“C’ho rabbbia.”
Questo era “Ahia, ma sei scemo?”, celebre fake trailer confezionato da Maccio Capatonda ai tempi di Mai Dire. Questo quarto episodio torna sull’argomento perché la prova a cui il finto Braggadocio sottopone il comico è picchiare qualcuno a sangue, così da poter superare la sofferenza fisica. Dato ormai per certo l’inconsistenza della cura e dal fatto che tutto sembra essere studiato a tavolino, probabilmente per rovinare la figura pubblica e privata di Maccio, fa sorridere il fatto che nonostante tutto la vena creativa di Marcello parrebbe trovarne giovamento nonostante tutto. Il percorso introspettivo prosegue e conoscere se stesso aiuta Maccio a scoprire un po’ di più gli altri.
LA MISOFONIA BALORDA
Myriam si è allontanata, quindi l’unica vera spalla resta Luca. Quest’ultimo per quanto appaia normale e una persona sulla quale poter contare, si mostra completamente distaccato dalla realtà, guardando a Maccio più per la figura lavorativa che per altro.
Lo scontro al white party è sintomatico proprio di questo: Maccio informa Luca di essere andato a letto con sua moglie e la reazione è talmente piatta da rasentare il silenzio. Era già a conoscenza del fatto e per lui è già tutto risolto…occorre rimanere concentrati sulla serie tv ri-confermata da Burnetti grazie al (non voluto) video di scuse di Maccio.
Quest’ultimo è sconfortato dalla non reazione: sia perché puntava allo scontro fisico per completare la prova di Braggadocio, sia perché probabilmente realizza di non aver mai conosciuto fino in fondo oltre che se stesso, anche le persone accanto a sé.
Lo scontro fisico con Burnetti, che parla masticando scatenando la misofonia di Maccio, è l’ultimo tassello, quasi scontato volendo ben vedere.
VALERIO: TRADITORE O PARTE DI UN MECCANISMO?
Maccio si avvicina al finale senza una serie tv, di nuovo, isolato da amici e fidanzata. C’è Valerio, l’unico che comparso nel primo episodio sembra averlo conquistato con la sua naturalezza (nonostante le pessime idee lavorative).
Peccato che proprio Valerio sia in combutta con il finto Braggadocio, come si scopre nel finale di stagione. Il ripensamento che mostra Valerio, dicendo di essere preoccupato per Maccio, lascia intendere che il piano sia “malvagio” e punti a colpire Maccio (cosa già avvenuta), ma potrebbe esserci un ulteriore livello nel plot twist che rivelerà poi la bontà del progetto. Difficile riuscire ad immaginarlo, per come si stanno mettendo le cose. Ma visti i precedenti lavori di Capatonda resta aperta qualsiasi porta.
SURREALISMO E GROTTESCO: GLI INGREDIENTI TIPICI DI MACCIO
Il lato introspettivo è accompagnato come per le precedenti puntate da un comparto comico abbastanza consolidato e conosciuto ai più. Nell’allenamento di Maccio con Ciclone e nella modalità consigliata per combattere (con il cranio proteso in avanti e il collo coperto) si possono scorgere i marchi tipici della comicità macciana: surrealismo, enfasi non necessaria, esasperazione narrativa, grottesco.
L’aggiunta, poi, della cocaina e quindi del tentativo di amplificare l’aggressività di Maccio tramite gli stupefacenti è una vera chicca. Non tanto per l’idea in sé, quanto per come è stata strutturata: Maccio iperteso grazie alla cocaina (assunta in maniera smodata) che però si vede costretto ad interfacciarsi con persone estremamente accomodanti e calme.
Fatta eccezione per l’ultimo che però si mostra armato dopo pochi secondi e quindi, come disse Biggiogero: “…e a quel punto il tasso alcolico e stupefacenti sono stati annullati dalla paura”.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Sconfort Zone prosegue con un altro episodio convincente: il lavoro introspettivo prosegue e si pone l’accento ora anche sulle persone che circondano Maccio.
La scoperta che il finto Braggadocio e Valerio siano in combutta tra loro apre la strada ad un finale che potrebbe essere molto interessante. Soprattutto se, nonostante tutto, Maccio riuscirà a sbloccare la propria vena creativa seguendo delle prove che sembrano a questo punto architettate solo per danneggiarlo.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.