“…e quindi uscimmo a rivedere le stelle“: Hart e Cole novelli Dante e Virgilio, dopo aver attraversato il loro inferno personale senza sconti, hanno finalmente ritrovato la speranza che si accende nel buio cielo della Louisiana, il non-luogo con spazi sconfinati intrisi di solitudine.
In questo ultimo episodio cadono definitivamente tutte le maschere e parte della risoluzione del caso conferma quello che Pizzolatto ci ha mostrato sin da “Long Bright Dark” : True Detective viaggia attraverso i due ispettori, i loro demoni, la loro umanità e la caccia al serial killer, seppure molto interessante è solo il pretesto per raccontarci tutto questo.
Siamo alla fine della storia, dove il più malvagio degli orchi viene eliminato, il Re Giallo non è più sul trono di un male atroce e senza eguali ed entrambi i nostri due poliziotti sono sopravvissuti a lui ed al percorso lungo diciassette lunghi anni che li ha visti trasformarsi fino all’epilogo del qui e ora.
Marty, è un uomo distrutto dalle sue scelte sbagliate, che ha vissuto parte della sua vita fingendo: il rapporto con Rust, i confronti avuti con lui, nei memorabili dialoghi in macchina, lo hanno aiutato a respirare, a rialzarsi dalla caduta, a perdonarsi e perdonare, a fare del passato esperienza e non peso impossibile per il futuro.
Rust ha cercato di sfuggire in ogni modo dalle sue ossessioni ma non può: è importante chiudere il cerchio trovando la verità e lui, il più nichilista, riesce a sconfiggere il suo più grande demone risolvendo il caso, dedicandogli tutta l’umanità di cui è capace, per poi rivolgere il suo sguardo alle luci del cielo, simbolo di una nuova vita che si prospetta brillante e non di una che lentamente si sta spegnendo.
Durante tutti i sette episodi precedenti abbiamo sempre visto un mondo estremamente crudele, sporco e vuoto di sentimenti positivi, incarnati a questo punto dalla crudeltà di Errol William Childress e da tutto quel male che porta con sè ma il finale, onirico e apocalittico insieme, ribalta questo filo rosso, proponendoci una completa evoluzione dei due protagonisti ricca e intensa, scavando così a fondo nelle loro anime tanto da farci restare senza parole.
Come suggerisce il titolo “Form And Void”, l’oscurità del mondo è stata illuminata dalla luce così come Hart e Cole sono stati cambiati da essa; dal secondo verso della Genesi: “the earth was without form and void, and darkness was over the face of the deep / la terra era informe e deserta e le tenebre coprivano la faccia dell’abisso“.
La regia di Fukunaga ha reso giustizia in modo esemplare a questa storia, soffermandosi sui paesaggi desolanti e realistici che spesso hanno parlato da soli, cornice perfetta di una desolazione umana che ha urlato tutto il suo disagio.
Le ultimi immagini sono dedicate ancora una volta a loro, Rust Cohle e Martin Hart, il cuore di questo show, i due uomini che ce l’hanno fatta, mostrando tutta la loro difficile fragilità; la musica in sottofondo, il dialogo sul bene e male: la magia di True Detective è tutta qui, nello spiegare con realismo estremo i concetti più alti, nel trasformare la struttura di una crime-story nella storia di vita di uomini a contatto con il buio dentro e fuori da loro e tutto questo non sarebbe stato possibile senza le straordinarie interpretazioni di Matthew McCounaghey e Woody Harrelson.
PRO:
- Sceneggiatura e regia impeccabili
- Finale inaspettato ma coerente con il percorso della narrazione
- Recitazione eccellente ed emozionante: in questo finale un Harrelson straordinario
- Tantissimi riferimenti letterari, mistici, filosofici (da Dante alla Bibbia, passando per Lovecraft e Nietzsche) che hanno dato ancor più sostanza al racconto
- Nessuno
After You’ve Gone 1×07 | 2.34 milioni – 1.0 rating |
Form And Void 1×08 | 3.52 milioni – 1.6 rating |
VOTO EMMY
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.