Lo spettatore di Doctor Who, secondo un ipotetico parere degli autori, ha bisogno di riscaldamento. La verità è che gli appassionati della pluridecennale serie sci-fi britannica in realtà riscaldati ci arrivano di già. Carichi a pallettoni per trame orizzontali, paradossi temporali, richiami e collegamenti tra stagioni. Ma gli autori ci vogliono andare piano, soprattutto quando è necessaria l’introduzione di un nuovo personaggio.
Ovviamente andarci piano non significa proporre un episodio lento e con pochi avvenimenti o spunti. Semplicemente si fa riferimento a quella serie di scelte narrative per cui l’impressione è che non ci si siano impegnati poi tanto a livello di trama. Troppo occupati a fare le presentazioni con una nuova companion, una nuova incarnazione o semplicemente una nuova storyline orizzontale, iniziata vagamente a essere disseminata qui e lì.
TUTTO QUELLO CHE SI PUO’ PERDONARE E NON AD UN PRIMO EPISODIO
Non ci si può certo stupire per la gran velocità con cui tutto accade. La trovata della stella comprata da Alan era un terreno ancora non battuto in Doctor Who, demenziale il giusto per poter essere inserito all’interno di uno show che ha sempre dimostrato di non volersi prendere troppo sul serio, soprattutto per quanto riguarda le trame verticali degli episodi.
La caratteristica principe delle season premiére è proprio quella di una trama vaga, approssimativa, quasi ironica. Un puro escamotage utile a mettere al centro dell’attenzione altri aspetti importanti o che saranno importanti in seguito.
Ad esempio, dei robot così standard, in un universo narrativo dove sono passati Dalek e Cybermen, non possono catturare particolarmente l’attenzione dello spettatore affiatato. Lo stesso Alan, prelevato dalla Terra e costretto a diventare una specie di ibrido, richiama a Davros e ibridi vari qui e lì.
Sicuramente più interessante l’aspetto della sfasatura temporale, per cui il certificato di Belinda che aveva dato vita al suo mito era in realtà arrivato dal futuro, oppure lo stesso Alan prelevato dopo ma arrivato 10 anni prima nel pianeta. Certo è che la stessa sfasatura temporale è sicuramente un espediente di comodo che, seppur affascinante, risulta come un qualcosa messo lì appositamente per favorire questo risvolto di trama, senza essere sufficientemente spiegato.
ESALTARSI E NON PER ALCUNE COSE DI UN PRIMO EPISODIO
Sicuramente però il ritmo è alto e l’episodio scorre piacevole (anche se l’inizio strizza un po’ l’occhio alla 3×01 e all’introduzione di Martha). Ncuti Gatwa continua a rivelarsi un volto efficace per la rivoluzione targata Disney (che comunque continua ad avere il difetto di aver un po’ banalizzato la messa in scena di Doctor Who). Le trame orizzontali presentate risvegliano sufficientemente la curiosità di vedere i successivi episodi. Pregio non da poco per una premiére. Il mistero della companion e della sua discendente, Mrs. Flood, ciò che accadrà il 24 maggio 2025 sulla Terra: ce n’è a sufficienza per aspettarsi altri piccoli indizi e riferimenti anche in episodi filler e dalla trama risibile (ogni riferimento al promo del prossimo episodio è puramente casuale).
L’USATO SICURO E NON
Vero è che il volto già visto di Belinda è un già visto troppo già visto. Basti pensare all’apparizione di Colin Baker prima di diventare la sesta incarnazione del Dottore, oppure Lalla Ward che prima di vestire i panni di Romana era apparsa ricoprendo un altro ruolo. Ma almeno nella serie classica la cosa venne fatta cadere lì. Nella serie moderna, prima di Belinda, ci sono stati casi simili in modo eclatante. Passi per Martha, la cui interprete compariva già alla fine della seconda stagione (la cosa venne giustificata con il fatto che erano cugine), o per il personaggio di Eve Myles nella 1×03, antenata della protagonista di Torchwood, ma per Peter Capaldi antico romano e per Clara sparpagliata nella timeline del Dottore sono state costruite intere trame. Ora ancora non si sa quale sarà la soluzione per quanto riguarda Belinda e la sua discendente assolutamente identica. Chissà, magari si terrà conto dei precedenti per non risultare ripetitivi. Soprattutto perché le due stagioni sono troppo ravvicinate, oltre al fatto che sono state probabilmente pensate insieme e girate a stretto giro, per poter pensare ad una semplice scelta maldestra del cast.
Come primo acchito, tuttavia, di fronte ad una oggettiva curiosità, è presente anche un mesto “ah, di nuovo”.
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Nel web qualcuno fa notare che Belinda nomina il Tardis senza che il Dottore gliene abbia fatto riferimento. Sarà importante o sarà stato nominato off-screen?
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.