La visione dell’ultimo episodio di questa prima stagione di Leonardo avrà certo visto una buona fetta di pubblico ancora sotto shock, dopo le mirabolanti rivelazioni con cui si era chiusa la puntata precedente.
Di Leonardo da Vinci non si conoscono ufficialmente né amori, né figli, legittimi e non. Tutto si basa su deduzioni a partire dai suoi appunti, dove si segnava spese e conti di casa. Vedergli appioppare un figlio segreto “così, de botto“, non lasciava presagire nulla di buono. Rischiava di rovinare una serie dai molti momenti pregevoli, facendola finire nella discarica delle soap opera malfatte. Il risultato per ora sembra essere salvo con buona pace di tutti.
FRANCESCO
Per fortuna, tutto si riequilibra subito. Il bambino diventa pretesto per una piccola lezione sulla somiglianza fra uomini e alberi. In seguito, c’è pure tempo per una lezione di volo, con tanto di aeroplanino. Molto godibile.
Purtroppo però il tempo stringe, occorre risolvere il mistero legato a Caterina da Cremona. Il minutaggio dedicato ad altro fa temere una soluzione sempre più affrettata della parte gialla della trama. In effetti, se il colpo di scena finale è stato un pochino preparato nelle puntate precedenti, l’esecuzione è frettolosa e la grande rivelazione conclusiva non brilla certo per originalità. Il bimbo potrebbe essere figlio di Ludovico il Moro (meno male). Il duca di Milano è tenuto prigioniero dai francesi, quindi meglio farlo sparire, prima che ci pensino i soldati di re Carlo.
La litigata con morte di Caterina è tutta una messinscena. Poco originale, ma mediamente funzionale alla narrazione.
GIRALDI
Si diceva della necessità di velocizzare i tempi nella soluzione dell’indagine, dato il minutaggio dedicato ad altro.
In precedenti episodi, questo si è ottenuto mediante un molto conveniente sviluppo di “superpoteri” da parte di qualcuno dei personaggi coinvolti. Per essere più chiari: Leonardo che in un istante capisce quale veleno abbia infettato Lodovico il Moro e quale sia l’antidoto, oppure Salai super segugio nel caso dei pigmenti rubati.
Nella puntata in oggetto, c’è la repentina conversione dell’investigatore Giraldi. Non è proprio una fulminazione sulla via di Damasco, ma quasi. Il personaggio interpretato da Freddie Highmore si lascia convincere dell’esatto contrario, rispetto a quanto emerso nelle testimonianze da lui raccolte e diventa un paladino della causa di Leonardo. C’è pure una scena di salvataggio in extremis, un po’ inutile, perché l’immagine nota a tutti come il ritratto del genio di Vinci mostra un uomo ben più anziano di così.
BILANCIO CONCLUSIVO E PROSPETTIVE FUTURE
Dopo aver visto tutte le otto puntate, si può ringraziare questa fiction per aver regalato al pubblico momenti davvero magici, come l’ideazione e realizzazione dell’Ultima Cena, o la realizzazione della mappa di Imola per Cesare Borgia.
L’inserimento della narrazione in una cornice gialla sarà forse servito a rendere il prodotto dinamico e più appetibile al pubblico meno erudito, ma si poteva fare di meglio. Il problema sta nella differenza fra il Rinascimento ed il periodo in cui sono nate le storie imperniate su indagini poliziesche, tra l’Ottocento e il Novecento.
Ora c’è comunque all’orizzonte una seconda stagione, per migliorare ulteriormente i risultati, a cominciare dalla scrittura di certi dialoghi. L’evoluzione della fiction Rai passa anche per evitare di far scadere nel “parrocchiale” più bieco momenti delicatissimi come il colloquio con Monna Lisa.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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La serie conclude bene la sua prima stagione, pur senza un trionfo esaltante. Il 21,8% di share è buono. Luca Bernabei, amministratore delegato della Lux Vide, ha annunciato che la seconda serie dovrebbe occuparsi del periodo trascorso da Leonardo a Roma. Lì rinconterà Michelangelo e un altro ragazzo, dal talento così immenso da meritargli il titolo di Maestro a soli 17 anni: Raffaello Sanzio da Urbino. All’epoca, papa Giulio II della Rovere si metteva la corazza e andava in guerra. Non dovrebbero quindi mancare spunti per nuove, dinamiche avventure (non necessariamente poliziesche) a fare da sfondo alla realizzazione di capolavori. Come diceva Marshall McLuhan, “nel mezzo sta il messaggio”, occorre trovare parametri diversi per trasmettere con i mezzi moderni il senso delle più alte conquiste dell’umanità.
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).