From 3×04 – There And Back AgainTEMPO DI LETTURA 10 min

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Recensione From 3x04In un contesto narrativo ricco di sfumature e tensione, From continua a dimostrarsi una serie dal modesto spessore, riuscendo, seppur con i suoi difetti congeniti, a tessere un arazzo di eventi complessi e personaggi ben caratterizzati. “There And Back Again” si rivela così un episodio di grande intensità, capace di unire momenti di azione frenetica a riflessioni più intime e personali, evidenziando ancora una volta il talento degli autori nel gestire una narrazione senza dubbio multidimensionale.
Mentre la tensione cresce e la paura si fa sempre più palpabile, questo episodio porta con sé un mix di nuove rivelazioni e conferme inquietanti che non possono fare a meno di lasciare lo spettatore con una certa inquietudine, ma che dall’altro lato non fanno altro che mettere in evidenza le problematiche e i limiti intrinsechi allo show, quali ad esempio l’eccessivo attendismo mostrato a partire dalla stagione scorsa, ma soprattutto l’insensata riservatezza dei protagonisti in merito ad allucinazioni, visioni, sogni rivelatori e così via.
L’aspetto frustrante, infatti, risiede nella reticenza che i protagonisti continuano a mostrare nel condividere le proprie esperienze sovrannaturali con gli altri. Nonostante l’evidente realtà in cui tutti si trovano, nessuno sembra sentire il bisogno di parlare apertamente di visioni o eventi inspiegabili. È il caso di Jade, che solo adesso, in questo episodio, decide di condividere con Kristi e Kenny le sue allucinazioni, rivelando ciò che avrebbe potuto essere discusso molto tempo prima. La sua presunzione intellettuale può spiegare questa ritrosia, ma rimane comunque una decisione poco plausibile, vista la gravità della situazione. La mancanza di una riflessione collettiva sulle esperienze vissute risulta frustrante, poiché non sembra mai emergere l’idea di collaborare per cercare una spiegazione e questo silenzio sistematico si protrae nonostante le evidenti stranezze del contesto, e alla lunga pesa sulla credibilità della narrazione.

UNDER THE DOME


Il fulcro dell’episodio è indubbiamente il ritorno di Tabitha a “Fromville“. Alla fine del precedente episodio, infatti, la donna, insieme a Henry, una poliziotta e due paramedici (anche noti come “carne da macello”), si ritrova nei pressi del solito albero caduto – curiosamente diverso da quelli incontrati dai coniugi Matthews e Stevens – evento che segna l’inizio, tanto per cambiare, di una serie di avvenimenti drammatici e smembramenti vari.
L’idea che l’esperienza vissuta dai vari residenti della città sia una specie di battaglia infinita tra il bene e il male si fa molto forte in questo episodio, con gli abitanti trattati come semplici pedine in un gioco molto più grande di loro. Quando uno schieramento “perde”, il ciclo si resetta facendone cominciare uno nuovo e, come punizione per aver perso, i residenti diventano mostri per il ciclo successivo di persone. Questo spiegherebbe perché sono vestiti con abiti d’epoca – stando ai misteriosi numeri rinvenuti da Tabitha nelle grotte sotterranee, potrebbe trattarsi del ciclo che va dal 1931 al 1978 – e perché Kristi ha menzionato nell’autopsia del mostro che la loro anatomia somiglia molto da vicino a quella umana.
A ciò si aggiunge la possibilità che questa battaglia tra bene e male sia costantemente supervisionata da qualsivoglia entità che osserva i protagonisti come fossero all’interno di una campana di vetro – teoria rafforzata dal disegno visto nella scorsa stagione raffigurante una città all’interno di un globo di vetro – e la costante sorveglianza di queste entità potrebbe spiegare il loro tempismo nel causare le telefonate misteriose o le apparizioni nei momenti più critici, senza quindi necessariamente implicare una capacità di prevedere le mosse dei residenti da parte di chiunque si nasconda dietro i misteri della città.

