Mayans MC 5×05 – I Want Nothing But DeathTEMPO DI LETTURA 4 min

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Mayans MC 5x05 RecensioneCi sono voluti cinque episodi, con il quinto di oltre un’ora, per far sì che una piccola scintilla di curiosità si accendesse nello spettatore, stanco e disorientato, che assiste a questo poco ispirato spin-off.
Apprezzabile la minor componente soap che finalmente lascia spazio a questioni cruciali del charter e soprattutto a qualche confronto abbastanza acceso.
Difficile se non impossibile aspettarsi ulteriori evoluzioni nelle personalità dei personaggi, ormai delineati, chi più chi meno, e diretti verso traiettorie ben precise. Il lavoro descrittivo forse doveva essere affrontato precedentemente e in maniera più netta. Ora si raccoglie quello che si è seminato, ovvero ambiguità e vaghezza.

UN PROTAGONISTA CHE DIVENTA VILLAIN


Il percorso tortuoso che riguarda Ez sembra trovare un senso, se ci si basa su alcuni aspetti di questo specifico episodio. Talvolta forzate alcune scelte, quasi si trovasse difficoltà a ricreare la personalità complessa e tormentata di Jax Teller, però effettivamente meglio descritta. Jax agiva sempre per un ideale superiore, il fine giustificava i mezzi in maniera talvolta eccessiva, ma cosa voleva di preciso era chiaro, quasi sempre condivisibile.
Ez è stato mostrato sotto varie angolazioni, ma la sua impenetrabilità non ha riguardato solo i personaggi a lui intorno, ma è uscita dallo schermo colpendo anche il pubblico. Non in senso buono ovviamente.
La 5×05 ha il pregio di prendere una posizione precisa: Ez è di fatto un villain. Sta portando l’intero charter verso una missione suicida, non si sa bene con quale obiettivo, non ha una vera e propria famiglia da proteggere (come era per il protagonista della serie madre). Quest’ultimo aspetto è confermato dal fatto che con il padre non parla più, guarda il fratello con disprezzo, vive in una roulotte con una fidanzata che non è che lo capisca poi così bene.
La mossa vigliacca nei confronti di Neron in carcere, se fosse necessario, lo conferma totalmente come figura maledetta. Poco importa se poi spacca la faccia a un Son, lì subentra un desiderio di affermarsi e primeggiare, altro che “sanguinare per gli altri”.
In conclusione: se l’obiettivo era creare un protagonista odioso contro cui tifare, sicuramente questo può dirsi raggiunto.

INTRECCI DI GIUSTIZIA E CARTEL


Per risvolti di trama ben delineati che catturano effettivamente l’attenzione del pubblico, affamato di dinamiche gerarchiche da charter motociclistico, interi momenti contribuiscono ad appesantire e rendere poco giustificabili i 67 minuti di episodio. Potter, l’altra agente di cui poco ricorda chi scrive, Galindo, l’intero cartel, lo stesso Ez e i legami con i federali: ma dove si vuole arrivare? Forse la parentesi Galindo andava chiusa prima e non riciclare il personaggio con un’altra funzione, come forse non era necessario approfondire più di tanto aspetti che, forse colpa del recensore, ma non è che rimangono esattamente impressi nella mente.
Il dialogo di Miguel con Angel forse riesce ad accendere un barlume di interesse nella questione cartel, se non altro per le dinamiche tra due personaggi storici che ancora devono venire a conoscenza del loro legame da telenovela. Tutto ciò però non giustifica lunghi intrecci, a cinque episodi dalla fine, che rendono poco chiara la direzione della trama principale. La serie finirà puntando sulla guerra tra bande e sul monopolio dei vari traffici, oppure l’FBI e il cartel faranno da deus ex machina e rivestiranno un’importanza maggiore rispetto all’attuale ruolo da riempitori di minutaggio?

SOA VS MAYANS


A quanto pare – altro mea culpa del recensore – Isaac era lo stesso che vessava Coco nella comunità di tossici. Spettatori attenti non potranno non stigmatizzare la poca attenzione e memoria di chi dovrebbe averne, tanto più che scrive addirittura delle recensioni.
Certo è che il passaggio a essere un Son temuto e rispettato non è che sia stata una scelta narrativa spontanea e soprattutto verosimile. Come se si fosse voluto riciclare un personaggio che aveva del potenziale e che era stato relegato in una storyline laterale. Per chiunque voglia ricostruire il tutto e cercare, invano, una logica nella rivelazione del personaggio alla fine della scorsa stagione, può leggere qui.
Isaac rappresenta quell’escamotage narrativo utile a far sì che lo spettatore possa continuare a tifare per i poveri Mayans, anche con un Ez nelle condizioni già descritte. Fatto sta che, al netto della poca autenticità di un personaggio simile, lo scontro tra le due fazioni e come si sta mettendo il tutto aiuta ad aumentare il tasso di interesse per questa porzione di trama.
Ah e a quanto pare Obispo Bishop partecipa a feste di compleanno di bambini e Alvarez non approva. Questo è un lato di trama meno interessante di Potter che parla di peni.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Sons VS Mayans
  • Ez si delinea come villain
  • L’intera questione di Neron e Ez rat
  • Potter che parla di peni
  • L’intera porzione di trama con Galindo, i federali e il cartel
  • Tutte le parentesi “familiari” dei personaggi del charter utili a far capire che Ez sta mettendo tutti a repentaglio, creando così un conflitto in ognuno di loro: tutto bello e chiaro ma ridondante

 

Visti alcuni momenti ad alta tensione e considerando che un po’ di curiosità inizia a sopraggiungere, si può cautamente esprimere un parere tutto sommato positivo.

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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