“You don’t think I think about this every single day? I am committed. I am sworn here. I am pledged to God. And if that sounds like the Middle Ages to you, then fuck it, I am the Middle Ages. Because I am sick of all the broken promises in this world. And all the other shit. The evil. Five minutes on this computer, and I want to put my fucking head in an oven. Or commit to something above it all. I will not break this promise. Even if it breaks me. Even if I, even if I need Kristen.”
L’undicesimo episodio della quarta stagione di Evil deve essere ricordato innanzitutto per due motivi. Il primo è che segna l’abbandono del formato “How To” nei titoli, il quale è stato sostituito da “Fear Of”. Il secondo, invece, è che si tratta dell’ultima puntata scritta dai coniugi Robert e Michelle King, creatori dello show. Da un certo punto di vista, appare logico che l’ultima sceneggiatura dei King rappresenti la transizione decisiva verso il finale di serie.
Il sopracitato cambio dei titoli non è infatti casuale. Man mano che la minaccia del male sembra raggiungere New York, i protagonisti sono sempre più in difficoltà. Le loro vite stanno infatti perdendo tutte le certezze, lasciandoli in balia delle paure e dei dubbi che li attanagliano. Non a caso, in questo episodio l’unico a sorridere è il piccolo Timothy.
BLACK BLUFF
“Black Bluff: in which a Black person is promoted to a position of power when there is no power left.” (Urban Dictionary.com)
Quali sono le paure e le preoccupazioni di una persona adulta? Al netto delle differenze personali, probabilmente il lavoro e l’amore sarebbero in cima alla lista nella maggior parte dei casi. Al fine di mettere definitivamente in difficoltà i protagonisti, dunque, il male non poteva che agire su queste due direttrici.
Per quanto riguarda il lavoro, l’improvviso pensionamento di Ignatius e la nomina di David sono sembrati sospetti sin dall’inizio. Non vi erano, infatti, avvisaglie, né David è stato preparato per un ruolo di leadership. Non sorprende, dunque, la comunicazione – da parte dell’avvocato – del fatto che il programma di assessment debba essere chiuso, con il conseguente licenziamento di Kristen e Ben. Similmente, non sorprenderà se – nel corso della prossima puntata – arrivi la comunicazione della chiusura totale della diocesi.
Il gruppo di lavoro degli assessor, con il contributo di Sister Andrea, ha infatti ottenuto risultati importanti nella lotta al male. In vista dell’arrivo delle 60 famiglie a New York, l’ex azienda di Leland ha deciso di annientare il suo nemico più temibile. Ciò presuppone, necessariamente, un’infiltrazione del male all’interno della Chiesa, magari collegata anche ai misteriosi servizi segreti vaticani con i quali David collabora da tempo.
MARTY MCFLY
Oltre al lavoro, in questo episodio Kristen ha perso anche l’amore. O, quantomeno, la persona con la quale era sposata da molti anni. Grazie alle rivelazioni di Ellie, una donna che si è presentata come la Laura del 2054, Kristen ha infatti scoperto il tradimento di Andy con un’altra paziente dell’istituto presso il quale è ricoverato.
Da un punto di vista, la fine della relazione tra Andy e Kristen era inevitabile e doveva accadere prima del series finale. La coppia, infatti, non ha quasi mai funzionato sullo schermo e andava avanti per inerzia. Inoltre, come menzionato diverse volte nel corso delle recensioni, il personaggio di Andy era paradossalmente più utile – ai fini della narrazione – nei lunghi periodi in cui era assente.
Per gran parte della puntata, la versione della Laura del futuro sembrava alquanto convincente. Molti dettagli della vita personale della ragazza e del lavoro di Kristen potevano essere noti soltanto a pochissime persone. Tuttavia, introdurre il tema dei viaggi nel tempo a 3 episodi dalla fine sarebbe stato troppo anche per uno show come Evil. Per questo motivo, la rivelazione finale sulla vera identità di Ellie risulta essere apprezzabile. Il fatto che lei sia in realtà la paziente con la quale Andy ha tradito Kristen aggiunge quel tocco di ingegnosità e amarezza che da sempre caratterizza la serie.
BETTER CALL HENRY STICK
Oltre alla descrizione delle problematiche di Kristen e del suo team, l’episodio ha ovviamente parlato anche della vicenda che aveva concluso la puntata precedente, ossia l’arresto di Leland Townsend. In particolare, ampio minutaggio è stato dedicato al suo avvocato, Henry Stick.
Inizialmente presentato come impacciato e poco brillante, Stick è in realtà un demone abbastanza potente da suscitare timore, paura e reverenza negli occhi di Leland. La sensazione, dunque, è che l’avvocato giocherà un ruolo importante nella convention delle 60 famiglie e della lotta definitiva del bene contro il male.
Un altro aspetto rilevante della storyline giudiziaria di Leland riguarda la testimonianza del Dottor Boggs. Con il suo parere, infatti, potrebbe garantire a Leland la libertà dopo un paio di settimane in un istituto psichiatrico. Considerando la possibilità di controllare le sue azioni mediante la canzone “Alouette, Gentille Alouette”, questo compito non dovrebbe essere difficile per Leland ed Henry Stick. Tuttavia, gli autori sembrano aver intrapreso un percorso di continui inconvenienti e momenti tragicomici per il personaggio di Leland. Non sorprenderebbe, dunque, se Leland restasse in carcere e – dopo 4 stagioni di preparativi – la riunione delle 60 famiglie avvenisse senza di lui.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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A 3 puntate dalla fine, Evil continua a mettere i suoi protagonisti in una situazione sempre più precaria.
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.