROBLEMI
La sparatoria, come detto, si conclude con un nulla di fatto: Jo e Lucas illesi, il rapinatore ferito al torace e guardato torvo da chiunque all’interno dell’ospedale, tanto da quasi dare l’idea che nessuno abbia intenzione di curarlo. E, anzi, l’operazione chirurgica che lo vede coinvolto sembra quasi essere boicottata.
Ma nulla di veramente importante.
Lucas nonostante faccia il macho per metà episodio poi si scopre avere dei contraccolpi psicologici legati a quanto accaduto (ma va? Difficile pronosticarlo), corre in suo soccorso Ben giusto per fare minutaggio.
Jo è a sua volta illesa e tutto diventa buono per gettare l’ennesima sequenza strappalacrime da quadretto famigliare con Lincoln. Poi, nell’indifferenza generale, viene gettato nella mischia un nuovo medico, Marcus, collega di ostetricia. Sorvolando sulla scelta di avere un personaggio sufficientemente carismatico (all’Arizona, cercando un termine di paragone) e non sfruttarlo minimamente fino ad ora…questo Marcus dove si è nascosto?
Non pare essere un volto nuovo all’intero dell’ospedale, quello che si può sperare è di vederlo ancora in scena. Magari non coinvolto in qualche puerile sottotrama.
MIKA CHI?
Mika se ne è andata, quindi giusto ricordarla in due dialoghi (Richard-Miranda e Jules-Kwan) e poi il nulla. Nessuna reazione, tutto tace. È chiaro che non si poteva andare avanti per mesi con la stessa storia del “sigh sigh se ne è andata sob sob”, però quanto meno un minimo di decompressione sarebbe stata legittima. Anche perché a livello temporale questa puntata è appiccicata alla precedente, quindi è come se (esagerando) fossero passate al massimo un paio di ore. Un po’ esagerato questo disinteresse.
Per la rubrica “quando Grey’s Anatomy era ancora bello”: gli sguardi attoniti e basiti (F4) di Simone, arrabbiata per doversi applicare a salvare la vita a chi ha attentato a quella del suo fidanzato (lo è?), hanno sostituito i bei dialoghi/monologhi sulla moralità e correttezza in campo medico che venivano propinati a spron battuto da chiunque nei primi episodi. I bei tempi andati.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Niente Meredith all’orizzonte, solita confusione di trame post mid season finale e poco altro: altro episodio che va in archivio senza eccessiva infamia e senza lode. L’unico numero ora da tenere sott’occhio sono gli ascolti, probabilmente stazionari ma pericolosamente vicino alla soglia dei 2 milioni. Il calo di ascolti potrebbe essere davvero l’unico vero motivo per cui a Grey’s Anatomy venga staccata la spina perché di tutto il resto non sembra interessare minimamente a nessuno. Una bella fregatura.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.