Liaison entra ufficialmente nel vivo della narrazione e, nel corso di queste due puntate, finalmente allo spettatore è concesso di capire – almeno in parte – quali siano le fazioni in campo e soprattutto quali interessi si celino dietro a questa pressante caccia all’uomo giocata su più fronti.
TUTTA COLPA DI BOB
Dopo due episodi più introduttivi, atti a presentare la trama, i personaggi e i legami che intercorrono tra loro, “Tsunami” ha il compito di mettere in moto la macchina narrativa, fornendo i primi indizi circa le varie alleanze formatesi fin qui. Di fatto, per il momento, le squadre in campo sembrano essere due: quella “capitanata” da Gabriel Delange, assunto per individuare e recuperare i due hacker, e una seconda fazione rivale che ha come unico scopo l’eliminazione della possibile minaccia alla radice.
Naturalmente, il protagonista non ci mette molto a capire che, estrazione o meno, l’esito di entrambe le missioni sarebbe sempre e comunque l’uccisione del povero Samir. E allora perché disturbarsi e non lasciare che il “destino” faccia il suo corso? La domanda troverà risposta in “Carnage”, primo vero episodio chiarificatore tra i quattro analizzati finora.
Prima di offrire il cosiddetto “spiegone”, però, la serie decide di insinuare il dubbio in merito alle intenzioni dei personaggi chiave sviluppati finora. A partire da Didier, il cliente dietro all’assunzione di Delange, passando poi per l’amante Sabine, pedinata qui da Gabriel, proseguendo poi con Gordon, il collega di Alison, e finendo con l’introdurre, in maniera piuttosto enigmatica, la figura di Bob, leader senza scrupoli della Antropa e mente criminale dietro agli attacchi informatici che hanno colpito Londra negli ultimi giorni.
Il tentativo di rapimento ai danni di Myriam, sventato poi da Gabriel, l’uccisione di Gordon e i diversi “incidenti” di Londra, vengono qui associati ad un unico volto, quello dell’uomo che attacca il protagonista con un taser durante la fuga dal campo profughi. Uomo che, di fatto, non è altro che un semplice scagnozzo alle dipendenze di Bob, vera mastermind dietro ai vari attacchi terroristici che hanno messo sotto scacco la capitale inglese nei giorni precedenti.
E mentre l’inferno si scatena tra le strade di Londra, arrivano anche i primi problemi per Alison, vista entrare nella stessa stanza di Delange dalle telecamere dell’ospedale, e ora sospettata di aver in qualche modo aiutato il criminale a far perdere le sue tracce. Naturalmente, in seguito all’incidente che ha coinvolto la figlia e che vedrebbe Gabriel come principale sospettato, anche Albert prende parte alle indagini, cominciando a nutrire i primi dubbi nei confronti della sua fidanzata. La quale tra l’altro, non risponde nemmeno alla proposta di matrimonio d’inizio episodio, buttando un “I love you” strategico nella conversazione prima di distrarre l’uomo con svianti avance sessuali che chiuderanno lì la questione. Se a ciò si aggiunge l’evidente tensione sessuale tra la donna e Gabriel, non si prospetta esattamente un futuro prospero per la coppia.
NESSUNO È PIÙ BASITO, È TUTTO PERFETTAMENTE CHIARO
I nuovi spunti e personaggi introdotti nel corso del terzo episodio, vengono poi finalmente “assemblati” in “Carnage”, durante il quale, finalmente, si ha quantomeno l’impressione di avere in mente un quadro chiaro della situazione. Trattandosi di una serie tv incentrata su macchinazioni, tradimenti e intrighi politici, è lecito aspettarsi ancora un paio di cambi di fronte prima della fine dei giochi ma, almeno per il momento, la situazione è abbastanza chiara.
La Antropa, compagnia privata francese specializzata nella vendita di missili, satelliti spia e strumenti per la cybersecurity, ha la possibilità di diventare la prima esportatrice a livello globale nel settore militare, e il compito di Didier è quello di facilitare un accordo con il Regno Unito, tra l’altro totalmente illegale secondo le normative europee.
In questo scenario, l’omicidio di Gordon trova una spiegazione, orchestrato allo scopo di impedire ad Alison, e quindi al governo inglese, di siglare l’accordo di collaborazione in materia di cybersecurity con l’Unione Europea, permettendo così ad Antropa di vendere i suoi prodotti nel Regno Unito. Gli attentati si configurano così come il tentativo di Bob di spaventare il governo e l’opinione pubblica allo scopo di offrire una soluzione efficace ad un problema da lui stesso creato.
E quando sono aziende private, figure governative e spietati mercenari a muovere i fili del gioco, naturalmente nemmeno la figlia di un comandante NATO è più al sicuro.
In questo quarto episodio, infatti, viene speso un po’ più di minutaggio in favore di un approfondimento del passato di Alison, prima con il contenuto della VHS, che non si capisce bene in quale modo dovrebbe danneggiare la ragazza o il padre, e poi con la sbadata rivelazione in merito alla gravidanza della donna nascosta a Gabriel.
Nel breve filmato appare una giovane Alison, in compagnia di Delange, alle prese con la protesta violenta nel corso della quale Nathalie, la ragazza con i capelli rossi menzionata più volte, ha perso la vita, portando poi alla condanna di Delange a seguito del tradimento di Alison. In quest’ottica, l’unica ragione per cui la videocassetta potrebbe effettivamente rovinare la vita della famiglia Rowdy, è che mostri la colpevolezza della figlia. E se così fosse, allora sarebbe lecito pensare che Gabriel abbia costretto Alison a mentire per evitarle una condanna; cosa che tra l’altro spiegherebbe l’apparente assenza di odio e risentimento del protagonista nei confronti della donna.
Una cosa è certa: per Alison la situazione si mette male, e questa volta, giunti al termine della corsa, potrebbe non esserci nessuno pronto a prendersi la colpa al suo posto.
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Liaison mette finalmente in moto la narrazione e prepara il suo pubblico per un finale che sicuramente riserverà più d’un cambio di fronte. Altra ottima prova per la serie Apple, che conferma l’ottimo lavoro svolto nel corso dei primi due episodi e che, si spera, concluderà l’opera in maniera altrettanto positiva.
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.