La sinossi parlava di una richiesta di Red a Lizzie definita “disturbing”, ovvero inquietante. Data la presenza nel cast di un medico, non era difficile prevedere che tale richiesta avrebbe riguardato un’eutanasia. Il Concierge del Crimine avrebbe richiesto alla sua pupilla di eliminarlo.
Meno facile era prevedere il modo assolutamente devastante in cui l’episodio, e con lui questa stagione, si sarebbero conclusi.
In attesa di arrivare al momento fatidico, però, tutta la puntata è pervasa da un’atmosfera di mestizia e nostalgia, anche quando si vede Agnes giocare felice in Central Park fra barchette e paperelle.
MEGXIT
Già da qualche giorno si sapeva che Megan Boone non aveva firmato il rinnovo del contratto per una nona stagione. La sorte del suo personaggio, però, restava aperta. Ci poteva essere un recasting (soluzione poco gradita a diversi spettatori), oppure Lizzie poteva essere mandata a nascondersi da qualche parte, in attesa magari di un ritorno nell’ultima puntata dello show.
Niente di tutto ciò: la protagonista femminile della serie è stata brutalmente eliminata con un colpo di arma da fuoco dritto al cuore. Peggio ancora: a spararle è stato Vandyke, il capitano delle guardie di Neville Townsend.
Praticamente, così facendo, lo stesso Vandyke si guadagna un’uscita di scena con maggiori onori rispetto alla stessa Lizzie. Non bastano, infatti, i flashback di tutta una vita che, come si dice, passa davanti a chi sta morendo. Lei muore senza sapere la verità.
E ADESSO, POVER’UOMO?
Non basta nemmeno Ressler, il quale imita Actarus, Hiroshi Shiba e simili eroi, balza dal letto d’ospedale e si fa tutta la città di corsa per essere presente sul luogo della sparatoria. E a questo proposito, la capacità della Task Force di unire i puntini è giunta a livelli soprannaturali. Troppa grazia.
Adesso dunque, ci sono due uomini devastati: Donald e Red. Il primo ha perso, per la seconda volta, una fidanzata, il secondo la sua “stella polare”, vera “fonte del suo potere”.
Viene da chiedersi dove potrà andare a parare la nona stagione dopo simili sviluppi. Se anche si vedesse, tanto per dire, Agnes giunta alla maggiore età, intenta a leggere la lettera dove sono spiegati tutti i misteri, non sarebbe la stessa cosa, perché è stata Lizzie ad interagire con gli altri per tutti questi anni, ad impegnarsi corpo e anima per risolvere l’enigma del suo passato.
UN ALTRO FULMINE A CIEL SERENO
La mattina dopo la messa in onda di questo finale di stagione, lo showrunner Jon Bokenkamp ha annunciato l’abbandono dello show, per “uscire dalla sua comfort zone” e dedicarsi ad altri progetti.
Viene quasi da sospettare che se ne sia voluto andare curando di non lasciare troppa pappa già pronta a chi si occuperà di The Blacklist dopo di lui. Ammesso che, alla luce di tutte queste enormi defezioni, non ci sia un cambio di programma e lo show venga cancellato definitivamente.
Secondo alcuni fans particolarmente imbruttiti, se ne sarebbe andato perché non sapeva più come uscire dall’ingarbugliata matassa da lui stesso creata.
Certo i problemi da risolvere non sono piccoli, a cominciare dal ruolo della Task Force, anzi, dalla sua stessa esistenza. Tutto era cominciato, giova ricordarlo, da “Io parlo solo con Elizabeth Keen“.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Non si può ringraziare, né tanto meno benedire, per un finale piuttosto deludente offerto da una serie che, in otto anni, si è conquistata un pubblico attento e devoto, pronto a giocare con autori e personaggi sin quasi a sconfinare nel complottismo. Peccato, perché ancora in questa stagione The Blacklist ha confezionato momenti di altissima qualità (uno su tutti, la storia di Red e Anne).
Quanto alla diatriba se Red sia o non sia Katarina, si propende per il no sino a prova contraria, se mai arriverà. Si preferisce l’interpretazione lasciata aperta dalla scena con la foto: lui era uno del giro di frequentazioni di Reddington e Katarina, un giovane con la testa piena di sogni marinari e il mito del Cavalier Servente.
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).