Recensione film No Time To Die 007 James Bond
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No Time To Die

Recensione di No Time To Die, ultimo film di James Bond interpretato da Daniel Craig, diretto da Cary Fukunaga.

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Bond ha lasciato i servizi segreti ma il suo riposo è di breve durata quando il suo vecchio amico Felix Leiter della CIA chiede il suo aiuto, portando Bond sulle tracce di un nemico armato di nuove armi tecnologiche pericolose.

 

Si conclude l’era Craig. E non poteva chiudersi in modo migliore. Il James Bond più iconico dopo il compianto Sean Connery abbandona gli abiti Armani e le Aston Martin dopo 15 anni di carriera all’interno della saga più longeva della storia del cinema. Stavolta dietro al timone c’è Cary Joji Fukunaga (Maniac, True Detective) e alle penne i soliti Purvis-Wade più la gradita new-entry Phoebe Waller-Bridge (Fleabag, Killing Eve).
No Time To Die sarebbe dovuto inizialmente uscire a dicembre 2019, in un periodo abbastanza ricolmo di epiloghi cinematografici, tra Avengers: Endgame e Star Wars: Episodio IX, così la MGM e la Columbia Pictures, insieme alla Universal che si è occupata della distribuzione, hanno raggiunto la scelta coraggiosa di spostare la data d’uscita ad aprile 2020. Tale scelta si rivelò un errore madornale, relegando No Time To Die al simbolo di un gruppo di film senza data di uscita a causa della pandemia.

FINE DI UN’ERA


No Time To Die è forse il più classico Bond-movie dell’era Craig per certi elementi, ma allo stesso tempo incredibilmente il più originale e coraggioso. A dire il vero l’intera gestazione post-Brosnan è sempre stata volta a svecchiare l’immagine dell’agente 007, sempre ancorato a stilemi cinematografici vecchi e risalenti agli anni ’60/’70. Il Bond di Daniel Craig, piaccia o no, è stato uno 007 attuale, moderno, fragile e, soprattutto, un uomo dietro la spia segreta.
Per la prima volta si è creato un legame narrativo, seppur sottile e quindi mai invadente, tra i vari film della serie, garantendo una piacevole atmosfera seriale allo spettatore, capace di affezionarsi ai personaggi secondari come Felix, M, Q e Moneypenny. A partire da Casino Royale, si è iniziato ad approfondire il James Bond piuttosto che 007, con la vicenda Vesper (finalmente archiviata nel primo atto del film), affrontando i demoni del passato in Skyfall e Spectre. Uno 007 moderno, rivelatasi una scelta vincente guardando gli incassi della MGM, nonostante le feroci critiche risalenti al 2006 per il casting di un Bond troppo diverso dall’immaginario collettivo, cose che oggi fanno abbastanza sorridere.

Lyutsifer Safin:James Bond. License to kill, history of violence… I could be speaking to my own reflection. Only your skills will die with your body, while mine will survive long after I’m gone.

IL CLASSICO BOND


Prima di passare ai tanti elogi, bisogna discutere dei difetti del venticinquesimo film della saga di 007 per un film che, comunque, non è perfetto. Forse le numerose emozioni provate al termine della visione della pellicola possono offuscare il giudizio, ma ci sono dei punti da obiettare nonostante il voto più che positivo nel complesso.
Innanzitutto le sparatorie sono fin troppo sopra le righe. Certo, non è una novità per la saga di James Bond, ma questi ultimi film erano risultati un pizzico più credibili. Vedere Daniel Craig sfuggire anche involontariamente a ogni pallottola incrociata fa storcere un po’ il naso.
Tuttavia, è roba da poco, soprattutto in confronto al problema del villain del film, interpretato da un comunque bravo Rami Malek (Mr. Robot). Il suo personaggio, probabilmente ispirato all’iconico Dr. No, è troppo poco presente e marginale, seppur comprensibilmente. La sensazione è che, mai come questa volta, il focus sia del tutto improntato sullo 007 di Daniel Craig, soprattutto per generare la giusta reazione emotiva nel finale. Quindi più che un problema di scrittura, il villain risulta un po’ una vittima sacrificale all’altare dei sentimenti.
Anche l’arma segreta (virus? Nanobot? Covid?) è poco chiara, forse anche figlia di qualche riscrittura opportuna durante il 2020. Volendo citare anche il brano poco incisivo di Billie Eilish, i contro di No Time To Die sembrano comunque difetti ponderati, di cui il film è perfettamente consapevole ma considera accettabili a fronte di una riuscita generale.

Madeleine:Why would I betray you?
James Bond:We all have our secrets. We just didn’t get to yours yet.

IL NUOVO BOND


La scena cold open è una forza. Per la prima volta negli ultimi cinque film in cui non appare Daniel Craig, suscitando anche qualche vibes in stile Bastardi Senza Gloria. Subito si viene catapultati tra le strade di Matera, rendendo un enorme omaggio ai panorami italiani, artefici del successo del Bond/Craig. L’intera sequenza italiana è tutto ciò che uno spettatore vuole vedere da un film di 007: amore, suspense, sparatorie al limite, inseguimenti mozzafiato e combattimenti corpo a corpo, tutto condito da una scenografia da pelle d’oca e la simpatica apparizione di Trenitalia (probabilmente per la prima volta in un Bond movie). La lunghissima durata di 163 minuti non è mai percepita, grazie a un montaggio serratissimo e un intreccio molto complesso, che non ha neanche fretta di farsi districare.
Il viaggio dell’era Craig finisce riunendo tutti i personaggi secondari (rimasti in vita) che gli spettatori hanno conosciuto nei film precedenti, compreso un Blofeld super-incisivo in pochissimi minuti di screentime, soprattutto se confrontato al vero villain del film. La Paloma di Ana de Armas è un personaggio azzeccatissimo, in cui si vede tutto l’estro della scrittura di Waller-Bridge, protagonista assoluto di tutta la sequenza cubana. Infine una grandissima nota di merito per il coraggio con cui si è voluto chiudere un’era cinematografica, con scelte originali e inaspettate, che impreziosiscono la pellicola elevandola a un caso raro in una saga fin troppo stereotipata.


Il film è più che promosso. Un prodotto curato dal punto di vista registico e soprattutto fotografico, grazie ad un Linus Sandgren (La La Land, First Man – Il Primo Uomo) sugli scudi. No Time To Die è probabilmente un film diverso da quello che sarebbe dovuto uscire a fine 2019, e questo è un bene. La frenesia dell’industria hollywoodiana ormai relega un tempo brevissimo di soli due anni per la produzione di un blockbuster. Quando però si ha la possibilità di lavorare a un prodotto per altri due anni (causando però non pochi problemi finanziari), ecco che si possono mettere a posto molte cose, regalando anche un degno epilogo allo 007 del nostro millennio.

 

TITOLO ORIGINALE: No Time To Die
REGIA: Cary Fukunaga
SCENEGGIATURA: Cary Fukunaga, Neal Purvis, Robert Wade, Phoebe Waller-Bridge

INTERPRETI: Daniel Craig, Léa Seydoux, Rami Malek, Christoph Waltz, Ralph Fiennes, Lashana Lynch, Ben Whishaw, Naomi Harris, Jeffrey Wright, Ana de Armas, Billy Magnussen
DISTRIBUZIONE: Universal Pictures
DURATA: 163′
ORIGINE: USA/Regno Unito, 2021
DATA DI USCITA: 30/09/2021

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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