Mayans MC 5×09 – I Must Go In Now For The Fog Is RisingTEMPO DI LETTURA 6 min

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Recensione Mayans MC 5x09Finalmente, per la gioia dell’intero globo terracqueo, Mayans MC si prepara a salutare i suoi spettatori e, con estrema coerenza rispetto al più che deludente cammino stagionale, la serie decide di confezionare l’ennesima pattumiera seriale in vista del meno atteso finale di serie della storia della televisione.
Un pre-series finale che ben poco fa per muovere avanti una trama che, in realtà, non ha mosso mezzo passo avanti per l’intero arco stagionale e che decide di puntare tutto su guest star non necessarie, esiti particolarmente scontati per quei pochi character ancora in vita ed Edward James Olmos che esce di scena (con dignità) in un sacco nero.

CANI E CULI


L’epopea di Ez, presidente che è riuscito incredibilmente a far rimpiangere l’era Bishop, sta per giungere al termine. Attorno a lui la morte continua a imperversare. Tra donne biker arse vive per colpa della sua droga e suo padre finito in un sacco nero per colpa della sua incapacità di prendersi carico del charter e dei suoi nemici, i Sons Of Anarchy hanno quasi completato l’opera di distruzione (fisica ed emotiva) ai danni del character interpretato da JD Pardo, al quale ormai restano solo Angel e Sofìa.
Lui naturalmente non si accorge di nulla e continua a scopare e a farsi fare la morale da una perfetta sconosciuta che l’ha raccattato per strada poco prima. Ma ciò non ha alcuna importanza, perché per Jenny Lynn, penna dietro all’ennesimo capolavoro targato Mayans MC, l’importante è solleticare il fan di lunga data con l’ennesima comparsata non richiesta, stavolta riproponendo il personaggio di Wendy (interpretato da Drea de Matteo) ex fidanzata della buon’anima di Jax Teller, nel ruolo della “coscienza” di Ezekiel, il quale sembra finalmente aver capito di essere la reincarnazione dell’oramai proverbiale Re Mida al contrario e quindi, per festeggiare, decide di fare del sesso certamente non protetto con la sua ragazza. Non ci sarebbe da stupirsi, infatti, se dopo tutta la filippica di Wendy sul non avere figli se la tua aspirazione è quella di diventare un criminale, il presidente dalle mille idee brillanti decidesse anche di ingravidare la sua fidanzata per coronare la sua serie positiva di decisioni vincenti. La speranza, naturalmente, è che, in primis, gli anni passati in groppa a una moto con un sellino sicuramente comodo come uno sgabello di mogano lo abbiano reso completamente sterile, e che, in secondo luogo, finalmente nel finale di serie Ez venga trucidato senza pietà nel modo più cruento possibile da uno qualsiasi dei suoi cinquecento nemici.

TRAUMI CRANICI


Non occorre certo essere brillanti e modesti recensori come chi scrive per capire quanto questo nono episodio trasudi lordura. Basta infatti essere provvisti d’orifizi nasali funzionanti per poterne degustare la fecale fragranza a metri e metri di distanza.
In un mondo fatto di veri criminali senza scrupoli, un soggetto come Ez dovrebbe già essere morto e sepolto da anni. Solo in questo episodio non vi è alcuna ragione per cui le Broken Saints non dovrebbero terminare l’inutile esistenza del personaggio, causa della morte di due membri del loro charter e della distruzione di parte del loro quartier generale. Certo, viene giocata la solita carta del “se lo ammazzi poi i suoi amici ci vengono a cercare”, ma giunti a questo punto tanto varrebbe fare un favore ai Sons e far fuori sti quattro scappati di casa rimasti per evitare ulteriori ritorsioni.
Ma va bene, si prenda per buona la decisione di Johnny Panic (sì, la leader delle Broken Saints si chiama Johnny Panic) di prendersi una ramata di calci nelle gengive per proteggere Ez e conseguentemente le sue sorelle biker (che poi sono le stesse persone che alla fine la meneranno). Alla fine si è visto molto di peggio in passato.
Procedendo oltre si arriva quindi a quello che dovrebbe essere il momento clou dell’episodio, ovvero l’incontro con Wendy, “grillo parlante” che avrà il compito di far rinsavire il protagonista raccontandogli della parabola discendente del suo ex fidanzato Jax Teller e della sua vita da madre single con un figlio che, con tutte le probabilità, diventerà anch’esso un criminale una volta raggiunta la maggiore età. Il risultato è soltanto un cameo inutile di un personaggio che non aveva ragione di comparire in questo deludente spin-off e che, per giunta, riesce pure a dire eresie del tipo “mi ricordi molto lui”, quando invece il fan di lunga data dell’universo narrativo di Sutter sa benissimo che il personaggio di JD Pardo non è degno neppure di cadere rovinosamente sull’asfalto sul quale ha viaggiato il character di Charlie Hunnam.
Senza poi contare il fatto che, dopo la caduta, Ez sputa sangue, rotola sull’asfalto e cade da inginocchiato e, dieci minuti dopo, è pronto a scopare in barba al palese trauma cranico causato dall’incidente. Ma va tutto bene fintanto che c’è un tramonto da guardare spalle alla telecamera con il solito giro di chitarra malinconico ad accompagnare i pensieri tormentati del protagonista.
Jenny Lynn poetessa moderna – da segnalare, tra l’altro, la sua partecipazione a Marvel’s Iron Fist nei panni di story editor e sceneggiatrice. Chi l’ha visto capirà.

BAMBINI SORDI


Infine, soprassedendo sull’unica trama in grado di attrarre un minimo l’attenzione degli spettatori, cioè quella riguardante lo stallo alla messicana tra Potter, Galindo e la Devlin (l’unica che forse ha ancora un minimo di senso), ciò che resta all’interno di questo nono episodio sono una serie di sottotrame imbarazzanti ed esiti scontati: l’imbarazzante tentativo di Terry di propinare ai suoi compagni la storia della sua miracolosa sopravvivenza a un agguato dei Mayans, storia che ovviamente non si beve nessuno e che lo porterà a essere trucidato malamente nel prossimo episodio; Isaac che piange perché il fratello Packer è morto di cancro; i capricci di Emily nei confronti del security installer interpretato da Matt Merchant, che in realtà fa la controfigura (informazione comunque più interessante dell’intera trama di Mrs. Galindo); e infine la morte di Felipe Reyes aka Edward James Olmos aka Ammiraglio Adama, che in barba ai suoi 170 anni di età, prima di becca un proiettile nel fianco senza battere ciglio e poi spara due colpi di pistola a due millimetri dall’orecchio del nipote, rendendolo sordo per la vita (anche se, a giudicare dalla completa nonchalance con cui il bambino reagisce allo sparo, forse si trattava di una condizione pre-esistente) morendo con dignità dopo aver crivellato di colpi una porta.
Non male per una serie che inspiegabilmente riesce ancora a fare mezzo milione di spettatori a puntata.
Mezzo milione. L’intera popolazione di Genova. A guardare sta merda. Imperdonabile.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Forse la trama di Potter, Galindo e la Devlin. Forse.
  • Un piacere rivedere Drea de Matteo, ma resta comunque un cameo forzatissimo
  • Una puntata che è un po’ il sunto di questa monnezza chiamata Mayans MC

 

Grazie a dio con il prossimo episodio l’agonia del pubblico di Mayans MC arriverà alla sua conclusione. La vita è già abbastanza dura senza dover affrontare questo supplizio settimanale. L’unica speranza ora è che ogni singolo personaggio della serie faccia la stessa fine di Felipe.

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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