The Walking Dead, nella sua totale incontinenza seriale, è riuscita nell’intento di rendere palese il tentativo di raccontare personaggi e non storie. Nell’avventura ultradecennale del celebre show è capitato di toppare nella costruzione di alcune figure, ma statisticamente non potevano mancare quelle ben riuscite. Perché non continuare a spremerle?
Negan per il carisma (e l’incapacità di farlo fuori al momento giusto), Maggie per il suo essere punto di riferimento storico della serie, da aggiungere quindi la storia e la particolare dinamica che intercorre tra i due e il gioco è fatto. Poi quello che faranno questi due, dove, come e in che modo è poco importante.
DEAD AND THE CITY
L’ambientazione può essere New York, centro di tantissima narrazione pop degli ultimi cento anni almeno. Effettivamente mai la grande mela era stata al centro dell’invasione zombie. Quindi zombie a New York, tra i grattacieli. Perché no. Momento clou dell’episodio è l’arrivo di Ginny, come una qualunque ragazza di campagna che sbarca nella metropoli per cercare fortuna. In questo caso però perde un peluche.
L’atmosfera è al secondo posto della narrazione: i grattacieli bui regalano una cornice post-apocalittica interessante della metropoli in piena apocalisse zombie. L’alternanza tra la “rituale” cena dei ribelli, con tanto di canto e doni propiziatori, e l’arena violenta e affollata regalano un interessante scenario di quelle che sono le due contrapposizioni centrali di questo spin-off.
Tutto sta a capire poi dove porti ciò.
L’ATTESA
Essendo meno preponderante l’aspetto della trama e della storia, prediligendo un’interazione tra personaggi storici, così come la definizione di nuove figure (poche), è inevitabile che eventi nevralgici non accadano ad ogni episodio. O meglio, accadono eventi che aiutano a definire meglio (il croato che fa mangiare i chiodi al tizio che non è stato attento alla sua carne e poi gli spacca la faccia contro la finestra).
Inevitabile quindi che un’eventuale resa dei conti, nonché sviluppi decisivi, avverranno a conclusione delle poche puntate di stagione.
Tutto il resto è dialogo (che novità per il mondo di The Walking Dead…), narrazione, flashback, Negan che racconta cose, Maggie che guarda foto. Fino al temibile cliffhanger in cui sta per dare fuoco all’amatissimo peluche di Ginny: riuscirà a fischiare per impedirle questo terribile gesto?
Sarcasmo a parte, per fortuna si tratta di soli 6 episodi e per fortuna il minutaggio non è esattamente eccessivo. Rimane da chiedersi, in generale, se questi spin-off porteranno a nuove saghe, con ulteriori stagioni o se si tratta di appendici della serie madre, utili a “tirare le somme” di ciò che è stato e di come personaggi che hanno acquisito vita propria possano avere una degna conclusione che forse non poteva essere concessa loro da un semplice series finale, così aperto tra l’altro.
IL MARSHAL
Unico lato della storia che nasce e cresce (per ora) è quello inerente al marshal che dà una spietata e appassionata caccia a Negan, tanto da avventurarsi nell’abbandonata e pericolosissima Grande Mela. Chi guarda lo show non sa niente di lui, piccoli elementi vengono inseriti episodio per episodio, lo si vede in una condizione di generale pericolo ed è colui che finora interagisce ed è entrato veramente in contatto con il villain principale.
Non un personaggio esattamente riuscito, ma l’unico che finora riesce ad abbattere la barriera di attendismo che permane già a metà show trascorso.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Da apprezzare la non eccessiva lunghezza dell’episodio. Rispetto alle precedenti due uscite si sceglie di dare un po’ di fiducia, tuttavia con aspettative non esattamente stellari.
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.