Loki 2×05 – Science/FictionTEMPO DI LETTURA 5 min

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Recensione Loki 2x05A un passo dal finale di stagione, Loki riesce finalmente a regalare al suo pubblico un episodio degno di nota, tecnicamente molto ben fatto, con degli effetti visivi di tutto rispetto e soprattutto con una narrazione che effettivamente porta lo spettatore a porsi domande e formulare teorie in merito al destino dei suoi protagonisti.
Eric Martin, showrunner e penna dietro tutti gli episodi di questa stagione, con questo episodio sembra finalmente essere riuscito a dare lustro alla stagione e, in qualche modo, anche a dare un senso postumo a tutti gli episodi precedenti che ora possono essere riletti sotto un’altra luce.

SPAGHETTI SCIENCE FICTION


Questo quinto episodio riprende esattamente dal finale dello scorso, con il bagliore accecante del telaio a illuminare lo sguardo sperduto di Loki, ritrovatosi nella sala di controllo temporale completamente solo. La ragione per cui il protagonista non subisce la stessa sorte dei suoi compagni, riportati alle loro vite pre-TVA, probabilmente, è dovuta a qualche sorta di “sganciamento” dallo spazio-tempo. Ricominciano quindi i randomici salti temporali che coinvolgono il protagonista, ancora fuori dal suo controllo, e che, unitamente alla “spaghettizzazione” della TVA, preannunciano l’imminente collasso del tempo.
In realtà, quantomeno a giudicare dal monitor della TVA, questo processo disgregante sembrerebbe fare parte di una sorta di fenomeno controllato, di una fantomatica fail safe mode ora attiva e di cui questa “spaghettizzazione” rappresenterebbe una sorta di conseguenza necessaria all’interno di questo loop che (almeno per il momento) non ha né un inizio né una fine ben definiti.
Inizia dunque il viaggio di Loki attraverso la linea temporale ramificata, e la prima destinazione sono gli anni Sessanta, precisamente ad Alcatraz, dove Casey si trova proprio nel mezzo di un tentativo di evasione. Tra l’altro, nel giugno del 1962, tre prigionieri fuggirono da Alcatraz e uno di loro si chiamava proprio Frank Morris, ovvero il nome utilizzato da Casey nell’episodio. Un altro easter egg simile a quello mostrato nel corso della prima stagione, dove Loki si rivelava essere il celebre ladro DB Cooper.
I salti lo portano quindi di fronte a un McDonald, a un rivenditore di moto d’acqua (di fronte a un pupazzo gonfiabile che saluta come uno scemo), in un teatro temporale della TVA, nella linea ramificata di B-15, che si scopre essere stata una dottoressa (tra l’altro nel 2012 a New York, anno e luogo dove la serie di Loki ebbe inizio in End Game) e infine nel 1994 da OB, il quale si rivela essere non solo uno scrittore sci-fi ma anche un insegnante di fisica teorica alla Caltech.
Loki vuole quindi ritornare alla TVA prima che il telaio esploda, cosa che OB definisce impossibile. Ma, visto e considerato che anche effettuare salti temporali all’interno della TVA era stato giudicato impossibile dallo stesso OB, le speranze per Loki sembrano essere ancora vive, a patto che riesca a controllare i suddetti salti temporali in modo da viaggiare dove desidera. E sebbene controllarli sembri del tutto impossibile, OB nota che, indirettamente, Loki termina sempre vicino alle persone che sta cercando, mostrando quindi una sorta di volontà dietro ai suoi spostamenti apparentemente casuali.

UN LOKI DAL CUORE CREMOSO


La soluzione sembra però nascondersi altrove. Nel corso dei suoi spostamenti, Loki si è trovato anche all’interno di un teatro temporale, provando che è possibile entrare all’interno della TVA in qualche modo. OB pensa quindi di radunare tutti i compagni di Loki, così da mettere insieme una sorta di aura di gruppo da seguire per rintracciare la sala del telaio.
Una volta riuniti tutti quanti, arriva il momento di rintracciare Sylvie, che riconosce Loki mostrandosi dunque la stessa Sylvie che lo spettatore conosce. La cosa curiosa è che ora Loki racconta di come ai suoi compagni sia stata sottratta la loro vita all’interno della TVA , l’esatto opposto del ragionamento fatto nel corso della stagione scorsa. Non è ben chiaro il perché Sylvie sia immune alla “spaghettizzazione”, ma forse si tratta di un’abilità acquisita indirettamente essendo lei stessa una variante di Loki.
Tornati alla base di OB, è possibile osservare come la struttura sia esattamente identica al suo laboratorio presente nella TVA (sul pavimento è anche possibile notare una zona circolare non impolverata esattamente dove si trovava il bancone circolare nel laboratorio di OB alla TVA) magari perché ispirato indirettamente dalla sua esperienza sulla Terra pre-TVA, e si può supporre che questa sia la squadra comprendente i primi membri storici della TVA, quindi non reclutati da Colui Che Rimane, come si pensava finora, bensì da Loki – a meno che i due non siano esattamente la stessa persona, come in molti hanno già teorizzato.
Al termine dell’episodio, con il ritorno del protagonista nella stanza del telaio, l’impressione per alcuni potrà essere quella di aver assistito a un filler piuttosto elaborato, in realtà però Loki riesce finalmente ad apprendere come controllare i salti temporali, configurandosi di fatto come un TemPad vivente, ma soprattutto viene praticamente confermato il fatto che si tratti di un loop temporale che riporta lo spettatore proprio al momento in cui i membri storici della TVA sono stati sottratti alle loro vite sulla Terra.
Episodio che dunque riesce nell’ardua impresa, soprattutto per un prodotto televisivo Marvel, di far montare un modesto interesse da parte dello spettatore in merito agli sviluppi futuri della trama, e che si spera non sia soltanto una brevissima parentesi positiva destinata a rimanere tale dopo la visione del finale di stagione. Certo, forse questa trasformazione di Loki in personaggio 100% positivo, che addirittura viene mosso dal desiderio di salvare i suoi amici, un po’ rovina la rappresentazione ambigua alla base della sua caratterizzazione, togliendoli anche un po’ del suo fascino iniziale. Una scelta che però, al netto del carisma dei personaggi buoni rimasti o introdotti nel MCU, appare quantomeno motivata.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Regia ed effetti visivi molto validi
  • Narrazione coinvolgente
  • Easter egg e riferimenti ben inseriti all’interno dell’episodio
  • Sembrerebbe esserci della coerenza rispetto alla stagione precedente, un evento quasi miracoloso in casa Marvel
  • Perdita totale dell’ambiguità del personaggio di Loki

 

In conclusione, questo episodio di Loki riesce a bilanciare con successo la complessità della trama con momenti di azione e mistero, regalando allo spettatore una porzione essenziale della storia che lascia presagire sviluppi entusiasmanti. Sebbene possa sollevare alcune domande sulla direzione del personaggio di Loki, il mistero e l’interesse generati promettono sviluppi avvincenti per il futuro della serie. Un tassello intrigante nella trama di Loki che promette molte sorprese nell’imminente finale di stagione serie.

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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