Dopo ben sei episodi introduttivi, la serie tv Django comincia finalmente ad ingranare a livello di ritmo narrativo e trama orizzontale. E anche dal punto di vista del protagonista maschile della vicenda (che finora è sempre stato poco più che un comprimario all’azione) comincia a delinearsi un possibile riscatto.
Ovviamente la parte del leone, anche in questa puntata, non la fa affatto Django (il seppur ottimo Mattias Schoenaerts) ma sua figlia Sarah (Lisa Vicari), al punto che lo show si sarebbe potuto tranquillamente chiamare “la figlia di Django” e nessuno avrebbe avuto da ridire.
La ragazza diventa protagonista non solo della trama principale, ambientata nel presente, ma ha un ruolo fondamentale anche nel flashback dell’episodio, oltre ad essere il principale motore del cliffhanger finale che introduce all’ultima parte della miniserie, che non a caso è quello che mostra più colpi di scena.
LA QUESTIONE INDIANA
Tutti gli altri personaggi interessanti della storia non fanno che ruotare (di fatto) attorno al character di Sarah. Uno fra tutti, John Ellis (Nicholas Pinnock) personaggio estremamente interessante essendo quello con i maggiori contrasti e chiaroscuri di tutto lo show. Leader carismatico ma anche despota della città di New Babylon, si trova qui a dover fare i conti con le numerose ribellioni interne (soprattutto da parte della moglie) e a dover scegliere fra il “welfare” cittadino e lo scoppio di una vera e propria guerra con Elizabeth (una straordinaria Noomi Rapace).
In questo senso, si può notare come Django s’inserisca appieno nei topoi narrativi del western contemporaneo, in cui la storia americana e il “mito della Frontiera” vengono rilette dal punto di vista delle cosiddette “minoranze” (afroamericani e nativi americani).
E, da questo punto di vista, lo show poteva tranquillamente fare come altri prodotti del genere (si veda, ad esempio, The Harder They Fall) inserendo semplicemente attori di quelle particolari minoranze risultando però in maniera quasi caricaturale.
Django, invece, non cambia nulla della Storia americana ufficiale, semplicemente inserisce in tale contesto un’ipotesi precisa (cosa sarebbe successo se una colonia di ex-schiavi avesse trovato un giacimento di petrolio?) con tutte le conseguenze del caso. E inserendo dei personaggi che, al di là dei tratti somatici, sono ugualmente dotati di pregi e difetti.
Interessante, in questo senso, come viene trattata la “questione indiana” con l’inserimento del personaggio di The Giant (da cui il titolo), sicario a pagamento che vive uccidendo i nativi ribelli. Il flashback che vede come protagonisti lui e Django è emblematico delle sfumature di queste due realtà ed è importante per lo sviluppo caratteriale dello stesso protagonista maschile.
FLASHBACK E CLIFFHANGER FINALE
Da questo punto di vista “The Giant” segna, per fortuna, uno stacco abbastanza netto da quanto visto finora. Il ritmo rimane sempre un po’ rallentato (e i numerosi flashback interni non aiutano in questo senso), ma si comincia ad intravedere una direzione precisa dello show e una maggiore azione che negli altri episodi mancava.
Intanto, è stato sviscerato quasi completamente il passato di Django, qui dando anche una spiegazione precisa per la sua apparente impassibilità e cinismo dato il suo passato tragico. Allo stesso modo anche il flashback riguardante Sarah mette in luce il senso di colpa che ha finora caratterizzato la personalità della stessa.
Anche se tutto questo rallenta comunque l’azione, bisogna dire che il modo con cui ci si ricollega alle vicende del presente risulta ben fatto e apre la strada al cliffhanger finale realizzato con abile maestria dal regista David Evans (già nominato agli Emmy per “Episode One” di Downtown Abbey). La sequenza che vede alternarsi l’arrivo del nuovo pianoforte di Adam (Joshua J Parker), con musica allegra in sottofondo, e i preparativi per il rapimento di Sarah appare disturbante e angosciante al punto giusto, tanto da far venire voglia allo spettatore di procedere nella visione.
CONCLUSIONI
“The Giant” si pone quindi come linea fra un “prima” e un “dopo” rispetto alla trama orizzontale.
Permangono molti dei difetti dello show, ma ci sono anche buone possibilità che da qui in poi ci sia un taglio netto verso una maggiore azione e più plot twist interessanti. Si possono considerare questi episodi visti finora come una lunga introduzione ai personaggi principali. Cosa che, in realtà, ormai è molto comune ma che, in questo caso, è andata avanti un po’ troppo per le lunghe.
Da qui in poi si pongono finalmente le basi per arrivare al season finale, sperando di avere finalmente una quadra di questa nuova versione dell’eroe interpretato da Franco Nero negli anni 60 (che qui ritorna per il solito cammeo d’eccezione).
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Finalmente qualcosa comincia ad ingranare in questa miniserie targata Sky Italia chiamata Django, in cui però la vera protagonista è la figlia di Django e tutti i personaggi che ruotano attorno a lei. Si spera che da qui in poi qualcosa cambi in vista del season finale.
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!