Si conclude qui l’avventura stagionale di Liaison e, con profondo rammarico, la serie Apple non riesce a confermare le ottime premesse mettendo in scena un finale quantomeno raffazzonato e, onestamente, non all’altezza delle aspettative maturate nel corso dei precedenti quattro episodi.
VINCENT CONCORDE
Senza nulla togliere alle eccellenti performance di Cassel e colleghi, perfettamente calati nei panni dei rispettivi personaggi, ciò che davvero è mancato in questo concitato atto finale è una chiusura degna di questo nome. A zavorrare questi ultimi due episodi, e in ultima analisi l’intera serie in toto, è stata una reale coerenza per quanto concerne i numerosi sviluppi di trama messi in scena puntata dopo puntata.
Trattandosi di una spy story era lecito aspettarsi doppi giochi, tradimenti, intrighi politici ed elaborate macchinazioni, e infatti sotto questo punto di vista lo spettatore potrà anche definirsi soddisfatto, ma se ci si ferma ad analizzare nel dettaglio le motivazioni dei vari character e i vari plot twist disseminati qua e là per tenere alta la tensione, allora risulta molto difficile giustificare gran parte delle scelte autoriali compiute fin qui.
Partendo dal più classico dei colpi non letali inferti dal protagonista ad uno dei buoni (il padre di Alison) allo scopo di salvarlo dal ben più fatale fuoco nemico, completamente inutile e oltremodo rischioso anche se, in ultima istanza, efficace, le già menzionate “minchiate da film action” finiscono per prendere il sopravvento, impadronendosi della narrazione al punto da trasformarsi in puri e semplici deus ex machina narrativi. Sarebbe bastato un colpo ben assestato alla nuca per far perdere i sensi al pover’uomo salvandolo dall’attacco dello squadrone della morte? Sì, sarebbe bastato. Ma un colpo di pistola in piena pancia rappresenta certamente un modo più drammatico per risolvere la questione, e allora via libera al maltrattamento non necessario di un povero vecchio.
Si potrà soprassedere sulla consueta incompetenza di un manipolo di soldati scelti quando si tratta di sparare ad un’auto con a bordo uno dei protagonisti, e certamente si potrà anche chiudere un occhio sul fatto che nessuno abbia nemmeno rivolto un pensiero o una preghierina al povero ragazzo chiuso nella panic room che, nella migliore delle ipotesi, sarà stato crivellato di colpi senza pietà, ma il fatto che Vincent Cassel riesca a superare in velocità, a piedi e con un vecchio caricato su una spalla, un SUV lanciato a tutta velocità su un rettilineo, resta forse il mistero più inspiegabile dell’intera serie.
VIRGINIE A PERDU SES CHÈVRES
Il penultimo episodio decide di indugiare in merito alla questione cardine dell’intero show, ovvero il piano malefico di Antropa per diventare il leader indiscusso dei servizi di cybersecurity in tutta Europa, pianificando gli stessi attacchi terroristici che poi si prenderà la briga si sventare in un secondo momento, conservando naturalmente tutta l’azione per il finale.
Samir riesce a scamparla temporaneamente e trova rifugio su un peschereccio insieme alla vecchia combriccola di rivoltosi universitari di cui Alison e Gabriel facevano parte anni addietro. I piani di Antropa vengono così smascherati dal ragazzo che, finalmente, mostra ai suoi salvatori – e allo spettatore – il contenuto di questa benedetta chiavetta USB, ovvero tutti i piani relativi ai futuri attacchi terroristici in UK. E da qui in poi la trama comincia ad andare implacabilmente alla deriva.
Il contenuto della videocassetta viene anch’esso rivelato e, esattamente come per il contenuto della chiavetta USB, finisce per rivelare un fatto che lo spettatore aveva già intuito da tempo: Alison è naturalmente colpevole per l’omicidio di Nathalie. La vera sorpresa, però, arriva dal fronte Delage, che in realtà rivela di essere stato, in passato, soltanto una talpa all’interno del gruppo di rivoltosi, informazione che finalmente giustifica la mancanza di risentimento nei confronti di Alison anche dopo che la donna ha testimoniato contro di lui nel processo per la morte di Nathalie.
