Mrs. Davis 1×01 – Mother Of Mercy: The Call Of The HorseTEMPO DI LETTURA 5 min

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“Oh. Forgive me, you went missing before we had Her. There is no famine or war. All who want a job have one. She has healed and united us and given purpose to the purposeless. The world was broken when you disappeared, Mr. Schrodinger, but the algorithm fixed it. […] She knows you. She knows all of us. She knows what we want, what we need and all we have to do is ask. You have been gone a decade, Mr. Schrodinger. Is there anything you want? Just ask Her.”

Mrs. Davis è la nuova serie tv di Peacock creata da Tara Hernandez e niente po’ po’ di meno che Damon Lindelof al ritorno sul piccolo schermo dopo la parentesi HBO con Watchmen. Si tratta di uno show sci-fi le cui tinte drama si perdono in una costruzione volutamente confusionaria, paradossale e surreale. “Volutamente” perché lo stesso Lindelof, in un’intervista rilasciata a ridosso dell’uscita di “Mother Of Mercy: The Call Of The Horse”, ha appuntato come l’approccio alla tematica centrale, la lotta tra fede e tecnologia, doveva essere “slightly goofier”.
Valutando questo primo episodio non si può che essere felici del risultato visto che le aspettative vengono rispettate e poco risulta da obbiettare.

MRS. DAVIS VS SIMONE


Come detto, la serie prende in esame la lotta tra fede e tecnologia seguendo le avventure di una suora che si deve costantemente confrontare con un’intelligenza artificiale. Uno spunto di partenza tanto folle quanto aperto ad ogni possibile risvolto. Questo primo episodio risalta soprattutto per la modalità con cui le due protagoniste vengono presentate al pubblico.
L’IA, Mrs. Davis, viene presentata attraverso un dialogo tra il capitano di una nave cargo e Arthur Schrodinger (uno scienziato interpretato da Ben Chaplin), rimasto disperso per oltre 10 anni su un’isola deserta e finalmente tratto in salvo. L’uomo viene informato dell’esistenza di questa IA che ha estirpato la fame e la guerra nel mondo riuscendo a dare alle persone ciò che volevano.
Facendo un piccolo salto geografico ed approdando a Reno (Nevada), al pubblico viene presentata anche Simone (Betty Gilpin), una suora che nel tempo libero sembra dilettarsi nello smascherare le persone che utilizzano magia e trucchi di prestigio per i propri loschi fini.
Tra Mrs. Davis e Simone c’è un’interconnessione derivante da fatti del passato che non risulta ancora del tutto chiara e motivata, aspetto narrativo volutamente lasciato in disparte e verso il quale viene fatta solo parzialmente luce giusto per dare ulteriori motivazioni al pubblico di proseguire lo show.

“Are you referring to the thing that you and everyone keeps calling a she, which, by the way, It isn’t, because It is a goddamn machine?”

13 OTTOBRE 1307


Come è possibile riuscire a collegare le storie di questi due personaggi? Con il più banale (eppure geniale) degli oggetti legati alla fede cristiana: il Santo Graal. La puntata si apre, infatti, con il racconto della notte del 13 ottobre 1307, quando l’ordine dei Cavalieri Templari venne soppresso da Filippo IV che diede ordine di arrestare tutti i templari e giustiziarli: nel rogo mostrato in apertura di puntata, infatti, brucerà anche Jacques de Molay, l’ultimo maestro dell’Ordine.
Eppure, la leggenda vuole che l’Ordine sia sopravvissuto anche dopo la morte di de Molay ed è da questo particolare che Lindelof parte con il proprio racconto: una suora, affiliata all’Ordine, a tutti gli effetti l’ultima superstite che fugge con il Santo Graal per proteggerlo dall’arrivo dei soldati di Filippo IV.

“Listen to me. This is not some two-bit illusionist who sticks a needle through their arm or fakes a levitation, Simone. She is all-knowing and all-powerful. She has access to everything that has been written in the whole of human existence, which means She not only knows you’re coming for Her, but She wants you to.”

UNA SERIE TV FOLLE


Mrs. Davis si presenta come uno show folle ed assurdo in grado di coniugare all’interno della stessa trama sia la storia vera, sia miti e leggende, sia trovate surreali ed improbabili. Come un gruppo di tedeschi in una tavola calda che prendono in ostaggio una suora minacciandola di farle saltare in aria il cavallo, con successivo inseguimento in moto armati di retino da pesca. E si tenga sempre in considerazione che l’oggetto del racconto è la lotta tra fede e tecnologia, un punto di partenza forse banale ed abusato nel corso degli anni, ma talmente marginale al momento che non ci si può nemmeno lamentare di questa cosa.
L’unico dubbio è relativo alle varie sottotrame sollevate in questa puntate e a quante di esse si farà ritorno (scienziato e marito fedifrago pronto a corrompere i poliziotti, per esempio) nel prosieguo della stagione: si è trattato di puri e semplici strumenti per introdurre le vere e proprie protagoniste oppure torneranno in scena più avanti mantenendo l’interconnessione con la storia? Difficile dirlo ora, ma la “resistenza all’algoritmo” unitamente alla quest accettata da Simone, risultano storie più che valide per riempire senza difficoltà le restanti sette puntate dello show.

“I wish… for you… Shut yourself down. I want you to die.”

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Damon Lindelof
  • Personaggi e caratterizzazione
  • Presentazione di Simone e di Mrs. Davis
  • Lotta tra Simone e Mrs. Davis che affonda le proprie radici nel passato
  • Apertura di puntata e racconto della fine dei Templari
  • Uno show folle, assurdo ma a tratti geniale
  • La quest accettata da Simone
  • Rapidità con cui lo spettatore viene introdotto al contesto narrativo e alla presenza dell’AI come occhio onnisciente sul mondo intero
  • Ancora pochi elementi per saltare fin da subito al Bless, meglio rimanere cauti con il voto finale

 

Un primo episodio accattivante e surreale al punto giusto, ma è meglio attendere qualche episodio in più per avere più certezze. Una cosa è sicura: Mrs. Davis dalle premesse, e dopo aver visto questo primo episodio, sembra uno show totalmente diverso da qualsiasi altro. Damon Lindelof ha, per l’ennesima volta, estratto un coniglio dal proprio cilindro?

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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