È innegabile che la scelta di rilasciare tutta la stagione insieme in “stile Netflix” sia stata studiata attentamente per Mr. & Mrs. Smith, vuoi per via del formato molto “verticale” che vede una nuova missione in ogni puntata, vuoi per via dell’estrema fruibilità dello show che appassiona e tiene incollati.
La chimica tra Maya Herskine e Donald Glover è innegabile e fa parte di quella serie di ragioni che portano la serie ad essere apprezzata perché, tra dialoghi mai banali, moltissimi sottintesi ed una buona mole di scene d’azione, non ci si annoia e, anzi, si assiste ad una dinamica tra i due che continua a mutare ed evolversi puntata dopo puntata. Se nella series premiere i due erano poco più che diffidenti sconosciuti costretti a condividere un matrimonio e una relazione lavorativa, già nello scorso episodio si era assistito alla prima tensione sessuale creatasi durante uno slinguazzamento canino orchestrato da John Turturro seguito poi da del tradizionale sesso casalingo. E questo terzo episodio prosegue l’evoluzione della relazione portando in scena il primo litigio dei due, un passo fondamentale di ogni relazione che di solito o riporta i piccioncini con i piedi per terra o li fa volare separatamente verso nuovi lidi. Qualcuno lo chiamerebbe anche “reality check”.
SPARATORIE, NEVE E LITIGI
In un mix di gelosia, bombardini negli chalet, rapimenti e hackeraggio di cellulari, l’episodio porta i coniugi Smith sulle Dolomiti per metterli di fronte ad una coppia costruita parzialmente per essere la “vittima” dell’episodio ma anche per essere un buono specchio in cui riflettere la propria quotidianità e i propri problemi. Al di là di quanto ci si sarebbe potuti aspettare in un classico telefilm dove i casi “verticali” riflettono pedissequamente le problematiche “orizzontali” dei protagonisti, qui lo show utilizza massicciamente le dinamiche tra gli Smith e l’altra coppia in maniera diversa. Invece di una mera riproposizione di una coppia simile a quella dei coniugi che però è arrivata ad un vicolo cieco della propria relazione, qui si opta per dinamiche diverse che si slegano anche dai classici stilemi televisivi.
Come al solito non mancano quel tipo di situazioni impregnate di un sottile umorismo come quello che ha da sempre accompagnato le produzioni scritte da Glover (vedasi Atlanta) e, anche se in questo non si arriva a intrecciare le lingue mentre si imitano dei cani, assistere a Jane che insulta un’anziana coppia in vacanza o al finto congelamento del pene di John porta l’episodio in quel versante ironico che non si può non apprezzare.
Certo, c’è chi potrebbe lamentare anche un eccessivo irrealismo visto le sparatorie ad alta quota che non hanno ripercussioni, così come l’impatto “negativo” che un eccesso di umorismo porta con sé. Tuttavia, se si sceglie di guardare uno show del genere si deve anche venire a patti con una buona dose di fatti difficili da spiegare in maniera realistica ed obiettiva (la telecamera nell’altra stanza che viene inserita senza troppi problemi con un trapano) ma che fanno parte del pacchetto che lo spettatore ha accettato di guardare quando ha schiacciato play per iniziare la seconda puntata. E poi la terza.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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L’episodio non porta con sé alcun tipo di novità dal punto di vista della trama orizzontale ma fa sicuramente evolvere la coppia sdoganando quella patina di perfezione e inserendo un po’ di realtà. Tutto sommato è una puntata piacevole ma non è sicuramente la migliore tra quelle viste finora.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.