Dopo una pausa durata relativamente poco, considerando le ormai classiche problematiche legate alle riprese ai tempi del Coronavirus, “Deepfake” ha il compito di riesumare quanto visto in “The Last Shall Be First“. Compito non estremamente arduo visto come si era concluso il mid-season, in maniera leggermente sottotono, ma nemmeno facilissimo.
“Deepfake” si occupa quindi di creare una nuova storyline orizzontale che possa fare da collante per l’era “post-parto” di Delilah, e sembra focalizzarsi più sulla diatriba interna alla famiglia di Nathan oltre che, ovviamente, sulla storia personale di Chester. Unico e proprio mattatore della serie. Per l’occasione ecco allora che la regia e la sceneggiatura ritornano a far uso del tanto amato POV, offrendo tre diversi “Point Of View” che, come al solito, vanno a sovrapporsi per offrire un vero e proprio quadro generale della situazione.
KATY PERRY
È piacevole constatare come l’attenzione alla colonna sonora non sia affatto sparita ma, anzi, si sia rafforzata riproponendo una certa attenzione sia al vibe che ai testi. Il ritorno di Generation con la 2° parte della prima stagione si chiude con una canzone e con una scena che fanno da preludio ad un intrigante sviluppo della vita sentimentale di Chester e Nathan.
La canzone degli Jupither “I Kissed A Boy“, chiara risposta alla ben più nota “I Kissed A Girl” di Katy Perry, funge infatti da ciliegina sulla torta di una scena molto forte per le conseguenze che implica: sia dal punto di vista della famiglia di Nathan, sia dal punto di vista sentimentale.
Chester: “You know it’s never gonna be like that for us, right?”
Nathan: “Yeah. No, I know. I was just, like, on drugs that day.”
Chester: “No, you weren’t.”
Nathan: “No, I wasn’t.“
Con questo breve scambio di parole Chester distrugge tutte le aspettative di Nathan salvo poi, un po’ per divertimento, un po’ per necessità di trama, limonarlo duro di fronte a sua madre. Ed è esattamente qui, su queste lingue vorticose e fiotti di saliva, che Generation va probabilmente a costruire quella che sarà la trama portante di questa seconda parte di stagione. E arriveranno altri drammi con sommo piacere di tutti.
SPECCHIO RIFLESSO
Come spesso è accaduto nella prima parte di stagione, anche in questa midseason premiere Chester risalta sia per la sua porzione di trama, sia per l’importanza che ha in tutte le altre. Il character, interpretato piuttosto egregiamente dall’ex Zeke di The Get Down, è infatti coinvolto attivamente in praticamente ogni storyline, fatta eccezione per quella di Delilah.
Se si può constatare un certo riscontro positivo dalla presenza del personaggio di Justice Smith in qualsiasi posto lo si metta, d’altro canto l’effetto boomerang fa temere nel lungo periodo per un’overdose del personaggio. Per esempio: si avrebbe avuto lo stesso effetto con Riley e sua madre senza di lui? Oppure: la doppia dose di vomito al primo appuntamento sarebbe risultata ugualmente “appagante” senza le reazioni di Chester e con magari al suo posto Nathan o Riley o Naomi? Sicuramente sarebbe venuta meno una buona dose di comicità. E con questo non si sta dicendo che gli altri character non abbiano un certo carisma, piuttosto si vuole evidenziare una certa dipendenza da Justice Smith, nel bene e nel male.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Generation ritorna confermando una certa dipendenza cronica da Chester che, quando è presente, riesce serenamente a migliorare tutto e tutti. In questa midseason premiere non è un problema, anzi, ma non si può dipendere solo da lui nel lungo periodo.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.