Romulus 2×02 – DecisioneTEMPO DI LETTURA 3 min

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Recensione Romulus 2x02Dopo una premiere decisamente esplosiva, con il secondo episodio Matteo Rovere e gli altri autori di Romulus pongono l’attenzione dello spettatore sul sistema di possibili alleanze che i due fratelli e re, Yemos e Wiros, tentano di concludere contro la minaccia di Tito Tazio, ormai più che reale e non solo sospettata.
Il carismatico e imprevedibile re sabino, con la sua personalità folleggiante, trasmette un senso di incertezza e soprattutto timore per la sorte dei novelli Romani, in particolare dopo il ratto delle sue preziose sacerdotesse. Da subito è chiaro quanto siano importanti per lui a livello politico, come dimostra la forte presa di posizione contro Yemos.

DUE UOMINI, DUE RE, UNA CITTÀ SOLA


Una decisione che vede Yemos e Wiros questa volta separati tra Alba e Roma nella realizzazione dei sistemi di alleanza contro Tito Tazio. Dei due è sicuramente Yemos il più accettato tra i re latini e anche quello che forse è in grado di muoversi meglio a livello politico grazie al suo sangue reale e al profondo legame che la madre Silvia ancora sente nei suoi confronti. Proprio il contributo di Silvia risulta fondamentale nell’imminente battaglia. È infatti la prima a parlare con Tito Tazio dopo il rapimento delle sacerdotesse ed è proprio lei che nei primi momenti assicura a Yemos un canale di comunicazione con i re latini.
Yemos in battaglia può contare sul suo carisma, sulla sua audacia e sul suo coraggio ma sono proprio queste sue virtù che nel primo confronto diplomatico con il re/dio Tito Tazio costituiscono un ostacolo. L’orgoglio per aver fondato una nuova città ed esserne diventato uno dei due re e la rabbia verso il re sabino per aver mancato di rispetto alla sua/loro autorità hanno la meglio, mandando a monte anche i primi rapporti diplomatici con i re latini.
Dal canto suo, Wiros è un uomo del popolo, un ex schiavo, e per questo non accettato dai nobili re latini. L’astuzia, il saperci fare con le parole e la benevolenza del popolo nei suoi confronti sono le sue armi contro la supponenza dei re latini.

RITI DI SANGUE NELLA ROMA ANTICA


Gli autori hanno abituato il pubblico a riti di sangue già dalla prima stagione e in questa seconda tornano a sottolineare il carattere quasi tribale delle popolazioni coinvolte, ancora ben lontane dalla civilizzazione greca e dall’ideale di Roma classica conosciuto nella cultura di massa.
Il funerale di Deftri, celebrato secondo il rito della dea Rumia, mostra un lato importantissimo della religione romana e il protolatino contribuisce a sottolinearne la solennità.
Il focus sulle sacerdotesse di Santos permette di vedere quell’aspetto forse meno conosciuto della cultura laziale arcaica ma vivo e presente nella vita quotidiana: la pratica religiosa orgiastica. Il timore per questo tipo di pratiche è sempre stato presente nella mentalità romana e soprattutto nelle autorità che le vedevano come potenziali pericoli per l’ordine pubblico e per questo tentavano di tenerle a bada tramite la legislazione. Gli autori sottolineano il carattere eversivo di questi riti con la decisione di Wiros di rifiutare la spartizione delle cinque sacerdotesse tra i re latini mandando a monte l’alleanza. Un’altra divinità impedisce il progredire di Roma.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La divisione di Yemos e Wiros
  • Il ritorno a Alba
  • Il focus sulle sacerdotesse
  • Il comportamento di Wiros
  • L’eccessiva rivisitazione può far perdere punti focali
  • Il trattamento del personaggio di Ilia
  • La possibile relazione tra Yemos e Ilia non convince
  • Il ruolo indefinito di Amulius

 

Romulus continua a tenere alta l’attenzione e ad alzare l’asticella nonostante la materia di base abbastanza conosciuta. Ora la domanda è: potranno due re governare una sola città?

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La notte sognivaga passeggia nel cielo ed il gufo, che mai dice il vero, sussurra che sono in me draghi ch'infuocano approdi reali e assassini seriali, vaghi accenti d'odio feroce verso chiunque abbia una voce e un respiro di psicosfera che rende la mia indole quanto mai nera. Però sono simpatica, a volte.

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