Comunicazione di servizio
Fear The Walking Dead è una serie nelle cui recensioni scatta da sempre l’inevitabile paragone con la sua serie madre. Questo particolare (e la serie di commenti probabilmente ripetitivi che caratterizzano il resto delle recensioni) ha spinto la redazione di RecenSerie ad un nuovo sistema di stesura. Lo sparuto team di superstiti che ancora persevera nel recensire suddetta serie svolgerà un lavoro cooperativo. I lettori avranno modo di seguire un’interazione spesso negata dalla scrittura distaccata delle restanti recensioni. I tre recensori (Martin, Fabrizio, e Valerio) interagiranno tra loro, instaurando una dialettica che, con la forma del dialogo (anzi, del trialogo), punterà a commentare questa settima stagione di Fear The Walking Dead. Ogni settimana uno dei tre recensori assumerà il ruolo di “intervistatore” stuzzicando gli altri due con tematiche e punti di interesse individuati durante la visione.
DOMANDE SPARSE ED EVENTUALI
Martin: Il mio personale odio per certi personaggi è riemerso prepotentemente nel momento in cui Al è comparsa in scena avvolgendosi di un misterioso alone di mistero di cui a nessuno frega nulla, il tutto per mostrare un po’ dei suoi video. Si può parlare di egocentrismo?
Fabrizio: Ormai, essendo tutte puntate filler quasi monografiche, non ci si poteva aspettare niente di meno. Giusto una cosa era rimasta impressa nelle memoria dello spettatore: Al è una reporter e vuole documentare il post-apocalisse. Quindi giustamente gli autori hanno deciso di andare sul sicuro riproponendo le dinamiche che già una volta avevano fallito. E poi le fai scopà, così de botto, senza senso.
Valerio: Il feticismo per i video rientra in quell’alone di nonsense che già aveva avvolto la questione birra. Un giorno forse alcuni critici e studiosi individueranno in questa scelta una sottile vena di genialità e consapevolezza artistica, utile a costituire un’opera di raffinato valore. Ma visto che noi giudichiamo ignorantemente nel presente, possiamo limitarci a dire che è na cagata pazzesca.
Martin: In termini più spicci: questa relazione saffica tra Al e la soldatessa durata sì e no mezza giornata può giustificare la morte di così tanta gente?
Fabrizio: Tira più un pelo…
Valerio: …che un carro di buoi.
CANNONATE
Martin: Vorrei dedicare un intero capitolo a questo nuovo modo cinquecentesco di uccidere i propri nemici perché, dopo il wrestling, forse siamo arrivati a toccare un nuovo apice. Cosa ne pensate del risultato? Vi ha soddisfatto vedere i soldatini ridotti in piccoli pezzi di pongo?
Fabrizio: Mi pare chiaro che ormai qui l’intento degli autori sia quello di spararla sempre più grossa. Prima il wrestling, poi le cannonate, tutto fatto in preparazione dello scontro finale tra Morgan e Victor. Scontro che ci regalerà dei momenti trash impareggiabili (nelle anticipazioni del prossimo episodio troviamo già perle come questa) e che, a fronte delle bassissime aspettative, avrà quantomeno il pregio di condurci sempre più vicini alla fine di sto pattume seriale.
Valerio: Qui ritorno la fissazione per un certo tipo di scelte strategiche. Al ha deciso che si devono uccidere le persone con un cannone? Basta, si farà così. Perché sì. Non un agguato con proiettili, o un accoltellamento nel buio. Quanto può essere fico usare palle di cannone?
Martin: Andiamo più sul realismo scenico ora. Considerando la difficoltà di reperire materie prime per la sopravvivenza (inclusa la birra e le maschere antigas), quante palle di cannone hanno ancora a disposizione?
Fabrizio: Realismo scenico? Ma l’hai vista l’uniforme di Victor?
Valerio: Vedi sopra.
ALTRE DOMANDE SPARSE ED EVENTUALI
Martin: Morgan e la sua ragazza di cui non mi ricordo il nome continuano a parlare della bambina che hanno salvato/adottato e di quanto vogliano essere genitori e del fatto che ora la identificano come loro figlia. Tutto molto bello se non fosse che hanno abbandonato la neonata dentro il sottomarino per almeno un’intera giornata da sola facendo addirittura un pit-stop per girare un’altra intervista importantissima. Qualche opinione sul loro essere genitori?
Fabrizio: La vita è fatta di priorità e chiaramente cercare di sfondare nel mondo dello showbiz è vitale in un mondo distrutto da apocalissi zombie/atomiche. La neonata è grande abbastanza per cavarsela da sola, tanto il sottomarino è pieno di latte in polvere.
Valerio: Interessante come in realtà poi Morgan e Grace (si chiama Grace, me lo sono ricordato di botto), dopo una puntata a loro dedicata, siano diventati viandanti e comparse in tutti gli altri episodi. Quindi dubito la bimba sia rimasta da sola solo una giornata.
Martin: Prendiamo un attimo ad esempio l’immagine che ho inserito perché si può constatare il realismo scenico del momento con Morgan che minaccia un soldato e lo stesso soldato che ha il mitra puntato alla sua ragazza di cui non ricordo il nome. Mi sembra piuttosto evidente che lo stallo qui sia fittizio e che Morgan non avrebbe dovuto vincerlo. Ma forse sono io che mi sbaglio…
Fabrizio: In primo luogo Morgan non dovrebbe avere un fucile in mano, ma grazie ai suoi superpoteri riesce prima a disarmare l’uomo che gli sta puntando un fucile sulla fronte e poi addirittura a lanciarlo via, il tutto naturalmente sotto gli occhi dell’altro soldato che decide bene di godersi tutta la scena per poi farsi fregare come un pirla da SuperMorgan.
Ed ecco che si rifà avanti il sopracitato realismo scenico.
Valerio: Non ricordo questa scena.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Tra il Kill ed il Burn Them All, l’unico punto a favore di FTWD è l’utilizzo del cannone. Unico vero divertissement della puntata.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.