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Recensione film The King's Man Le Origini
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The King’s Man – Le Origini

Alcune delle menti criminali e dei più grandi tiranni della storia pianificano di annientare milioni di persone. Un uomo lotta contro il tempo per evitarlo. Nasce così la prima agenzia di intelligence indipendente del Regno Unito.

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Alcune delle menti criminali e dei più grandi tiranni della storia pianificano di annientare milioni di persone. Un uomo lotta contro il tempo per evitarlo. Nasce così la prima agenzia di intelligence indipendente del Regno Unito.

Kingsman – Secret Service uscì nel 2014, basandosi sull’omonima miniserie a fumetti di Mark Millar, già autore di perle come Kick-Ass, ma anche di Civil War. Il film, diretto da Matthew Vaughn (The Pusher, X-Men – L’Inizio), aveva l’onere di avviare un nuovo franchise spionistico per la 20th Century Fox. Il successo che ne scaturì, sia al botteghino che dalla critica, diede l’opportunità di allargare questo nuovo assurdo universo sopra le righe con un sequel e poi con un prequel, appunto, The King’s Man – Le Origini.
The King’s Man – Le Origini era inizialmente previsto per settembre 2020, ed è stato rinviato (a causa della pandemia) ben cinque volte prima di uscire finalmente al cinema. Il terzo film della saga degli “uomini del Re” va dritto alle origini della mitologia, con uno stacco temporale non da poco, essendo ambientato a cavallo del primo conflitto mondiale. Per forza di cose, c’è anche un taglio netto nei protagonisti, introducendo personaggi totalmente nuovi, interpretati da un nutrito cast di star, in pieno “stile Kingsman”.

LE ORIGINI DEI GENTLEMEN


La trama di questo prequel si apre nel lontanissimo 1902, presentando un setting totalmente estraneo allo spettatore. Non esistono i Kingsman, vengono soltanto accennati i soprannomi arturiani, ma c’è il faccione di Ralph Fiennes (No Time To Die), che interpreta il duca Orlando Oxford. Oxford è un aristocratico inglese, ex ufficiale dell’Impero Britannico premiato con la Victoria Cross, ben noto nell’élite militare e politica inglese. Tra i suoi amici rientrano persone del calibro di Lord Kitchener (Charles Dance), Segretario di Stato per la Guerra, l’uomo più conosciuto dagli studenti, l’arciduca Francesco Ferdinando, e “nientepopodimeno” che Re Giorgio V (Tom Hollander).
Il duca di Oxford impersona il gentleman per antonomasia, incarnando lo spirito del Kingsman perfetto, e l’interpretazione di Fiennes non fa che aiutare. La storia narra di un’organizzazione fondata da Orlando, composta dai domestici e i maggiordomi dei più importanti palazzi del mondo, con lo scopo di evitare guerre e spargimenti inutili di sangue, come quello della sua amata moglie Emily.

A LEZIONI DI STORIA


The King’s Man – Le Origini fornisce un divertente ripasso sulle pagine di storia del XX secolo. La trama della pellicola si intreccia con gli avvenimenti storici più famosi del primo quarto di secolo, e le vicissitudini del duca di Oxford finiscono per influenzarli tutti in maniera decisiva. Viene presentata una lobby di personaggi subdoli, burattinai della prima guerra mondiale, tra cui figurano nomi come Gavrilo Princip e Rasputin (Rhys Ifans).
Ogni scena presenta un dietro le quinte di un avvenimento storico ben preciso, quasi come delle easter egg per gli appassionati di storia. La storia, quella reale, è ben nota, ed infatti rende meno efficace anche la storyline relativa a Oxford e il suo gruppo di servitori/spie. Il difetto congenito dei prequel, di avere un finale “obbligato”, viene in questo film accentuato da una macro-trama (lo scoppio e la fine della prima guerra mondiale) di cui lo spettatore già conosce l’esito. Resta comunque divertente l’esperimento di rielaborazione di fatti storici, talvolta andando un po’ sopra le righe, in perfetto “stile Kingsman”.

PRIMO PASSO FALSO DELLA SAGA


Purtroppo bisogna dire che Matthew Vaughn è incappato nel primo mezzo passo falso della saga. Il prequel non funziona benissimo per più di un motivo. Innanzitutto i protagonisti non convincono come i precedenti. Taron Egerton e Colin Firth erano magnetici e hanno rapito lo spettatore per teletrasportalo in un mondo assurdo dove un’organizzazione di gentlemen preserva le sorti del mondo. Ralph Fiennes e, soprattutto, Harris Dickinson (Trust) nei panni del giovane Conrad non garantiscono lo stesso effetto, anche a causa di una scrittura un po’ raffazzonata nel narrare gli anni che passano e gli eventi che succedono intanto.
In più c’è un altro elemento che finisce per far storcere la testa allo spettatore: la lingua. Non si può concepire che tutti i personaggi parlino tutti (e bene) la stessa lingua nonostante provengano da paesi diversissimi tra loro. Abbozzare un accento russo non salva la credibilità di un Rasputin che risulta più assurdo per il suo fluente inglese che per le acrobazie ballerine in duello.


The King’s Man – Le Origini è un film al limite della sufficienza, consigliato ai fan della saga e un po’ meno a chi non lo è. Riproporre, in altre vesti e con altri protagonisti, lo stesso paradigma di sceneggiatura del primo fortunato film della saga non produce gli sperati effetti. La regia di Vaughn è riconoscibile come sempre, ma il suo compito di produttore stavolta è da rivedere. Questo prequel è carente di personaggi solidi a cui lo spettatore può appigliarsi all’interno di una narrazione allucinante, quale è l’universo di Kingsman. Chissà se in un ipotetico sequel (c’è una sorpresa nei titoli di coda) si potrà ribaltare la situazione.

 

TITOLO ORIGINALE: The King’s Man
REGIA: Matthew Vaughn
SCENEGGIATURA: Matthew Vaughn, Karl Gajdusek

INTERPRETI: Ralph Fiennes, Gemma Arterton, Djimon Hounsou, Harris Dickinson, Rhys Ifans, Aaron Taylor-Johnson, Tom Hollander, Matthew Goode, Charles Dance, Stanley Tucci, Daniel Brühl
DISTRIBUZIONE: 20th Century Studios
DURATA: 131′
ORIGINE: USA/Regno Unito, 2021
DATA DI USCITA: 05/01/2022

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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