Ekaterinburg, Russia, 1917
La rivoluzione d’ottobre e lo sterminio della famiglia dello zar Nicola II ad opera dei rivoluzionari bolscevichi incrociano la dinastia di Buckingham Palace in un salto temporale che ripercorre un pezzo di storia inglese, russa, europea, mondiale.
Dividendosi su due piani temporali differenti, l’episodio indaga sulla strage dei Romanov e i binari della storia busseranno dritti dritti alle porte dei Windsor.
STORIA D’EUROPA: L’INGHILTERRA E LA RUSSIA DEL 1917
“But a sovereign one cannot show those emotions, and one buries them. And that silence becomes part of one’s own DNA.”
Come spesso ha fatto nel corso delle precedenti stagioni, The Crown ricorda che la storia della monarchia inglese è collocata nel ben più ampio panorama mondiale.
“Ipatiev House” non dimentica, in particolare, che le famiglie reali europee erano solite essere imparentate le une alle altre in un susseguirsi di generazioni che giungono fino ai tempi più recenti.
Lo Zar Nicola II e Giorgio V d’Inghilterra, nonno di Elisabetta II, erano cugini di primo grado, si dice, per di più, anche molto somiglianti. La notizia non è fine a sé stessa, ma diventa l’espediente per un’analisi storica e politica sulle scelte dei regnanti e su quanto abbiano inciso sul corso della Storia. Il rifiuto di nascondere i Romanov in Inghilterra (che qui la serie riconduce alla moglie di re Giorgio V) fu una scelta ben ponderata che inserisce le due nazioni all’interno delle logiche militari della prima guerra mondiale.
Sull’onda della rivoluzione d’ottobre, gli animi rivoluzionari e anti-monarchici che animarono un’Europa già stremata dal conflitto mondiale, non avrebbero giovato agli equilibri del regno inglese. Da un lato vi era il rischio di uno scontento generale del popolo inglese, dall’altro lato gli alleati non avrebbero visto di buon occhio un asilo politico alla zarina Alexandra Romanov, apertamente filo-tedesca.
Come al solito la narrazione di The Crown si conferma arguta e attenta ai dettagli, stemperando quella linea narrativa che vede prevalere esclusivamente i segreti e l’intimità delle vite reali.
RELAZIONI DIPLOMATICHE: L’INGHILTERRA E LA RUSSIA DEL 1994
La visita del Presidente russo Borsi El’cin in Inghilterra e quella successiva di Elisabetta II a Mosca, non sono solo il pretesto per ripercorrere la storia di Casa Ipatiev (luogo in cui furono sterminati i Romanov) ma diventano il vero e proprio palcoscenico della regina negli affari esteri della nazione. Il gioco diplomatico e geopolitico è diventato ormai una confort zone per la regina che ha imparato negli anni a gestire le situazioni più insidiose e antipatiche.
La presenza di Elisabetta al tavolo russo non sfigura per niente e di fronte agli uomini del Cremlino la sua minuta figura si impone come sovrana, non solo per discendenza ma anche per tempra e consapevolezza politica e storica. La regina non è solo un simbolo meramente rappresentativo della Corona, essa è perfettamente cosciente e istruita circa gli equilibri mondiali pre e post muro di Berlino. Questo è un aspetto cruciale che la serie ha più volte rimarcato: per quanto possa essere discutibile e contestabile, non vi è dubbio che Elisabetta II non abbia avuto solo il titolo di sovrano, essa ne ha rappresentato anche la sostanza. Si è mostrata sempre come un Capo dello Stato competente, cosciente e perfettamente in grado di gestire gli affari interni e esteri della propria nazione.
L’ASPETTO MENO RIUSCITO DELL’EPISODIO
Nel corso dei primi cinque episodi di questa quinta stagione pare chiaro che la serie si sia molto concentrata sul lato privato della famiglia reale. Un aspetto che ha sempre prevalso, certamente, ma che è sempre stato accompagnato da un’analisi più sottile che intreccia la vita privata e pubblica dei reali con la storia dell’Inghilterra e la sua evoluzione politica e sociale. “Casa Ipatiev” riesce in quest’intento, anche se in questo caso le vicende all’interno del matrimonio tra Elisabetta e Filippo prendono piede squilibrando un po’ troppo quella che è la narrazione totale dell’episodio.
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L’episodio gioca su più piani temporali e narrativi, ricordando che The Crown è una storia nella Storia.
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Lunatica, brutta, cinefila e mancina. Tutte le serie tv sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre.