La penultima puntata di sempre di Evil porta con sé il peso mentale delle aspettative di un progetto che si chiude oltre al peso più fisico e strategico di preparare il terreno per un finale di stagione serie che promette di essere intenso e, idealmente, risolutore. Tuttavia, mentre alcuni elementi narrativi riescono a catturare l’attenzione, altri sembrano rallentare il ritmo, indicazioni che portano a pensare che i coniugi King e il loro team di sceneggiatori stiano temporeggiando anziché abbracciare pienamente l’urgenza narrativa tipica di un penultimo episodio di una serie.
Uno degli aspetti più frustranti di questo episodio è proprio questo, ovvero la sensazione che il tempo stia scorrendo rapidamente verso un climax inevitabile, ma che gli autori non se ne rendano vogliano rendere conto. Invece di concentrarsi esclusivamente sulla trama orizzontale e sulle questioni urgenti che devono essere risolte, l’episodio introduce un caso del giorno piacevole ma evitabile visto il tempo rimasto a disposizione. Il paragone con Stephen Hawking, seppur divertente e capace di strappare un sorriso, non aggiunge nulla di sostanziale alla narrazione complessiva.
Questo focus su elementi che non contribuiscono direttamente alla progressione della trama principale sembra quasi un tentativo di riempire il minutaggio, sottraendo tempo prezioso agli sviluppi più cruciali e alle domande che attendono una risposta da tempo immemore.
BIG CIAO ALLA PARROCCHIA NEWYORKESE
Nonostante la frustrazione derivante dal caso del giorno, l’episodio riesce comunque a segnare dei progressi importanti per quanto riguarda lo sviluppo di alcuni personaggi.
La chiusura della chiesa e del complesso ecclesiastico rappresenta un momento significativo che, sebbene triste, ha un suo perché all’interno della trama. Questo evento non solo segna la fine di un’era per David, ma apre anche nuove possibilità, come dimostrato dalla sua “promozione” a Roma. Il suo trasferimento non è solo un cambiamento di scenario che purtroppo non si vedrà in prima persona vista la decisione di Paramount, ma un passo fondamentale nella sua evoluzione come protagonista nella lotta tra il bene e il male che definisce l’essenza stessa della serie.
Leland: “Think, David: your handlers didn’t want you peering into my mind. Why? They didn’t want you learning the same thing I did: that you have a choice. Free will.
And now that you’ve taken yet another step along the path to free will by coming and talking to me… the Entity will find out. They always do. Then they’ll give you some Vatican lie detector test, some asshole monk, that’s what they did with me but when that happens you’re marked. And if they can’t trust you, they get rid of you.“
PARALLELISMI E PIANI PER ALTRE STAGIONI CHE NON ACCADRANNO
Bisogna poi parlare di Leland e David perché c’è moltissimo da sviscerare.
È evidente che i King avessero già un piano a grandi linee per la quinta stagione, e questo si riflette chiaramente negli ultimi quattro episodi. L’introduzione del dipinto che si modifica e che rappresenta la fine del mondo non è solo un elemento visivo affascinante e stuzzicante, ma anche un chiaro indizio di ciò che si sarebbe potuto aspettare nel futuro della serie.
Allo stesso modo, la relazione tra David e Leland emerge come l’elemento più interessante, non solo di questa puntata ma forse dell’intera stagione. Attraverso i loro due confronti si scopre di più sulle motivazioni che hanno spinto Leland a lasciare la Chiesa e a passare al lato oscuro, motivazioni che David sembra iniziare a comprendere e sperimentare sempre di più in prima persona. Certo, bisogna considerare la non tanto vaga possibilità che Leland stia mentendo a David per confonderlo e farlo ritorcere contro l’Entità, però si ha la sensazione che le sue parole siano piuttosto oneste, soprattutto perché confermano la recente esperienza di David con il prete che fa da macchina della verità vivente.
Il parallelismo tra i due è incredibilmente potente, quasi a suggerire che, se le cose dovessero continuare a peggiorare, David potrebbe seguire un percorso simile. Tuttavia, l’episodio non dà alcuna certezza su ciò che accadrà, mantenendo un senso di suspense e anticipazione per il finale di serie.
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“Fear Of The Unholy” è un episodio che svolge il suo compito di preparare il terreno per il gran finale, ma lo fa in modo che lascia un po’ a desiderare. Mentre la relazione tra David e Leland e le implicazioni per la prossima stagione sono intriganti, la decisione di inserire un caso del giorno poco rilevante toglie spazio a ciò che sarebbe potuto essere un episodio molto più incisivo. Ora, tutto è pronto per un finale che dovrà rispondere a molte domande, troppe, direbbe qualcuno…
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.