Luca Paguro è un giovane abitante dei fondali marini, timido, educato e ligio alle regole, ma con un forte desiderio segreto di vedere il mondo in superficie e imparare il più possibile da esso. Per tutta la vita gli è stato detto che i mostri marini non dovrebbero mai uscire dall’acqua ma grazie all’amicizia con Alberto Scorfano, un altro ragazzino della sua specie con l’hobby dell’esplorazione terrestre, Luca scopre di poter mutare forma, assumendo quindi l’aspetto di un umano quando il suo corpo è completamente asciutto. Spinti inizialmente dal desiderio di mettere la mani su una Vespa, tra Luca e Alberto nascerà una meravigliosa amicizia, fondata sulla promessa di esplorare il meraviglioso mondo che li circonda. I due ragazzini dovranno però fare molta attenzione a non farsi scoprire dagli esseri umani, unica vera minaccia alla loro permanenza in superficie. |
Dopo mesi di trepidante attesa, tra teorie infondate e continue indiscrezioni, finalmente Luca, ultima fatica di casa Pixar, è stato rilasciato sulla piattaforma streaming Disney+, soddisfacendo ampiamente le aspettative createsi nel corso degli ultimi mesi. Il tutto rendendo onore alla bellissima riviera ligure con una stupenda favola contemporanea su diversità e superamento dei pregiudizi che in pratica è un mix tra La Sirenetta – più che altro nel sentimento di curiosità che accomuna i due protagonisti – ed un qualsiasi romanzo di formazione e crescita giovanile di fine anni Ottanta.
Un pittoresco incontro tra due mondi molto diversi tra loro, separati non soltanto dal mare ma anche e soprattutto da ignoranza e paura del diverso, e un chiaro messaggio d’amore verso l’Italia, e in particolare verso la la Liguria, di Enrico Casarosa, animatore, sceneggiatore e regista originario di Genova, già celebre in casa Pixar per il cortometraggio La Luna (candidato al Premio Oscar per il miglior cortometraggio d’animazione nel 2012), proiettato nelle sale prima di Ribelle – The Brave e motivo per il quale Casarosa è stato scelto per dirigere quest’ultimo lungometraggio della Pixar.
Walking is just like swimming. But without fins, or a tail. And also, there’s no water. Otherwise, it’s like the exact same thing.
VESPA IS FREEDOM
Uno dei due punti cardine dell’opera di Casarosa, rappresentato qui attraverso l’uso dell’iconica Vespa, è senza dubbio il desiderio di libertà. In questo caso non soltanto relativo all’affrancamento dalla condizione di “prigioniero” del mare e delle sue regole ferree circa il contatto con gli esseri umani che vivono in superficie, ma anche da quella di prigioniero di paure e contraddizioni tipiche della terraferma e dei suoi abitanti.
A questo primo tema si affianca quindi quello della ricerca della propria identità e delle maschere che le persone tendono ad indossare per celare la loro vera natura. Esemplificativo è il personaggio di Ercole, moderno Gaston (ma decisamente meno in forma) idolatrato per le sue conquiste sportive ma in realtà bulletto prepotente ed ignorante che fa dell’intimidazione la sua arma principale. Gaston è al centro del consueto percorso di smascheramento collettivo che, in maniera prevedibile ma non per questo meno soddisfacente, ribalterà la sua condizione di beniamino del paese in virtù del forte messaggio di inclusione ed accettazione del diverso sotteso all’intera opera del regista genovese.
It’s just the greatest thing that humans ever made… the Vespa!
Ad impreziosire il viaggio di formazione dei due protagonisti Luca e Alberto troviamo inoltre un’ottima sceneggiatura, dialoghi ben scritti e delle animazioni incredibili con un’attenzione particolare ai colori, sempre intensi e sgargianti, che sicuramente sarebbero stati molto valorizzati da un’eventuale uscita nelle sale. Il digitale sicuramente avrà il merito di portare la pellicola ad una maggiore diffusione a livello globale, ma la delusione per non poter assaporare Luca sul grande schermo comunque rimane. A maggior ragione vista la qualità della regia e dei movimenti di macchina che, seppur virtuali, sono perfettamente individuabili e che letteralmente trascinano lo spettatore tra le strade di Portorosso.
