Nine Perfect Strangers 1×01 – Random Acts Of MayhemTEMPO DI LETTURA 4 min

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Nine Perfect Strangers 1x01 recensioneNon sorprenderà affatto sapere, per i più attenti, che l’ennesimo prodotto nato dalla cantera di David E. Kelley sia tratto da un libro. Un romanzo anche piuttosto recente del 2018, scritto da Liane Moriarty, che ha fatto parlare di sé anche per il mix di recensioni ricevute, alcune altisonanti, altre piuttosto denigratorie. Qualcuno potrebbe rispondere “de gustibus non disputandum est” o anche “non importa che sia bello o brutto, l’importante è che se ne parli”, sta di fatto che, quando c’è di mezzo la strana ma funzionantissima coppia David E. Kelley e Nicole Kidman, la qualità è piuttosto assicurata.
Questo strano sodalizio nato sin dai tempi di Big Little Lies e proseguito su The Undoing, ritorna in auge con Nine Perfect Strangers. Anche qui, ovviamente, la Kidman ricopre il duplice ruolo di attrice protagonista e di produttrice esecutiva e non sorprenderà sapere che il ruolo affibbiatole sia piuttosto ambiguo e cucito apposta per permettere all’attrice australiana di giocare con la sua algida mimica facciale. L’unica vera differenza che si trova con gli adattamenti letterari precedenti è che, per ora, nella trama non è presente alcun omicidio ma vista l’animosità dei protagonisti potrebbe arrivare facilmente in una delle prossime sette puntate.

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UNA FUCINA DI CELEBRITÀ


Come al solito, un progetto che porta il nome di Kelley e della Kidman non passa inosservato né ad Hollywood, né sul piccolo schermo. Anzi, è una perfetta calamita per attori che magari vogliono dare una svolta alla loro carriera con un ruolo a prima vista inadatto al loro passato televisivo/cinematografico, un po’ come lo era stato per Hugh Grant in The Undoing.
Infatti, a riprova di questa nomea, tra i vari protagonisti dello show ci sono Melissa McCarthy (esattamente in un ruolo non proprio suo), Regina Hall, Luke Evans, Bobby Cannavale (in un personaggio che invece rispecchia esattamente molti altri visti negli ultimi anni in Homecoming e Mr. Robot) e Michael Shannon, giusto per nominarne solo alcuni. Più ovviamente Nicole Kidman.
In questo pilot a ciascuno di loro viene concesso un discreto minutaggio, vuoi per introdurli, vuoi per esemplificare alcune future dinamiche, vuoi semplicemente per diletto. Ogni attore ha il suo momento di gloria pur essendo un episodio di soli 42 minuti e bisogna dar atto sia allo script di David E. Kelley e John-Henry Butterworth, sia alla regia di Jonathan Levine per esserci riusciti. Questo perfetto equilibrismo non è un qualcosa che si vede tutti i giorni.

10 GIORNI IN REHAB


La trama ovviamente agevola questo tipo di fauna hollywoodiana visto che, come da titolo, i protagonisti dell’adattamento sono nove personaggi che si recano, un po’ spontaneamente e un po’ controvoglia, in uno di quei classici centri di riabilitazione fatti apposta per ricchi e famosi pronti a disintossicarsi da alcol e droghe. La vera differenza è che la rehab presentata in questa “Random Acts Of Mayhem” non è proprio normalissima visto che accetta solo i suoi pazienti dopo un’attenta selezione, non si fa pubblicità su social network e sembra un mix tra rehab psicologica e viaggio spirituale per ritrovare se stessi tramite la guida di una Nicole Kidman, in arte Masha, in grado di “cambiare” tutti i suoi pazienti.
Ecco però che si possono constatare i primi elementi disturbanti che gettano benzina sul fuoco circa l’approccio di Masha: telecamere nascoste, prelievi di sangue, macchinari da diagnosi. Un segno che non tutto è destinato ad essere rosa e fiori in Nine Perfect Strangers.

DAL ROMANZO ALLA MINISERIE


Questa non è la prima trasposizione fatta da David E. Kelley su un romanzo scritto da Liane Moriarty, infatti il primo caso è stato quel successo clamoroso di critica e pubblico chiamato Big Little Lies. Un successo che ha addirittura portato la Moriarty a scrivere le sceneggiature della 2° stagione a quattro mani con Kelley stesso.
È molto facile quindi immaginare come siano finiti nelle sue mani i diritti per adattare il suo romanzo. Questa volta però l’autrice non compare come sceneggiatrice ma solamente come produttrice esecutiva del progetto, a sostituirla aiutando Kelley c’è invece John-Henry Butterworth, piuttosto conosciuto nel sottobosco holliwoodiano ma mai salito veramente alla ribalta. E la coppia Kelley-Butterworth ha anche firmato la sceneggiatura dei primi due episodi.
Lo stile della sceneggiatura, anche per i toni un po’ meno drammatici rispetto agli altri adattamenti, si rende estremamente facile da seguire anche per merito di una regia che dà il giusto ritmo a tante storyline tecnicamente separate. Il risultato è un pilot che convince introducendo sapientemente lo spettatore all’interno delle vite dei nove protagonisiti nella Tranquillum House.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Minutaggio ben definito per tutti i protagonisti
  • Impatto scenico di Nicole Kidman, as usual
  • Trama molto interessante
  • Bobby Cannavale
  • Melissa McCarthy
  • Regia curata
  • Ritmo piuttosto alto pur non facendo accadere nulla
  • Un po’ di attendismo generale ma totalmente accettabile

 

Era difficile iniziare in maniera migliore di questa. “Random Acts Of Mayhem” è praticamente impeccabile nel suo compito di introdurre il pubblico all’interno del Tranquillum House, un’introduzione d’obbligo che spalanca le porte a sette episodi carichi di aspettative, tensione e rinascite spirituali. Il Bless sembra solo una questione di tempo…

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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