PLEASANTVILLE


Un altro dei personaggi centrali di questo episodio è sicuramente Randall. Quando Boyd si offre di scambiare il suo confortevole posto letto con un posto in autobus, in modo da poter monitorare i mostri e procedere con il suo piano di catturarne uno vivo, Randall opta sospettosamente per rimanere. Ci si interroga, quindi, se il ragazzo stia restando per il genuino desiderio di contribuire alla ricerca di un modo per evadere da Fromville, o se, al contrario, stia lì con il solo intento di osservare Boyd per conto dell’entità malvagia/sciame di insetti alla quale è stato recentemente sottoposto. Randall sostiene che esistono esperienze ben più terribili della morte, affermando di aver assistito a tali atrocità durante il suo periodo di incoscienza. Allo stesso modo Julie, più tardi, confiderà a Ethan di non riuscire a rammentare esattamente ciò che ha visto sotto l’incantesimo, sebbene avesse avvertito una sensazione travolgente di paura.
Una delle informazioni più interessanti acquisite in questo episodio è però la scoperta che i mostri seguono schemi ricorrenti, giungendo negli stessi luoghi allo stesso orario ogni giorno. Un’informazione che verrà sicuramente utilizzata da Boyd per portare a compimento il suo piano di cattura e che potrebbe anche permettere agli abitanti di muoversi in maggiore sicurezza in caso d’emergenza.
Quando l’ambulanza viene scoperta, e nessuno, ma proprio nessuno pensa a portarsi dietro un cazzo di talismano da posizionare nell’abitacolo dell’ambulanza, è Randall a dover fare ritorno sull’autobus per recuperare la cassetta degli attrezzi necessaria a liberare Tabitha dalle sue manette. Tuttavia, it’s hallucination time! E il ragazzo si ritrova a contorcersi in mezzo alla strada circondato dai suoi amorevoli vicini smembra-esseri umani. Le dinamiche però cambiano in fretta: mentre cerca di salvare Tabitha, Boyd si ritrova messo alle strette da un mostro, che sembra disinteressarsi completamente a loro in favore della cattura di Randall. Il gesto di offrire le chiavi dell’ambulanza per la fuga in cambio di Randall, avendo comunque il ragazzo già in custodia, sottolinea così l’intenzione dei mostri di voler generare in Boyd il senso di colpa per averlo lasciato indietro, cosicché la città possa “nutrirsi” del suo dolore.
Si è osservato più volte, infatti, come i mostri talvolta risparmino i sopravvissuti, come nel caso della donna con il bastone conficcato nella testa o di Boyd, rimasto vivo dopo la morte di Tian-Chen. La ragione di tale comportamento è probabilmente riconducibile a quanto affermato dall’entità malvagia alla fine della seconda stagione: questa città si nutre di sofferenza. È necessario lasciare che qualcuno, ogni tanto, torni a casa sano e salvo affinché vi sia sofferenza da cui trarre “nutrimento”.
Ma perché desiderano così tanto Randall? È possibile che il cambiamento avvenuto in lui, a seguito della sua breve esperienza extracorporea, abbia suscitato per qualche ragione un particolare interesse da parte delle creature, oppure che ci sia ben altro in serbo per i sopravvissuti.
Alla fine dell’episodio, infatti, i mostri piazzano un Randall ancora vivo sopra al cofano dell’ambulanza aprendo la strada a scenari diversi: da un lato, potrebbe trattarsi di una trappola, ma allora non avrebbe avuto alcun senso risparmiare il gruppo di Boyd in primis; dall’altra, potrebbe essere accaduto qualcosa a Randall, che ora potrebbe essere stato trasformato in una sorta di “cavallo di Troia“, pronto a creare disastri dall’interno. Tuttavia, se Randall dovesse sopravvivere, indipendentemente dalla sua volontà, certamente nutrirà un profondo rancore nei confronti di Boyd, quindi a prescindere da quale sia la verità, si preannuncia un altra giornata allegra e spensierata per lo sceriffo di Fromville.