Rivelazione che, in un attimo, porta al tentativo di linciaggio di Alison da parte di tutto l’equipaggio, eccetto naturalmente Gabriel, che utilizzando il suo bonus carisma +20 riesce non solo a salvarla, ma anche a non farsi massacrare dal resto della ciurma che, inspiegabilmente, diventa ancora più docile dopo aver saputo che Delage li ha raggirati per mesi allo scopo di farli arrestare e riportare Alison a casa per non rovinare la reputazione del padre, rispettabile generale NATO.
Un applauso a Virginie Brac per le eccellenti capacità di scrittura.
CECI N’EST PAS UNE FIN
Con un penultimo episodio di questo calibro, era lecito aspettarsi un finale di stagione sullo stesso livello dal punto di vista narrativo, e infatti così è stato.
L’azione non manca, questo è vero. A mancare è invece il senso, in una trama che fa acqua da tutte le parti e che sembra voler soltanto giungere ad un finale senza pensare troppo al viaggio fatto per arrivarci.
Innanzitutto, tenendo a mente che ormai la chiavetta USB è stata decifrata e che Samir non è l’unico hacker al mondo, risulta inspiegabile il motivo per cui ad Alison e al governo inglese occorra spostare lui e la famiglia a Londra, invece che tenerli al sicuro su un peschereccio in mare aperto. A maggior ragione visto che Antropa dispone di satelliti spia.
Continuando a ignorare ulteriori assurdità narrative, come quella di portare a casa del fidanzato il criminale che lui ritiene responsabile per il dirottamento del treno che ha quasi ucciso la figlia, per poi farsi beccare in atteggiamenti poco opportuni (da Alison stessa innescati) con il suddetto criminale provocando una rissa che, ovviamente, vedrà sconfitto lo stesso Albert, la storia prosegue concentrandosi su due figure in particolare, Didier e Sabine, figure chiave nel piano diabolico di Antropa e del suo leader Francis Miller, la cui presenza rende completamente inutile il personaggio di Bob, che quindi si rivela essere solo un altro dei suoi inutili scagnozzi.
Tralasciando tutta la sottotrama del figlio disabile, messa lì solo per intenerire lo spettatore, la serie conclude il suo cammino con dieci minuti di follia pura dove, nell’ordine: Samir viene sbranato da un cane e contemporaneamente crivellato di colpi sul posto; Gabriel ha la possibilità di uccidere Miller, o quantomeno immobilizzarlo, ma decide di scappare e farsi inseguire da tutti i suoi sottoposti insieme ad Alison; Myriam lascia suo figlio a quest’ultima per poi fungere da diversivo correndo a caso verso due guardie armate (rischiando di farsi ammazzare senza alcuna ragione) e, in tutta risposta, Alison lascia immediatamente il neonato (tra l’altro bianco latte e rosso di capelli anche se figlio di due siriani, ma va bene) alla prima sconosciuta che trova nascosta in uno stanzino; Gabriel decide di affrontare i suoi inseguitori da solo, invece che scappare senza problemi chiudendosi la porta alle spalle, e manda via Alison, la quale chiama Richard al telefono, preme il tasto # su sua richiesta e fa saltare in aria inconsapevolmente l’elicottero con cui Miller e colleghi stavano scappando, scoprendo così che il suo capo era a conoscenza di tutto e che li ha fatti fuori per proteggere il suo paese. Chiaro.
Inoltre, il ministro chiede ad Alison di lavorare per lui perché, e questa è la chicca, ha visto il video dove ha incendiato per sbaglio l’amica Nathalie con una molotov e quindi questo la qualificherebbe per diventare il suo braccio destro in questo pseudo governo ombra che protegge il glorioso impero britannico ad ogni costo e con ogni mezzo disponibile.
Una sequela di minchiate assurdità tali da svuotare di qualsivoglia significato l’ovvio ritorno di Gabriel e l’ancor più ovvio ricongiungimento tra innamorati sulle note di Teardrop dei Massive Attack con cui la serie decide di salutare il suo pubblico.
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Apple Tv+ ha dato prova, in più di un’occasione, di avere tutti i mezzi necessari per regalare al suo pubblico show di altissimo livello. Shrinking, tanto per citarne uno uscito di recente, è una perla rara in un panorama comedy non proprio ispiratissimo. Questa volta, però, con Liaison, la piattaforma ha toppato in maniera abbastanza plateale, regalando al suo pubblico uno show dalle premesse molto buone ma dai risultati fin troppo scadenti. Grandissima prova per Cassel e colleghi, ma magari la prossima volta sarebbe meglio scrivere una storia che abbia un minimo di senso.
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.