Sono passati quasi due anni dall’ultima stagione di Cobra Kai. Una novità per uno show che ha abituato gli spettatori a mantenere il solerte ritmo di una stagione all’anno, ma probabilmente giustificata dagli sforzi produttivi che la realizzazione di una dignitosa stagione finale hanno richiesto. Ebbene sì, la sesta stagione di Cobra Kai sarà il canto del cigno per quella piccola perla nata nel lontano 2018 per quella meteora di piattaforma chiamata YouTube Red (alzi la mano chi l’aveva già rimossa). Purtroppo, però, Netflix anche stavolta ci mette il suo zampino sporco dalla fame di denaro, spezzettando quest’ultima stagione in non due ma ben tre parti da cinque episodi ciascuna.
Una tattica non particolarmente gradita al pubblico, costretto a ingerire un prodotto spezzando l’emozione per mesi tra un cliffhanger e un altro. Dal punto di vista ricettivo, sembrano infatti quasi più di tre mini-stagioni da soli cinque episodi che altro. Ci sarà poi tempo, nel 2025, a serie finita, di godersi il ritorno di Karate Kid sul grande schermo con tanto di Ralph Macchio e Jackie Chan uniti, in una sorta di Spider-Man: No Way Home del karate.
La brutta notizia? Il film, per assurdo, non sembra essere per niente legato a Cobra Kai, e se fosse vero sarebbe un vero autogol per Sony.
Demetri: “[…] Yes, which is why we decided to take at least one thing off your plates. Coming up with our new dojo name.”
Falco: “Yes! After some spirited brainstorming and ad hoc focus-grouping, and also a dojo-wide vote, we have a winner. We give you… Miyagi Fang Karate!”
UN DOJO PER DUE STILI
Se qualcuno sperava in un’ultima stagione dal ritmo serrato ne rimarrà certamente deluso. D’altronde la decisione di allungare gli episodi a 15 comporta certamente un respiro più ampio, un ritmo narrativo più disteso, per raccontare con calma gli avvenimenti dell’ultimo anno tra scuola superiore e karate dei vari Miguel, Robby, Samantha e compagni. Innanzitutto c’è da sciogliere un nodo che probabilmente annoierà lo spettatore, che ha rivissuto la stessa e identica situazione già più volte nel corso delle passate stagioni.
Ogni qualvolta che Danny e Johnny decidono di allearsi finiscono per litigare come due bambini su qualsiasi sciocchezza, portando a uno scontro e a sciogliere dopo pochissimo tempo la loro potenziale alleanza. Stavolta il motivo della discordia è il nome del loro nuovo dojo. Inutile combinare Miyagi-do e l’Eagle Fang Karate, LaRusso non scende a compromessi rivelandosi come al solito un personaggio pieno di difetti quando ha a che fare con Lawrence. Per fortuna è proprio il protagonista interpretato da William Zabka a fare un passo indietro, determinato a scendere a patti pur di distaccarsi del tutto dalla filosofia del Cobra Kai.
TUTTI DALLO STESSO LATO
La situazione inedita che si presenta ai nastri di partenza di questa nuova e ultima stagione riguarda il cast adolescenziale. Infatti, per la prima volta tutti i ragazzi si trovano sotto lo stesso dojo, ad avere lo stesso sensei, a seguire la stessa filosofia pacifista e non-offensiva di karate. Una situazione molto bella, a lungo attesa dai fan dopo le infinite faide e peripezie, che però, una volta giunta, sembra forse non funzionare a pieno.
Dopo aver risolto (anche abbastanza sbrigativamente) anche l’ultimo nodo, ovvero quello riguardante Kenny che poteva essere forse ancora l’unico antagonista dopo il passaggio al “lato oscuro” nella scorsa stagione, ora sembra mancare un vero e proprio villain per tutti i ragazzi allenati da Johnny, Danny e Chozen. Il torneo sembra essere l’unica motivazione che spinge tutti questi ragazzi ad allenarsi e a migliorarsi, venendo meno però quel conflitto che è l’essenza di ogni narrazione. È una regola: se tutti sono amici e tutti si vogliono bene l’interesse cala.
COBRA KAI NEVER DIES
In realtà un antagonista c’è, e risponde come al solito al nome di John Kreese, anche se ormai non è più il personaggio monodimensionale dei film degli anni ’80, bensì un cattivo pieno di sfumature. Un veterano del Vietnam, segnato e manipolato dall’amicizia con il ben più crudele e subdolo Terry Silver. Ad ogni modo, se c’è qualcuno che può far risorgere il Cobra Kai, visto che dà sempre il titolo allo show, questo è il suo fondatore.
La speranza è che il Cobra Kai non rimanga nascosto dietro le quinte troppo a lungo, per far emergere presto gli attriti e gli squilibri che servono da traino per una serie così guidata dai suoi personaggi. Ad oggi per i protagonisti il Cobra Kai è un’innocua scuola di karate per bambini, in una simpatica gag con al centro il solito Pastinaca di Paul Walter Hauser, ma deve tornare ben presto a far tremare Johnny Lawrence e Daniel LaRusso.
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Esordio timido per la stagione finale di una serie così badass e adrenalinica come Cobra Kai. Ci si aspettava qualcosa di più, ma si vuole concedere un bonus per aver mostrato per la prima volta una situazione tranquilla tra i vari protagonisti, quasi utopica, sperando però che questa venga già stravolta nel prossimo episodio.