ROSEMARY’S BABY


Una delle trame più rivelatrici di questo episodio è sicuramente quella di Victor, il cui ruolo si dimostra, ancora una volta, cruciale per svelare alcuni dei più profondi misteri di From. È sempre stato più che evidente come Victor detenga una chiave importante per comprendere gli eventi che circondano la città, e in questo episodio emerge una maggiore chiarezza – si fa per dire – su ciò che l’uomo in realtà conosce ma che, stranamente, è reticente a condividere. La sua visita a Sarah non è casuale: Victor desidera che la persona considerata la più spaventosa della città sia al suo fianco mentre ricorda una storia inquietante del passato e quindi la scelta non poteva ricadere che sulla fratricida aspirante infanticida della porta accanto.
Victor è assalito da un forte senso di urgenza, come se fosse costretto a ricordare qualcosa di fondamentale. Nel corso degli anni il clima è sempre rimasto immutato, il che rende l’inverno imminente ancora più angosciante e pressante. Per questo motivo, decide di costruire un fortino con Sarah e cominciare a raccontare del momento in cui, una volta uscito dal suo nascondiglio sotterraneo, trovò gli abitanti della città massacrati. Fino a questo punto, nulla di quanto narrato appare del tutto nuovo, finché non si apprende che il misterioso bambino in bianco ha consigliato a Victor di raccogliere oggetti preziosi dai morti per conservarne la memoria.
È proprio questo il significato della valigia dissotterrata nell’episodio precedente ma, sfortunatamente, gli oggetti rinvenuti non sembrano essere particolarmente significativi, almeno per il momento (uno xilofono giocattolo, un mazzo di carte, un porta sigarette, un paio di occhiali, una spazzola, una borsa, un orologio, una torcia e uno shaker). Dal racconto, inoltre, emergono informazioni riguardanti tre abitanti del villaggio vissuti ai tempi di Victor, un certo signor Gerber e una donna di nome Delores – il cadavere smembrato di quest’ultima, tra l’altro, indossa un gilet verde uguale a quello dell’autista dell’autobus arrivato alla fine della prima stagione – ma soprattutto in relazione a Cristopher, character già conosciuto e dall’esperienza molto simile a quella che sta sperimentando Jade, e che si scopre essere un ventriloquo con un pupazzo, apparentemente senziente, di nome Jasper. Questa in realtà è la terza apparizione del pupazzo, la prima volta era stato visto da Tabitha e Victor nelle grotte sotterranee mentre la seconda risale al finale della seconda stagione, quando Jade lo trova nelle medesime caverne.
Tenendo a mente quanto detto, il vero indizio da trarre da queste rivelazioni è la possibilità che Victor stia cercando in qualche modo di ricostruire la storia della città precedente al ciclo attuale, avvalendosi della valigia e degli oggetti in essa contenuti.
La trama di Fatima prende poi una piega ancora più disturbante del solito. Dopo aver maturato una profonda passione per le rape vecchie di 40 anni, la ragazza decide di passare a qualcosa di più sostanzioso, leccando il sangue direttamente dalla ferita che ha causato la morte della povera Nicky. Questo comportamento potrebbe essere legato a un’entità malvagia, dal momento che la serie ha già velatamente accennato, in passato, alla sua possibile connessione con forze oscure – nella seconda stagione la ragazza portava una collana praticamente identica a quella indossata dalla protagonista di Rosemary’s Baby, film che racconta proprio la nascita dell’Anticristo – ma questa volta, considerando anche il presagio del corvo durante la lettura dei tarocchi di Tillie, la possibilità che Fatima stia per dare alla luce un tenero cucciolo di demone si fa sempre più concreta.
Infine, Elgin continua a lottare con le consuete visioni terrificanti riguardanti la zombie-geisha che aveva cercato di ucciderlo in sogno nella scorsa stagione. Le sue allucinazioni, però, sfumano la linea tra sogno e realtà, e per il momento questo character, tenendo anche conto del fatto che Elgin sembrerebbe non essere nuovo alla città, rappresenta forse il mistero più grosso – naturalmente mai discusso con nessuno degli altri personaggi – presenti attualmente all’interno della serie. Le sue visioni potrebbero contenere una chiave molto importante per comprendere i misteri del villaggio, ma per il momento contengono solo dubbi e bestemmie da parte dello spettatore.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Scrittura densa e ricca di emozioni
  • Le performance degli attori, in particolare di Harold Perrineau e Scott McCord
  • L’equilibrio tra azione e momenti di introspezione
  • Il padre di Victor presto incontrerà il figlio e forse qualche particolare importante verrà a galla
  • Il ritorno quasi immediato di Tabitha in città invalida in parte il cliff-hanger di fine stagione scorsa
  • Perché nessuno ha usato un talismano dentro l’ambulanza?
  • Gli abitanti della città continuano a non parlare mai tra di loro delle loro allucinazioni, sogni, visioni, ecc.

 

Sicuramente il migliore episodio di questa stagione, ma comunque ancora pieno di difetti dal punto di vista delle reazioni umane e del modo di gestire le interazioni tra i personaggi. La sensazione è che gli autori stiano cercando di prendere tempo, lasciando che molti dei protagonisti custodiscano i propri “segreti”, anche se questi, verosimilmente, potrebbero aiutare a fare luce sulla verità.
Si potrebbe assegnare, seppur generosamente, un Thank a questo quarto episodio ma, con la speranza di poter tornare ai vecchi fasti nel breve periodo, si opta per una (piena) sufficienza che meglio rappresenta l’andamento della serie dopo questi primi quattro episodi.

 

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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