Questa recensione è stata scritta immediatamente dopo la notizia della singolare campagna di guerrilla marketing ideata da Netflix per pubblicizzare questa serie.
Nella giornata di martedì 26 marzo, infatti, sui tabelloni delle stazioni di Milano e Roma, è comparsa, a caratteri cubitali, la scritta SIETE INSETTI (You Are Bugs, in originale) di cui solo chi ha visto questo episodio ora conosce il vero significato.
Una mossa più che azzeccata, dal momento che l’effetto reale sulle persone è stato esattamente quello avuto dai protagonisti, anche se si potrebbe discutere sul buon gusto di un’operazione del genere (in un’epoca di guerre e terrorismo internazionale non è proprio una grande idea quella di scatenare così il panico generalizzato!, NdA).
Allo stesso modo l’episodio riesce nel suo intento mettendo a segno una puntata veramente eccezionale in cui i plot twist e il climax di tensione crescente la fanno da padroni dall’inizio alla fine.
“YOU ARE BUGS“
E proprio da qui, dalla fine, è necessario cominciare per esaminare tale episodio di Il Problema Dei 3 Corpi. Il cliffhanger finale arriva dopo una lunga sequenza dialogica (anche se ottimizzata da effetti in CGI che ricordano Inception) che teoricamente è un vero e proprio “spiegone” da parte del personaggio interpretato da Sea Shimooka.
Questa che, generalmente sarebbe da considerarsi un difetto, qui aggiunge invece molta più tensione perché anticipa la rivelazione finale (anche se velocizza un po’ troppo quello che, nei romanzi, prendeva buone porzioni del secondo e terzo libro della trilogia), e di fatto anche contravvenendo a quanto lo stesso personaggio dice pochi secondi prima poiché l’arrivo degli alieni, che si sarebbe dovuto verificare dopo altri 400 anni, arriva in maniera così, de botto, senza senso.
Ma anche per questo motivo tutta la sequenza finale risulta ancora più angosciosa proprio perché rapida e inaspettata, e in parte giustificata anche dal senso di “tradimento” degli alieni nei confronti della razza umana, dovuto alla scoperta (incredibile a dirsi) che gli esseri umani spesso mentono (un po’ permalosetti questi alieni però). E dunque questo arrivo inaspettato sarebbe la loro “risposta” a tale atteggiamento mentendo a loro volta sul proprio arrivo.
REGIA DI MINKIE SPIRO
D’altronde tutto l’episodio è una vera e propria spy-story condita da doppi e tripli giochi. Si parte sempre dal finale de “Il Nostro Signore” e dalla cattura dell’anziana Ye Wenjie (un’intensa Rosalind Chao) per descrivere la contromosse del servizio segreto inglese nei confronti della “Setta del Giorno Del Giudizio”.
Grandi protagoniste di questa contromossa sono le due scienziate del gruppo di ex-allievi della dottoressa Vera Ye (mentre le controparti maschili risultano sempre un po’ in secondo piano in tutto ciò), mirabilmente interpretate da Eiza González ma soprattutto da Jess Wong. Queste, avvalendosi delle rispettive conoscenze, mettono a punto una trappola che, a conti fatti, appare volutamente esagerata, e che porta ad una vera e propria strage all’interno della nave. Si tratta della sequenza più mirabile di tutta la puntata (a pari merito con il cliffhanger finale) e uno dei punti più controversi di tutti i romanzi di Liu Cixin.
Un sequenza che è allo stesso tempo un pungo nello stomaco per la sua brutalità e un mirabile effetto di trasposizione visiva delle pagine del romanzo, a cura della regista Minkie Spiro (d’altra parte si tratta di una veterana con alle spalle la regia di miniserie non facili come Fosse/Verdon e The Plot Against America).
CONCLUSIONI
Già solo la visione di queste due sequenze (che non a caso prendono da sole una buona metà dell’episodio) è un ottimo motivo per godersi questa puntata.
Il ritmo narrativo mostrato e le interpretazioni del cast fanno comunque sì che, in generale, l’attenzione non cali mai. E saggiamente gli autori (David Benioff & D. B. Weiss sono ritornati alla sceneggiatura per questa puntata) hanno deciso che questo fosse anche uno degli episodi più “corti” (come minutaggio) proprio per dare ulteriore enfasi a questi due momenti della trama orizzontale in cui i confini fra Bene e Male si fanno sempre più sottili.
Chi infatti dopo tali avvenimenti può dirsi più “umano”? Gli alieni che cercano semplicemente un luogo dove stare e si trovano di fronte un vero e proprio attacco nei loro confronti? O i cosiddetti “esseri umani” che qui rivelano tutta la loro mancanza di scrupoli nei confronti della difesa dei propri territori, salvo poi spaventarsi quando (inevitabilmente) il destino gli rema contro all’improvviso?
Tutte domande che rappresentano il cuore dei romanzi di Liu Cixin e che volutamente non hanno una risposta netta e precisa. Si può solo procedere nella visione dei restanti episodi per vedere come finirà questa inusuale “lotta per la sopravvivenza”.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Episodio che è tutto un climax fino alla tanto attesa rivelazione finale in cui si può dire che “gli alieni sono arrivati fra noi”. Si tratta certamente dell’episodio più maestoso di questa prima stagione, e non poteva essere altrimenti.
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!