Black Mirror 6×03 – Beyond The SeaTEMPO DI LETTURA 5 min

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Black Mirror 6x03 recensioneNella visione cronologica della stagione (anche se antologica e pertanto guardabile in qualsiasi ordine), “Beyond The Sea” è senza ombra di dubbio l’episodio più completo, corposo e d’impatto anche nella sua parziale prevedibilità. Traducendolo in parole povere, è la puntata che molto probabilmente rimarrà più impressa nella memoria del pubblico per le prossime settimane e/o mesi.
Ci sono diversi momenti che non potranno essere dimenticati facilmente e, per chi scrive (anche se ci sono motivazioni e situazioni completamente diverse), questo terzo episodio è comparabile con un’altra terza puntata che è salita agli onori della cronaca in un recente passato, ovvero quella “Long, Long Time” di The Last Of Us che ha inaspettatamente portato sul piccolo schermo la relazione tra Bill e Frank, una relazione profonda, fatta anche di molte cose non dette e che in qualche modo, sempre per chi scrive, sono state rievocate anche qui.
Si è pienamente a conoscenza di essere di fronte ad un paragone esagerato e magari non così necessario, però ci sono diversi elementi comuni ad entrambe (sicuramente dovuti anche al momento in cui Charlie Brooker ha scritto l’episodio, ovvero in piena pandemia) come l’isolamento, l’importanza della relazione di coppia e anche la co-dipendenza stessa a dispetto di qualsiasi problema. Tutte tematiche che toccano nell’intimo ogni persona e che pertanto renderanno lo spettatore medio più sensibile a quanto visto e, molto probabilmente, il tutto non sarà così facilmente digeribile.

The machine man will watch, with his heart screaming million miles above us.

Il nome della puntata non è istantaneamente comprensibile ma la spiegazione è molto semplice: “Beyond The Sea” è il titolo di una canzone americana del 1959 che Bobby Darin ha riadattato dalla Francia, ovvero quella “La Mer” di Charles Trenet del 1946 che David mette costantemente nel giradischi per ballare, per dipingere e flirtare neanche tanto velatamente con Stanfield.
Titolo a parte, l’episodio ha una prima parte molto inaspettata e prende palesemente spunto da Charles Manson e dalla sua setta ma riceve un twist in più visto che in questa realtà nel 1969 la tecnologia sembra piuttosto avanzata in alcuni specifici settori. Rory Culkin è ipnotico nella sua interpretazione del Manson di turno e il massacro dell’intera famiglia è tanto cruento quanto inaspettato ma dà il via ad una trama che non sarebbe stata possibile altrimenti. Gli 80 minuti dell’episodio (il più lungo della stagione) sono tutti necessari e scorrono via velocemente senza affaticare una storia che, invece, ha proprio bisogno di molto tempo per essere raccontata con una dovizia di particolari e, in tal senso, Aaron Paul, Josh Hartnett e Kate Mara sono perfetti nei rispettivi ruoli.

David:What if… what if you let him use your link?

UN FINALE VOLUTAMENTE TRONCO E LA TEORIA DEI GIOCHI


Tra i vari recensori si è discusso animatamente circa la prevedibilità di alcuni momenti dell’episodio (vedasi la condivisione della Replica terrestre oppure la cotta presa da David frequentando Lana) ma il finale non è certamente quello che ci si sarebbe aspettati di vedere.

Cliff:Two years down on the mission, another four to go.  […] I mean, if he were to do something, I’m still up there. That’s a two-man ship. It relies on the both of us. If there was, like, a computer malfunction, some sort of technical issue, that is me dead too. […] The man is lost.

Come detto da Cliff a metà episodio parlando con la moglie, esiste una componente temporale (ancora quattro anni rimasti) non indifferente da tenere conto e poi c’è anche una componente fisica altrettanto fondamentale perché per far funzionare la navicella c’è bisogno di entrambi, altrimenti la morte è praticamente certa. Ed è con queste (ottime) premesse che ci si dirige verso il finale in cui la Teoria dei Giochi regna sovrana:

  • se Cliff non lascia utilizzare la sua replica a David allora è molto probabile che quest’ultimo si suicidi andando indirettamente a compromettere la vita stessa di Cliff che, rimanendo da solo nella stazione spaziale, andrebbe incontro a morte certa;
  • se Cliff lascia utilizzare la sua replica a David allora:
    • c’è una vaga possibilità che tutto vada per il verso giusto per i prossimi quattro anni;
    • c’è il rischio che David, con il corpo di Cliff, si lanci in una missione vendicativa andando a rintracciare Kappa, quella specie di Charles Manson interpretato da Rory Culkin, e qui poi:
      • o lo uccide costringendo Cliff a finire in prigione una volta tornato sulla Terra;
      • o muore provandoci, andando ad eliminare anche la replica terrestre di Cliff;
    • c’è anche la possibilità (che poi si rivelerà concreta) che David si innamori di Lana e quindi qui si aprono ulteriormente altri tre scenari:
      • se Lana ricambia i sentimenti di David, il tutto potrebbe trasformarsi in un threesome allargato fino alla fine della missione, con il benestare o il silenzio assenso di tutti;
      • c’è una vaga possibilità che David, pur innamorandosi di Lana, rispetti il matrimonio del collega e decida di non intromettersi;
      • David può decidere di uccidere silenziosamente Cliff per prendere il suo posto andando però a compromettere la missione spaziale e pertanto sarebbe destinato a morire;
      • David, privo di qualsiasi appiglio, opta per eliminare la famiglia di Cliff andando a ricreare l’equilibrio iniziale tra i due astronauti che non hanno più alcuna ragione di essere gelosi di ciò che ha solo uno di loro e, pertanto, sono costretti a coesistere insieme nella navicella oppure a uccidersi a vicenda.

In questa Teoria dei Giochi Charlie Brooker decide di non dare una spiegazione finale lasciando però intuire che i due abbiano fondamentalmente solo la possibilità di coesistere per il resto della missione. Tuttavia, è una scelta che lascia fondamentalmente sorpresi perché ci si sarebbe aspettati una sorta di ragionamento più ottuso e volto esclusivamente alla gelosia più estrema, tradotta in un semplice ma cruento “se non ce l’hanno tutti allora non ce l’avrà nessuno”.
In questo caso, invece, Brooker opta per una scelta inaspettata che confonde ma al tempo stesso si differenzia da tantissimi altri triangoli finiti in maniera uguale, una scelta coraggiosa che nel complesso è anche più che accettabile anche se forse non era la sola opzione rimasta.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Aaron Paul, Josh Hartnett e Kate Mara tengono in piedi sulle proprie spalle l’intero episodio
  • Rory Culkin e la sua faccia da pazzo
  • Massacro famigliare completamente inaspettato
  • La Teoria dei Giochi…
  • … e l’opzione scelta tra le tante

 

“Beyond The Sea” è un episodio che magari non rispetta tutte le aspettative ma farà molto parlare di sé in futuro per la memoria che si lascia dietro, specialmente ripensando all’episodio a distanza di qualche giorno.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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