Black Mirror 6×04 – Mazey DayTEMPO DI LETTURA 6 min

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Recensione Black Mirror 6x04Le aspettative circa questa sesta stagione di Black Mirror non erano certo alle stelle. A maggior ragione visto l’andazzo perlopiù deludente che lo show ha mostrato nelle precedenti stagioni, soprattutto a partire dall’era Netflix.
Tenendo presente questo stato d’animo, molto diffuso nello spettatore medio della serie, i primi tre episodi hanno comunque saputo mantenere un andamento pressoché positivo. Dopo un inizio non esattamente convincente, ma in linea con le tematiche classiche della serie, un secondo episodio che ben poco ha avuto a che fare con tecnologie futuristiche distopiche, ma nel complesso molto avvincente, e un terzo episodio discreto, impreziosito anche dalle performance dei suoi protagonisti, ecco arrivare il primo vero passo falso di questa sesta stagione.
“Mazey Day” è infatti, al pari di Loch Henry, un’altra puntata che si discosta completamente dalle classiche tematiche di Black Mirror, virando invece verso l’horror puro ma, a differenza del secondo episodio, a mancare qui è un reale interesse nei confronti dei personaggi e della storia in generale.

RAGAZZI, HO AVUTO UN’IDEA GENIALE…


Inizialmente l’episodio sembrava voler affrontare il tema relativo alla privacy dei VIP, spesso trattati senza alcun tipo di rispetto dalla “gente comune”, e in particolare dai paparazzi, per via del loro status di privilegiati. Condizione che quindi giustificherebbe qualsivoglia genere di molestia verbale o fisica in nome della tacita regola secondo cui se vuoi la fama allora devi essere pronto a vedere la tua vita privata spiattellata in prima pagina a prescindere che si tratti di una cena al ristorante o di una relazione extraconiugale consumata in un motel.
Un inizio molto promettente, insomma. E che quindi porta chi sta scrivendo a chiedersi in quale momento Charlie Brooker abbia pensato: “sai cosa ci starebbe bene in sta puntata? Un lupo mannaro.”
L’episodio presenta così la protagonista Bo, giovane fotografa con le proverbiali pezze al culo, alle prese con il più classico degli scoop relativo alla scappatella del VIP di turno finito in tragedia e che comincia a maturare qualche dubbio sulle implicazioni morali connesse al suo lavoro da paparazzo. Insieme a Hector, collega con una personalità più o meno affine, compaiono quindi Whitty e Duke, personaggi estremamente stereotipati che rappresentano il male puro: ignoranti, maschilisti e violenti, i due fin da subito risultano essere costruiti per desiderarne la morte, inevitabile, che gli spetta in quanto pile di letame ambulanti.
La storia prende quindi una svolta nel momento in cui Hector va a tentare Bo, proprio nel momento in cui la ragazza sembrava essere decisa a cambiare vita, con una “taglia” di 30.000 dollari messa sulla testa della star Mazey Day, la quale si vocifera essere sprofondata nell’abisso della dipendenza e quindi obiettivo di tutti i paparazzi senza scrupoli della città.
Tralasciando la banalità del suddetto pretesto narrativo, che potrebbe essere riassunto con un dialogo di questo genere (si utilizzeranno due nomi standard per situazioni di questo genere): “No Johnny, ho smesso con questa vita” / “Dai Frank, un ultimo colpo e poi smettiamo” / “No Johnny, ormai ho deciso” / “Sono 30.000 dollari” / “Va bene, l’ultimo colpo e poi vado in pensione“; ciò che avviene in seguito è in pratica un’accozzaglia di cliché horror e pattume televisivo generico, tenuti insieme da riprese buie e tremolanti, CGI posticcia e gente che continua a scattare foto in momenti chiaramente inopportuni.

SO BAD IT’S GOOD BAD


Basterebbe già quanto scritto finora a sintetizzare quanto visto in questo episodio, ma nel buon nome delle sacrosante norme redazionali che impongono un numero minimo di parole, si continuerà a provvedere insulti non troppo velati circa l’andamento abbastanza disastroso di questo “Mazey Day”.
In particolare, occorre soffermarsi sulla porzione di episodio successiva all’incursione notturna della squadra di paparazzi all’interno del centro di recupero per VIP, evento che ha portato alla totale deriva della puntata, la quale, fino a quel momento, non stava andando poi così male.
Come già menzionato poco sopra, il destino di Whitty e Duke era già scritto fin dal primo momento in cui i due character hanno fatto il loro magistrale ingresso in scena, con il secondo addirittura alle prese con foto a tradimento sotto la gonna della malcapitata di turno. Non stupisce dunque che i due siano i primi a lasciarci le penne, sbranati senza pietà come da copione. Il vero interrogativo riguarda però la necessità dei due di continuare a scattare foto nel corso di una metamorfosi da umano a lupo mannaro, non accontentandosi dei circa settemila scatti fatti fino a quel momento. D’altronde si sa che negli horror i protagonisti sono soliti fare idiozie così da poter essere sventrati, ma visto che qui non ci si trova in un film di serie Z, forse un pochino più di realismo scenico avrebbe fatto piacere.
Idem per Hector, che continua a scattare foto anche dentro la tavola calda dopo aver assistito a sbudellamenti plurimi, tra l’altro con il flash così da essere sicuro di essere individuato ancora meglio. Si tratta forse di pignolerie in un episodio che tratta di lupi mannari, ma per uno show come Black Mirror che ha fatto della plausibilità dei suoi scenari distopici il suo punto forte, questo episodio rappresenta senza dubbio il punto più basso toccato finora dalla serie.
Cosa dire poi in merito al finale? Si potrà vedere qualsivoglia significato dietro al gesto compiuto da Bo: egoismo, avarizia, risentimento, bassezza morale, a voi la scelta dell’aggettivo migliore per descrivere le azioni della protagonista negli ultimi secondi dell’episodio. La realtà è che ogni tipo di messaggio perde forza, e soprattutto senso, di fronte alla conclusione da teen drama di serie Z che lo show decide di regalare al suo pubblico, buttando via le infinite possibilità che sarebbero potute scaturire dalla prigionia forzata di Mazey Day.
La morte della ragazza non suscita la benché minima emozione, Bo mostra per tutta la puntata una moralità altalenante che passa da momenti di sporadica umanità a un finale che la dipinge soltanto come una sociopatica che ha appena assistito a un massacro, che ha coinvolto tra l’altro persone conosciute, e il cui unico pensiero è quello di fotografare il suicidio di una povera ragazza disperata.
Qual è la fredda morale che dovrebbe accompagnare il finale facendo riflettere lo spettatore? Non usare il flash quando fotografi lupi mannari? I fotografi sono brutte persone? Non diventare grasso perché sennò poi resti incastrato in un buco e vieni sbranato? A voi la scelta.
Che la serie ormai viaggiasse per inerzia era abbastanza evidente, dopo questa puntata forse sarebbe il caso di chiudere baracca e burattini conservando almeno un briciolo di dignità.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La puntata era iniziata bene con la questione della privacy dei VIP ma poi è andata perdendosi nell’ultimo quarto d’ora
  • Ma la tecnologia distopica?
  • Il punto più basso mai raggiunto dalla serie
  • In pratica un breve teen drama di serie Z
  • Nessuna morale finale

 

L’episodio di Black Mirror forse più brutto di sempre. E di certo il punto più basso di questa sesta stagione.

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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