In questa stupenda cornice, e grazie a due personaggi molto “classici” nella loro caratterizzazione ma perfettamente inseriti all’interno della narrazione, la Vespa diventa quindi la speranza di essere liberi, di spiccare il volo, di distruggere tutte quelle barriere innalzate per paura o semplice ignoranza e che spesso finiscono per limitare o addirittura cristallizzare la crescita personale di un individuo.
I KNOW WHO THEY ARE: THEY’RE LUCA AND ALBERTO
Come già accennato in precedenza, sicuramente uno dei primi pensieri che sfioreranno l’amante dei film d’animazione più navigato sarà quello di aver assistito ad uno dei tanti racconti di formazione e inclusione. Pensiero più che motivato tra l’altro.
Luca e Alberto si rifanno senza dubbio agli stilemi classici di questo genere: da una parte il bambino timido e ligio alle regole, soffocato da genitori estremamente apprensivi (e con la nonna stranamente avanguardista nei modi di pensare, altro aspetto molto comune ad altre opere dello stesso genere) e dall’altra lo scavezzacollo, alla ricerca (inconsapevole) di una figura paterna, che infatti troverà nel nerboruto Massimo Marcovaldo (che tra l’altro vive in Piazza Calvino), padre di Giulia.
Nonostante questa classicità nella loro caratterizzazione, i due protagonisti riescono, tramite un’amicizia che forse sembrerà sviluppata molto rapidamente, ma che invece risulta essere la perfetta espressione dell’amicizia “estiva” che chiunque abbia passato almeno un’estate in villeggiatura potrà riconoscere, a mostrare e contestualmente smontare il costrutto culturale che vede il diverso semplicemente come pericoloso. E l’utilizzo di creature mitologiche e del folklore per spiegare queste differenze culturali tra esseri umani non può che essere apprezzato.
Some people, they’ll never accept him. But some will.
Alcuni hanno poi visto nell’amicizia tra Luca e Alberto qualcosa di più, fino a sostenere un legame di tipo romantico tra i due protagonisti. Tralasciando l’assurdità data dal fatto che la Pixar si trovi a dover specificare al suo pubblico se il rapporto tra due personaggi di finzione sia o meno di natura omosessuale, forse la sterilità della questione stessa sta nell’imposizione di una determinata interpretazione circa un’opera di fantasia, tra l’altro animata, che proprio grazie alla sua grande adattabilità può benissimo farsi carico di qualsiasi tematica relativa al superamento di barriere ideologiche, siano esse legate a sessualità, etnia o quant’altro.
Che si tratti dunque di amicizia o amore poco importa, perché il vero messaggio di fondo è un altro, e non ha nulla a che vedere con qualsivoglia etichetta sociale: l’accettazione di se stessi e la libertà di non dover nascondere costantemente la propria natura per paura del giudizio degli altri.
Luca è senza dubbio un ottimo film d’animazione, motivo d’orgoglio per lo Stivale, in alcuni momenti forse un po’ intaccato da una costruzione un po’ affrettata di alcune dinamiche narrative. Ad esempio: l’amicizia percepita come sbrigativa sbocciata tra Luca e Alberto; le ragioni alla base dell’odio degli umani nei confronti dei mostri marini o il repentino cambio di opinione conclusivo in merito a quest’ultimi. Ad ogni modo, nel complesso, riesce a restituire un’immagine fiabesca della riviera ligure e del folklore italiano senza ridicolizzarne i tratti più stereotipati, infondendo inoltre un messaggio di apertura e inclusione in un momento storico decisamente adatto alla diffusione di questo genere di racconto per famiglie.
TITOLO ORIGINALE: Luca REGIA: Enrico Casarosa SCENEGGIATURA: Jesse Andrews, Mike Jones INTERPRETI: Jacob Tremblay, Jack Dylan Grazer, Emma Berman, Jim Gaffigan, Sacha Baron Cohen, Maya Rudolph, Marco Barricelli, Saverio Raimondo, Giacomo Gianniotti, Marina Massironi, Elisa Gabrielli, Gino D’Acampo, Sandy Martin DISTRIBUZIONE: Walt Disney Studios DURATA: 95′ ORIGINE: USA, 2021 DATA DI USCITA: 18/06/2021 |