Dopo un buon episodio, la serie diretta da Elgin James dilapida quanto di buono fatto con due puntate molto confusionarie e una serie infinita di sottotrame che faticano a ricongiungersi alla storyline principale.
Come se non bastasse, vengono addirittura recuperate storyline ormai morte e sepolte. Il risultato finale è una grandissima confusione e una moltitudine di questioni aperte che dovranno necessariamente trovare una conclusione visto che, per fortuna, al termine della serie mancano solo tre puntate.
LA NOIA
Nel sesto episodio stagionale a regnare sovrana è la noia, a causa di un ritmo narrativo estremamente lento e numerose sottotrame secondarie che appesantiscono la narrazione. Tra queste, le vicende sentimentali dei diversi componenti dei Mayans di Santo Padre o la storia personale di Sofia, ragazza di Ez, tutte questioni di cui sinceramente non importa niente a nessuno.
Si sceglie inoltre di pescare dal passato e far riemergere due questioni che sembravano concluse come l’omicidio di Marlon, con la madre che vuole giustizia, e il redivivo Happy, membro dei Sons of Anarchy ed esecutore materiale dell’assassinio di Marisol Reyes, madre dei fratelli Reyes.
Al di là di qualche scena di tensione tra Angel ed Ezekiel e la morte di Happy, sinceramente non si comprende il motivo di questo ritorno al passato visto il tanto materiale già a disposizione. Se ne poteva fare a meno sinceramente.
Unica nota positiva della puntata e il ritorno di Adelita, personaggio maltrattato oltremodo durante queste stagioni, con il cartello LNG che le commissiona l’omicidio di Ez, ignaro che l’ex leader ribelle ha invece un suo piano alternativo.
MORTI NON ECCELLENTI
L’arco narrativo di Adelita si conclude nel settimo episodio dove viene uccisa dalla sua protetta “Mini”, un degno finale per un character tormentato e interessante che ha dato molto alla serie finché è stata tra le protagoniste.
Certo non si può dire lo stesso per Emily che, come sempre, ritorna tra le braccia del marito dopo aver ucciso la madre di Marlon, ennesima dimostrazione della pessima gestione del suo personaggio.
In “To Fear Of Death, I Eat The Stars” vi sono due grandi problemi: la guerra tra Mayans e Sons Of Anarchy viene completamente ignorata, come nella puntata precedente d’altronde, e la questione della spia interna ai Mayans viene rapidamente risolta in modo approssimativo.
La scoperta del passato da collaboratore di Ez rappresentava l’unico elemento nuovo e interessante introdotto di recente, ma con l’uccisione repentina di Creep e la morte della barista, si ha la sensazione che questo filone narrativo volga al termine, salvo ulteriori colpi di scena. Un peccato per un risvolto narrativo che poteva avere un potenziale enorme e cambiare radicalmente la trama principale.
Sicuramente l’utilizzo di Letie come infiltrata all’interno delle Broken Saint può essere interessante e far saltare l’accordo sulla distribuzione della droga faticosamente raggiunto da Ez, come così la morte a sorpresa del leader dei Mayans di Auckand, ulteriore elemento che può donare un po’ di vivacità alla trama.
Ma a conti fatti in queste due lunghissime ore rimane ben poco da salvare e la sensazione è che in questi ultimi episodi a disposizione l’approssimazione e le soluzioni “a cazzo di cane” la faranno da padrone.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Ennesima delusione per lo show di casa FX che non riesce a trovare un equilibrio nel suo marasma di sottrotrame secondarie, il tutto condito da un riciclo di espedienti narrativi ormai consolidato, ma la speranza ha abbandonato da tempo gli ultimi superstiti che si ostinano a guardare questo prodotto televisivo. Tra screentime dedicato a storie inutili e qualche rara soluzione interessante, il ritmo narrativo molto compassato e l’ora di durata rendono la visione delle puntate veramente ostica. La valutazione finale non può che essere insufficiente per un dittico di episodi da cui ci si aspettava di più dopo il quinto episodio.
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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.