Sconfort Zone 1×06 – Pino PaniTEMPO DI LETTURA 4 min

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L’ultima puntata vede un salto temporale di tre settimane per restituire un Maccio completamente sul fondo del baratro: senzatetto, affamato, assetato e costretto a cibarsi di topi. Una situazione indegna, ma è l’ultima prova (indicatagli dal falso Braggadocio) il vero punto di non ritorno: Maccio deve uccidere una persona.
La terapia d’urto, a detta del falso dottore, dovrebbe concludersi proprio con quella sancendo la ricomparsa della vena creativa del comico, fino a lì sopita nei meandri della sua mente.
Marcello Macchia sfrutta quest’ultima puntata per addentrarsi nelle ultime paure fondamentali che lo affliggono come persona e come autore: la morte e la critica spietata di qualcuno, di un hater.
La prima è stata in parte già affrontata nel primo episodio, ma viene analizzata dal punto di vista del carnefice, visto che Maccio dovrà “sporcarsi le mani”; molto più interessante l’altro spunto rappresentato dalla scoperta, di parte di Maccio, che il finto Braggadocio altro non è che Pino Pani, hater numero uno del comico.

SCONFORT ZONE INCONTRA I SOPRANO


Lo sviluppo della puntata è abbastanza rapido. Dall’indicazione dell’ultima prova alla scoperta del complotto architettato da Pino Pani trascorrono pochi minuti e nel giro di metà puntata il tutto viene chiuso: la polizia arresta Pino, Maccio viene parzialmente riabilitato e si approccia quindi alla scrittura della serie tv da consegnare a Burnetti: la trasposizione di quanto lo spettatore ha già visto e che a Maccio è accaduto nelle ultime settimane, da quando ha cercato di rimediare alla sua crisi creativa.
Il finale da qui in poi diventa metatestualità pura in un loop costante tra realtà (all’interno dello show) e finzione.
Dopo l’arresto di Pino e il chiarimento con i genitori, Maccio sembra riappacificarsi anche con Myriam, Luca e Laura. Una scena a tarallucci e vino che però non convince. Infatti è quella della sceneggiatura che sta scrivendo e il poco mordente gli viene fatto notare anche da Gianluca, Edoardo e Valerio. A questo punto sia la sceneggiatura della serie scritta da Maccio, sia Sconfort Zone stessa sembrano non poter avere un finale.
La visita a Pino in carcere riporta di nuovo Maccio a credere alla strampalata cura a cui si è prestato ed è convinto, nonostante le remore morali, che l’unica soluzione sia effettivamente quella di uccidere una persona.
La realtà, quella vera, incontra il problema di trovare un finale allo show e di fatto alla sceneggiatura scritta da Maccio: per lasciarsi aperta la possibilità di una seconda stagione di Sconfort Zone (come confermato anche durante l’intervista a Spin-Off), il finale è volutamente aperto non chiarendo lo stato di salute del fan che sembra incorrere in un incidente (mortale?) mentre sta salutando proprio il comico.
Un finale un po’ alla I Soprano, ma coerente con la tipologia di plot twist che si stava cercando di confezionare nelle ultime sequenze.

APPROCCIO DI MACCIO ALLE DRAMEDY: ESAME SUPERATO?


La celerità dello show nella prima parte lascia un po’ con l’amaro in bocca, soprattutto se seguita da un buon minutaggio riservato alla sottotrama riguardante i genitori che è sembrata rimanere molto sullo sfondo nonostante il ritorno a Chieti nello scorso episodio facesse presupporre qualcosa in più.
L’episodio, così come lo show nel suo complesso, restano decisamente sopra la sufficienza, ma questo primo approccio alla dramedy da parte di Maccio Capatonda presenta degli aspetti che andranno limati. Soprattutto se Sconfort Zone, e ce lo si augura, dovesse avere una seconda stagione.
Aver strutturato la stagione come procedurale ha aiutato parzialmente la gestione delle varie sottotrame, ma in alcuni punti si è mostrato come lato negativo e debolezza del messaggio dello show.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Sconfort Zone: una serie seria
  • Sconfort Zone: una serie seria

 

“Sconfort Zone è una serie tv seria”: Maccio lo aveva detto, avvertendo i suoi fan, e lo ribadisce ancora oggi. Inutile appigliarsi al banale “non fa così ridere” tentando la critica, piuttosto si potrebbe discutere sulla gestione di alcune cose che, migliorate, avrebbero tranquillamente reso lo show ben più di impatto.
Come primo esperimento seriale da parte di Maccio gli elementi sui quali poter lavorare ce ne sono. Speriamo che anche Amazon Prime Video sia della stessa idee e che dia il semaforo verde per una seconda stagione.

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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