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Che The Blacklist fosse un motore a diesel lo avevamo capito sin da subito, ma che questo motore, arrivati alla sedicesima puntata, non avesse ancora avuto l’accelerazione sperata (tranne qualche scoppiettio qua e là), è una sorpresa negativa completamente inaspettata. Di certo stiamo assistendo alla messa in scena di un ottimo prodotto televisivo, la NBC ha fatto centro; di certo la presenza di attori come James Spader alzano il livello sia di recitazione che di qualità dell’intera serie; di certo Bokenkamp ha calcato la mano per far capire sin da subito che non si trattava di un gioco. Fatta questa introduzione doverosa e meritata, anche per mantenere un velo di coerenza con gli elogi sempre fatti, è arrivato il momento di andare oltre e cercare di capire dove l’ideatore e la serie ci vogliono portare.
Tutto è cominciato con Red che non voleva parlare con altri se non con Liz, ad oggi questo rapporto tanto osannato è andato piano piano scemando, una situazione alquanto bizzarra e contraddittoria se si pensa a Liz come principale spalla del protagonista. Le qualità recitative di Megan Boone non sono state mai eccelse (sarà la troppa vicinanza con il signor Spader?), però giustificavamo il tutto perché apprezzavamo il ruolo da lei recitato e la conseguente sua funzionalità ai fini della trama. Ma adesso?
Il mettere in un angolo a far da tappezzeria Liz di certo ha facilitato il rafforzamento di una sorta di rapporto tra Reddington e Ressler nato durante “Anslo Garrick (No. 16) Part 1” e “Part 2“, però questo non giustifica l’affievolimento di quel legame particolare che il nostro criminale preferito aveva con la profiler; anche perché è sua figlia. Di conseguenza, mettere in secondo piano (si spera per il momento) le attenzioni particolari nei confronti di Liz è una scelta difficile da apprezzare.
Altro appunto che si potrebbe fare a The Blacklist è che se le prime puntate davano il sospetto, e la conferma, che i vari criminali catturati dall’FBI con l’aiuto di Red facessero parte di un piano orchestrato dallo stesso per raggiungere non si sa quale obiettivo, adesso ci troviamo davanti a dei criminali, come nel presente caso di “Mako Tanida (No. 83)”, che non sembrano essere più così funzionali alla trama. Tralasciando l’espediente narrativo con il quale si è avuta una particolare unione emotiva tra Red e Donald, in questa puntata non si è intravista la funzionalità che il criminale aveva e ha con i programmi e gli obiettivi che Red vuole raggiungere.
La scena del teatro, ben costruita e ad effetto, non permette di avere alcuna rivelazione portentosa sul passato di Red e per questo si può tranquillamente paragonare a quanto già visto in “Frederick Barnes (No. 47)” dove ritroviamo lo stesso viso pieno di tristezza e lo sguardo perso nei ricordi.
D’altra parte, però, si deve pur ammettere che la puntata è stata piacevole, soprattutto in riferimento a Tom e alla sua doppia identità. Una bella evoluzione per il maestrino tutto sentimenti e delicatezza: è stato in grado di uccidere senza problemi la bella collega e Lance Reddick, la cui precoce dipartita è da considerarsi un vero e proprio lutto per la serie, dato che è un attore che poteva portare novità e qualità in The Blacklist.
Tutto è cominciato con Red che non voleva parlare con altri se non con Liz, ad oggi questo rapporto tanto osannato è andato piano piano scemando, una situazione alquanto bizzarra e contraddittoria se si pensa a Liz come principale spalla del protagonista. Le qualità recitative di Megan Boone non sono state mai eccelse (sarà la troppa vicinanza con il signor Spader?), però giustificavamo il tutto perché apprezzavamo il ruolo da lei recitato e la conseguente sua funzionalità ai fini della trama. Ma adesso?
Il mettere in un angolo a far da tappezzeria Liz di certo ha facilitato il rafforzamento di una sorta di rapporto tra Reddington e Ressler nato durante “Anslo Garrick (No. 16) Part 1” e “Part 2“, però questo non giustifica l’affievolimento di quel legame particolare che il nostro criminale preferito aveva con la profiler; anche perché è sua figlia. Di conseguenza, mettere in secondo piano (si spera per il momento) le attenzioni particolari nei confronti di Liz è una scelta difficile da apprezzare.
Altro appunto che si potrebbe fare a The Blacklist è che se le prime puntate davano il sospetto, e la conferma, che i vari criminali catturati dall’FBI con l’aiuto di Red facessero parte di un piano orchestrato dallo stesso per raggiungere non si sa quale obiettivo, adesso ci troviamo davanti a dei criminali, come nel presente caso di “Mako Tanida (No. 83)”, che non sembrano essere più così funzionali alla trama. Tralasciando l’espediente narrativo con il quale si è avuta una particolare unione emotiva tra Red e Donald, in questa puntata non si è intravista la funzionalità che il criminale aveva e ha con i programmi e gli obiettivi che Red vuole raggiungere.
La scena del teatro, ben costruita e ad effetto, non permette di avere alcuna rivelazione portentosa sul passato di Red e per questo si può tranquillamente paragonare a quanto già visto in “Frederick Barnes (No. 47)” dove ritroviamo lo stesso viso pieno di tristezza e lo sguardo perso nei ricordi.
D’altra parte, però, si deve pur ammettere che la puntata è stata piacevole, soprattutto in riferimento a Tom e alla sua doppia identità. Una bella evoluzione per il maestrino tutto sentimenti e delicatezza: è stato in grado di uccidere senza problemi la bella collega e Lance Reddick, la cui precoce dipartita è da considerarsi un vero e proprio lutto per la serie, dato che è un attore che poteva portare novità e qualità in The Blacklist.
PRO:
- L’inaspettata evoluzione del rapporto tra Reddington e Ressler
- La doppia identità di Tom finalmente svelata
CONTRO:
- Liz comincia a far da tappezzeria
- Si comincia a sentire la mancanza di quel “qualcosina” in più
- La precoce dipartita di Lance Reddick
La prossima si preannuncia una puntata con le contropalle e speriamo solo che queste aspettative vengano soddisfatte perché dopo un po’ una serie che ripropone sempre lo stesso stile di puntata, seppur bella, stanca.
The Judge (No. 57) 1×15 | 11.01 milioni – 2.7 rating |
Mako Tanida (No. 83) 1×16 | 11.12 milioni – 2.8 rating |
VOTO EMMY
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.