“Okay, hold on, hold on. Take a seat. Okay. About Dr. Grey’s news, you’re scared, that’s understandable. And I want to answer every question you might have. But right now, there are patients about to go into O.R.s who are far more concerned with whether they’re living or dying. They don’t care about the career moves of individual surgeons. They don’t. So today we’re gonna save lives, okay?”
Grey’s Anatomy arriva con disinvoltura al midseason finale senza prestare troppa attenzione al fatto che la pausa si protrarrà, come di consueto, quasi fino a marzo (si torna il 23 febbraio), né alla scomoda posizione di Meredith all’interno della trama.
Il personaggio di Ellen Pompeo sta progressivamente chiudendo tutte le questioni in sospeso a Seattle: dimissioni consegnate; scuola per Zola trovata; lettera motivazionale/d’addio ai colleghi inviata; trasloco avviato. Tuttavia, alcuni elementi ancora restano da definire. Primo fra tutti il conto alla rovescia relativo agli episodi che ancora la vedranno in scena: dovrebbero essere otto totali, di conseguenza solo due ne mancano all’appello. Si tratterà di un semplice “arrivederci” al personaggio, magari per un’ultima stagione? Oppure sarà l’occasione per lo show ABC di staccarsi definitivamente da Meredith e continuare la propria strada in autonomia? C’è da tenere presente, infatti, che nella stagione televisiva 2020-2021 a Meredith era stata dedicata un’intera stagione (la diciassettesima) tra addii e ritorni, quando ancora l’attrice era in fase di trattativa per il rinnovo del contratto, successivamente arrivato.
Quindi, se si considera quello come un addio anticipato, forse Grey’s Anatomy sta solamente cercando un “posto” dove riporre il personaggio senza troppi scossoni per poi magari andare a recuperarlo per un possibile finale? Si tratta di supposizioni che risulta lecito fare vista la poca chiarezza in merito da parte di Krista Vernoff.
UN TEMPORALE IN ARRIVO
Come di consueto accade nello show ABC, a movimentare il finale c’è una nuova calamità naturale: un imponente temporale sembra imperversare su Seattle. Un orpello narrativo del passato che in realtà non incide sulla sceneggiatura fatta eccezione per l’incidente occorso a casa di Meredith con conseguente incendio. A parte i danni all’abitazione, tuttavia, nulla da segnalare.
La puntata continua ad investire prezioso tempo sui nuovi specializzandi, donando loro oltre allo spazio, anche profondità anche se continua a mancare quella scintilla che possa far empatizzare con loro il pubblico nella stessa misura con cui lo faceva, per esempio, con George, Izzie o Cristina. Ma c’è tempo, tutto sommato. Si tratta di personaggi presentati da sei episodi a cui la stagione, per ovvi motivi di sceneggiatura, sarà costretta a dare maggiore spazio. E se il trend mantenuto fino ad ora dovesse reggere, si potrebbe tranquillamente parlare di nuovo ciclo. Certo, forse le tempistiche non giocano a favore di nessuno (19esima stagione e ascolti che rischiano di scendere sotto i 3 milioni nella seconda parte).
STORIE D’AMORE POCO LONGEVE E MISS SIMPATIA DI GIORNATA
La puntata è costruita con estrema semplicità, senza voler strafare o esagerare dal punto di vista della drammaticità. Il dramma è l’abbandono di Meredith di Seattle. Ecco quindi che parte dei dialoghi si concentrano sulla rievocazione del passato della donna, su avvenimenti iconici dello show (il post-it di Derek con le promesse di matrimonio).
Parallelamente a questo rapido “tunnel dei ricordi”, i giovani membri dello show vengono presentati con un po’ più accuratezza dal punto di vista umano, dando spazio al loro passato extra lavorativo e cercando di imbastire le prime storie d’amore all’interno del gruppo degli specializzandi. Parentesi che, come Grey’s Anatomy insegna, facilmente non sono fatte per durare.
Si tratta comunque di un episodio non esente da difetti, rappresentati principalmente da piccole problematiche nella gestione di determinate sottotrame. Su tutte da segnalare quella di Maggie e Winston a cui non si capisce esattamente quale direzione voglia dare la sceneggiatura; segue poi Jo, in questo episodio relegata al ruolo di miss simpatia dell’ospedale. Cosa che le riesce abbastanza bene, sottraendo il ruolo di personaggio più inutile alla coppia Owen-Teddy, un vero colpo di scena.
“I still have a story to tell.”
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Si torna a febbraio con la seconda parte di questa stagione. E con l’addio/arrivederci di Meredith, il vero momento storico di questo show.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.