Storicamente HBO è sempre stata, ed è ancora, sinonimo di qualità. Senza andare troppo lontani nel tempo, basta guardare alle recenti nomination per gli Emmy 2023 che hanno visto il network raggiungere un numero spropositato di candidature grazie a serie di prestigio quali Succession, The Last Of Us, The White Lotus, House Of The Dragon e Barry.
Per HBO creare contenuti di alto profilo non è dunque una novità, eppure, il vasto palinsesto non può contare esclusivamente sulle cosiddette “serie di punta”. Per questo motivo, nel corso dell’anno si sviluppano innumerevoli altri show “normali” che sicuramente non conosceranno mai l’ebbrezza di un Emmy Award ma che, nel loro piccolo, tengono occupato lo spettatore tra uno show di successo e l’altro. Un compito, questo, che tuttavia meriterebbe un po’ più di attenzione.
CAST DI LIVELLO
La nuova serie del servizio streaming Max (ex HBO Max), Full Circle, si presenta con un comparto tecnico di tutto rispetto grazie a nomi ben noti sia dietro che davanti la macchina da presa. Come creatore e scrittore, infatti, spicca il nome di Ed Solomon mentre a dirigere il drama vi è Steven Soderbergh. Una miniserie di appena sei episodi che per la sua storia si ispira lontanamente al film di Akira Kurosawa del 1963, High And Low, dove al centro della narrazione vi è il rapimento di un ragazzo che, a causa di vari errori e passi falsi, porta a conseguenze inaspettate per più di un protagonista della vicenda.
Come si diceva, anche il cast di Full Circle non passa in secondo piano. Tra gli interpreti, infatti, spiccano l’ex star di Homeland Claire Danes, Zazie Beetz (Atlanta e più di recente l’infelice episodio “Mazey Day” di Black Mirror), Timothy Olyphant, Dennis Quaid, CCH Pounder e quel Jharrel Jerome che nel 2019 ha commosso tutti con la sua interpretazione in When They See Us, che gli è valso tra l’altro un Emmy nella categoria Miglior Attore Protagonista per una Miniserie.
CHI CI CAPISCE QUALCOSA É BRAVO
A livello tecnico, dunque, c’è poco da recriminare per quanto riguarda la messa in scena di Full Circle che risulta ben proposta nel suo insieme.
Tuttavia, il problema principale si viene a creare quando ci si inoltra nella trama. Il solo pilot, che si presenta con un minutaggio ormai abusato e tremendamente allungato (ben 60 minuti), consegna agli spettatori un episodio confusionario che sicuramente non ne favorisce l’apprezzamento. Non si tratta neanche di una presentazione volutamente enigmatica per spingere a guardare subito la puntata successiva (i sei episodi vengono infatti rilasciati in coppia), bensì un mix di elementi buttati nella mischia senza un apparente filo logico.
Una situazione favorita dall’innumerevole presenza di personaggi divisi in diversi blocchi destinati a convergere ma che, per ora, sembrano narrativamente troppo disorientati. E se da un lato c’è la solita investigatrice del caso pronta a scendere in campo per risolvere la situazione, dall’altro a contendersi la scena ci sono due realtà socialmente ed etnicamente opposte.
La famiglia benestante di Jared ha sicuramente la parte di trama più lineare, con una presentazione quasi canonica che riesce ad emergere narrativamente solo sul finale grazie ad un colpo di scena abbozzato e confuso ma che almeno regala una svolta interessante per il prosieguo della storia.
Dall’altra parte, però, vi è la gang capitanata dai personaggi di Savitri Mahabir (CCH Pounder) e Aked (Jharrel Jerome) che regalano un ritratto confuso e disorientato delle proprie dinamiche portando lo spettatore a capire davvero poco riguardo i loro intenti. Per fare un esempio poco lusinghiero, tale gang potrebbe essere paragonata a quella di Big Mo in Your Honor, con gli sfortunati telespettatori di questa serie che potranno subito capire le difficoltà nell’approcciarsi ad un simile scompiglio narrativo.
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Le potenzialità ci sono anche, ma l’estrema confusione tra storia e personaggi non invoglia di certo a buttarsi in quella che appare una visione intricata. Fa già troppo caldo, non c’è bisogno di ulteriori patemi.
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.